Monthly Archive for Gennaio, 2007

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Ferrara City for Cyclists

Ferrara City for CyclistsTutto era iniziato come un viaggio di tre ragazzi verso una meta lontana, Capo Nord. Poi con il passare del tempo questi bricconi si sono fatti prendere la mano, e hanno deciso che era un peccato pedalare su su fino al tetto d'Europa da soli. E' nata l'idea di trasformare Ferrara-Nordkapp 2007 in una sorta di momento di comunione, in cui è l'intera città (la sua parte giovane, in particolare) che si mette in moto. Il viaggio in bici si è arricchito di concetti come racconto, partecipazione, visione, e la stessa organizzazione del viaggio si è trasformata in una sfida, un evento nell'evento. E' ormai un anno che aiuto, da dietro le quinte, a tessere la trama di questo progetto che per Ferrara e la sua agonia nebbiosa rappresenta un'opportunità (detta così sembra un proclama politico...) di parlare di se stessa attraverso lo spirito d'iniziativa di tre ragazzi e del mezzo di cui si avvalgono: la bicicletta, icona della "ferraresità" ma anche di un modo di intendere lo spazio (metropolitano o bucolico non fa differenza), il tempo e il corpo. Ci è venuto in mente di proporre un Concorso Fotografico che riassumesse tutti questi concetti: si intitola Ferrara City for Cyclists - La Bici in fiore nella Città degli  Estensi, ed è organizzato in collaborazione con l'Ufficio Biciclette del Comune di Ferrara. Sul sito di Ferrara-Nordkapp sono spiegate le modalità di partecipazione (è destinato agli under 35) e il tema: vorremmo che le fotografie fossero una sorta di sintesi della situazione attuale di Ferrara attraverso uno dei suoi simboli, la bici per l'appunto, lo stesso mezzo di cui Simone, Marco e Damiano si serviranno per poi portare in giro i migliori scatti in 5 tappe lungo il percorso verso Capo Nord. Suonano un tantino vintage, quasi, parole come bicicletta e fotografia, ma in un contesto generale di nevrotiche dinamiche sembrano anche un po' sovversive...

Se muore Camera Ciccsoft è per un mese e poi risorge

Textamerica a quanto pare è definitivamente defunto e con esso l'archivio della gloriosa Camera Ciccsoft, qui a lato. Nonostante ciò le foto postate in passato da qualche parte esistono ancora e magari verranno ripristinate in futuro. Da oggi la nuova Camera Ciccsoft sarà su Flickr, solo ed esclusivamente per le foto low-fi scattate in giro con il cellulare, mentre i nostri photoblogs resteranno al solito posto.
Ma c'è di più: da oggi Camera Ciccsoft la farete anche voi. Se volete contribuire e comparire sulla colonna laterale del nostro sito potete inviare un mms dal cellulare oppure una mail con allegato (con oggetto il titolo della foto e volendo nel testo una descrizione) all'indirizzo:

Conoscendovi dubitiamo lo farete ma visto che fa tanto 2.0 far partecipare i lettori a qualunque minchiata si organizza allora ben vengano i contributi 😉
I primi nuovi scatti li trovate già online, come al solito nella colonna destra.

Scoperta nella foresta del Borneo una popolazione di vampiri albini ermafroditi, sono stati loro ad uccidere la mummia peruviana?

Negare la Shoa

Negare la Shoa sarà Reato. Questa è la proposta di Mastella, deciso a portare avanti la questione il 27 gennaio, nel giorno del Ricordo.

Tempo fa si era tanto parlato dell'argomento e di David Irving, condannato a tre anni per i suoi studi negazionisti sulla questione.

E' una legge giusta? Naturalmente sì, visto che è legata indissolubilmente alla dignità e alla vita di milioni di uomini. D'altra parte, si cancella una parte di diritto d'opinione, a parer mio.

In Italia, tra l'altro, risulterebbe una legge d'Arlecchino. Nemmeno il fascismo, complice e colpevole di molte azioni legate all'olocausto, risulta effettivamente vietato. La legge Scelba, per quanto esista, viene scavalcata da piccoli cambiamenti di forma. E il risultato non è cambiato: persone possono manifestare, salutando con braccio teso e portando la parola del Duce. Nel 2006.

Quindi, mi chiedo, cosa potrebbe portare - almeno da noi - una legge del genere.

Da una parte, fiera della decisione. Ma dall'altra, non ne riesco a trovare l'utilità.

Ma non è solo questo. L'Olocausto sta tornando. Sotto altre forme, verso altre "razze". Con altri Lager (I Cpt non vi dicono nulla?).
Mi chiedo se sia solo un modo ipocrita per tappare la voce alla nostra coscienza.

Darwin Awards 2006

Darwin AwardsPuntuale come le tasse e la morte (sgrat, sgrat) torna (per la prima volta in Italia…credo!) la traduzione delle nomination per le morti più stupide del 2006! Per chi ancora non lo sapesse, il Darwin Award è il premio dedicato alle persone meno evolute che castrandosi e/o eliminandosi fanno un favore al mondo, perché contribuiscono all’evoluzione della specie!

Nota: quest’anno non ci sono vincitori perché la storia originariamente scelta è stata squalificata in quanto: a) nessuno è morto, b) non sarebbe nemmeno accaduta nel 2006. Se siete curiosi la trovate (non tradotta) a questo indirizzo.


Stubbed Out
2006 Darwin Award Nominee

(17 Aprile 2006, Inghilterra) C’è sempre qualcuno che pensa che un buon consiglio non sia quello giusto per lui. Per esempio, se un medico suggerisce che non devi avvicinarti ad una fiamma, visto che stai per essere coperto di materiale infiammabile, la maggior parte delle persone seguirebbe per filo e per segno questo consiglio, e non accenderebbe un fiammifero finchè il materiale infiammabile non venisse totalmente eliminato.
Comunque Philip, un uomo di 60 anni, ne sapeva di più del suo dottore. Philip era in ospedale a curasi una malattia della pelle, e la cura in questione consisteva nel venire ricoperto con una crema a base di paraffina. Philip era stato avvisato che la crema era infiammabile, quindi non avrebbe assolutamente dovuto fumare. Ma l’uomo non poteva vivere senza sigarette.
Era vietato fumare ovunque nel reparto, ma Philip ha aggirato l’ostacolo uscendo fuori dall’ospedale passando per un’uscita d’emergenza. Nascostosi, ha acceso una sigaretta…ha inalato…e ha trovato la pace, avendo preso la sua dose di nicotina. Le cose sono decisamente precipitate quando, finita la sigaretta, ha schiacciato il mozzicone col tacco.
La crema di paraffina era stata assorbita dai suoi vestiti. Appena il tacco ha toccato il mozzicone, il suo pigiama ha preso fuoco. L’inferno che ne è derivato ha “cremato” la sua pelle, lasciandogli ustioni di primo grado in tutto il suo corpo. Nonostante le cure eccellenti, è morto in terapia intensiva.
Fonte: mirror.co.uk, the Guardian

High on Life
2006 Darwin Award Nominee

(3 Giugno 2006, Florida) Altri due candidati si sono lanciati nella corsa per conquistare un Darwin Award. Jason e Sarah, entrambi ventunenni, sono stati trovati con i piedi che sporgevano da un enorme e sgonfio pallone pubblicitario, riempito con elio. Entrambi erano studenti del college, ma apparentemente il loro percorso scolastico aveva dimenticato di spiegargli l’importanza dell’ossigeno.
Quando una persona respira l’elio, la mancanza di ossigeno nel flusso sanguigno causa una rapida perdita di conoscenza, tanto è vero che alcuni esperti di eutanasia hanno richiesto l’uso dell’elio per far sì che la morte delle persone sia meno dolorosa.
La coppia aveva tirato giù il pallone e si era arrampicata all’interno. Le loro ultime parole furono risatine acute e incoerenti, mentre lentamente svenivano e morivano.
Il vicesceriffo ha dichiarato che i due non erano vittime di un pazzo gioco. Nel loro sangue non sono state rinvenute tracce di droga o alcool. Il coroner ha affermato che l’inalazione di elio è stata la causa determinante della morte dei due. Uno dei membri della famiglia ha detto: “Per essere del tutto onesti, Sara era spericolata. Le piaceva divertirsi, e questo le è costato la vita”.

Hammer of Doom
2006 Darwin Award Nominee

(Agosto 2006, Brasile) Agosto ci porta un vincitore dal Brasile, un uomo che ha provato a smantellare una granata anticarro a razzo (RPG, che deriva dal russo raketny prototitankovy granatomet “tradotto” in Inglese come Rocket propelled grenade) passandoci sopra con l’auto ripetutamente. Questa tecnica non ha funzionato, quindi l’uomo ci ha riprovato colpendo ripetutamente l’RPG con un martello. In un certo qual modo, il secondo tentativo ha funzionato. L’esplosione ha incenerito l’uomo, sei macchine e l’officina dove si è svolto l’esperimento.
Altre quattordici granate furono trovate in una macchina parcheggiata lì vicino. La polizia crede che in quell’officina si stessero smontando queste granate per poi venderle come metallo da riciclo. Se non erano da riciclo, lo sono sicuramente adesso!

(2006, Vietnam) In un evento simile, tre uomini che cercavano metalli da riciclare, trovarono una bomba da 500 libbre inesplosa su una collina, e decisero di recuperarla con l’aiuto di Sir Isaac Newton. Appena fecero rotolare la bomba giù per la collina secondo le leggi di gravità, la bomba esplose, creando un cratere di quattro metri e mandando i tre imprenditori ad una riunione faccia a faccia con Dio.
Fonte: WIStv, Odia (Brazil), msnbc.com, UK Daily Mail

Missed Stop Misstep
2006 Darwin Award Nominee

(New York) Mio padre fa l’investigatore per una compagnia di assicurazioni, e spesso mi ricorda quanto detesti il suo lavoro. Uno dei suoi maggiori clienti è una stazione ferroviaria. Un giorno come tutti gli altri, un uomo si svegliò su un treno è si accorse di aver saltato la sua fermata. Invece che guardar fuori dal finestrino, o chiedere a un altro passeggero dove fosse arrivato il treno, spalancò le porte e si buttò fuori, tra gli sguardi attoniti degli altri passeggeri.
Se lo sventurato passeggero si fosse preso il tempo di guardare fuori dal finestrino prima di lanciarsi dal treno, si sarebbe accorto che era il treno viaggiava alla velocità di 50 miglia all’ora, e, non bastasse, stava anche attraversando un ponte. Guarda prima di buttarti. È morto nei pressi del fiume Hudson.
Mio padre investigò questo caso per la compagnia di assicurazioni, perché la famiglia del tizio morto voleva un risarcimento sostenendo che “Nessuno dovrebbe poter aprire le porte di un treno in movimento”. La difesa di mio padre fu che “Nessuno dovrebbe aprire le porte di un treno in movimento”.
Fonte: ad oggi, la storia non è confermata

Score for Goliath
2006 Darwin Award Nominee

(Settembre 2006, Florida) Un terrificante gigante mitologico fu fatto crollare da un umile fionda. Ma un moderno fucile da pesca contro un mostro marino è tutta un’altra storia, come ha scoperto un uomo della Florida.
Sebbene dichiarata illegale dal 1990, la caccia ai pesci di enormi dimensioni resta sorprendentemente popolare. Questi pesci arrivano a pesare centinaia di libbre, tuttavia ci sono cacciatori subaquei che scelgono di cacciare queste grosse creature marine. Per quanto questo passatempo sia “strano”, la caccia ai “groupers” da parte dei sub continua, alla faccia della legge e del buonsenso. (Nota: non è che ne sia molto sicura ma da quello che ho capito - cioè niente - i grouper dovrebbero essere dei pesci (forse cernie) giganti. In questa pagina potete comunque farvi un’idea della grandezza di questi “pesciolini”.)
Tra queste grandi menti, il vincitore del Darwin Award si è distinto ancora di più, ignorando una precauzione essenziale nella caccia subaquea. Partito per la sua caccia senza un coltello per liberarsi, questo sub “allenato e con esperienza” si garantiva che il suo prossimo attacco ad un grouper gigante sarebbe stato l’ultimo.
Non saprei dire perché esista qualcuno che pensi che legarsi a un pesce grosso il doppio di lui sia una buona idea. Tempo dopo, il corpo del sub fu trovato infilzato nel corallo, 17 piedi sott’acqua. Tre giri di filo erano arrotolati intorno al suo polso, e un grouper morto era impalato all’altro capo del filo.
In quelle ore finali, i ruoli vennero ribaltati, e al pesce venne data l’opportunità di riflettere sull’esperienza del “catturare una persona”.

Faithful Flotation
2006 Darwin Award Nominee

(Agosto 2006, Libreville, Gabon) Nel mese di Agosto, un pastore trentacinquenne di una congregazione, soseneva che una persona poteva letteralmente camminare sull’acqua, se solo avesse avuto abbastanza fede. Il suo discorso fu grande e magnifico. Lodava il potere divino posseduto da un uomo di fede con tanto vigore che probabilmente finì per autoconvincersi. Che nel suo cuore credesse o meno a quello che diceva, i suoi sermoni avrebbero lasciato solo vergogna se non avesse testato la propria fede. Quindi, il pastore finì per tentare di attraversare a piedi un grande estuario, uno di quelli che un battello ci mette 20 minuti per attraversarlo.
Ma l’uomo non sapeva nuotare, e non avendo i poteri miracolosi di David Copperfield, per non parlare di quelli del divino Gesù Cristo, questo sventurato pastore trovò solo un Darwin Award alla fine della sua traversata.
Fonte: World Net Daily , fr.news.yahoo.com e magnaromagna.it

Copper Kite
2006 Darwin Award Nominee

(19 March 2006, Belize) Si racconta Benjamin Franklin fece volare un aquilone durante una tempesta, scoprendo così che i fulmini generano elettricità. In ogni caso, bisogna prendere alcune precauzioni per evitare di essere improvvisamente fulminati.
Kennon, 26 anni, ha riprodotto le condizioni dell’esperimento di Ben Franklin, senza però prendere le dovute precauzioni. L’uomo stava facendo volare un aquilone con una corda corta, che aveva allungato con un sottile cavo di rame. Il rame, facendo contatto con un cavo dell’alta tensione, trasmise all’uomo un lampo di elettricità. Sfortuna? Il padre di Kennon ha detto che il figlio era un elettricista, e quindi “avrebbe dovuto saperne di più”.
Fonte: Belize Reporter

Nota: questa è la traduzione assolutamente amatoriale, rimaneggiata ed inesatta dei testi presenti sul sito DarwinAwards.com.

I predatori del libro perduto

Con l’avanzare degli anni, l’aumento della tecnologia, la diffusione di immagini televisive a livelli ridondanti, l’antico e sano piacere per la lettura diventa sempre più una tendenza “alternativa”. Colui che ama e corteggia il libro, viene spesso visto come un alieno o un intellettuale (foss’anche estimatore di Kinsella, la pseudo-scrittrice autrice della serie “I Love Shopping”).
Eppure, senza la scrittura la nostra società sarebbe radicalmente diversa. E’ stata uno dei primi tentativi di comunicazione, dopo la parola, ovviamente, e qualcosa dovrebbe pur dire.
Invece, oggi, aumentano i venditori di nulla, soprattutto mediatici, e diminuiscono coloro che si lasciano trasportare dalla propria immaginazione e dalle parole di qualcuno che avrebbe tanto desiderato lasciare qualcosa.
 

Se a guardarlo, un libro, sembra noioso e sterile, quanto divertimento potrebbe scaturire da n buon romanzo di avventura, o d’amore, o. Ce n’è per tutti i gusti: abbiamo Hornby per il ragazzo che ama la musica e legge per rilassarsi, Eco per chi vuole mescolare avventura e Storia, Bukowski per chi vorrebbe ottenere qualcosa di più di una semplice storia con capo e coda.
Insomma, se abituassimo i più alla lettura, le sorprese sarebbero molte.
Non per niente, sono proprio i libri la maggiore fonte d’ispirazione di un’altra arte, il Cinema.
 
Se ci pensiamo bene, il Cinema potrebbe risultare la massima via d’espressione. In esso sono contenute la fotografia, la dialettica, l’arte visiva (soprattutto), l’espressione corporea, la musica. Un Connubio di tutto ciò che l’uomo ha creato in secoli e secoli di ispirazione artistica.
Eppure ha una strana limitazione: non è in grado di trasformare le parole in immagini.
Mi spiego meglio. Anzi, pongo la domanda essenziale: quanti di noi si sono ritrovati ad assistere al saccheggio selvaggio del proprio libro preferito? Quante volte ci siamo detti “Ma questo non era così!” oppure “io me l’ero immaginato differente”… e, per quanto ci potesse anche piacere quel film, alla fine ne usciamo stravolti, quasi violentati, perché i nostri amici (quelli della storia, che abbiamo sempre custodito con una certa gelosia… Abbiamo sempre consigliato , certo, il romanzo, ma con riserbo. In fondo sapevamo benissimo che, oltre noi, nessuno avrebbe colto certe profondità racchiuse nell’opera in questione… perché sembrava proprio scritto da noi o da qualcuno molto affine) sono stati uccisi dalla pseudo-creatività del regista (o dello sceneggiatore, spesso).
Insomma, per essere laconici: i film tratti dai libri fanno schifo.
Salvo poche e misere eccezioni. Misere per la quantità, non per la qualità. Stanley Kubrick ha basato quasi l’intera sua opera sulla trasposizione di libri. Lolita, per esempio. E che dire de “”2001, Odissea nello Spazio”, tratto da un libro noioso, che cade facilmente nel dimenticatoio? Tuttavia, traendo concetti basilari del romanzo e aggiungendo simbolismi e soprattutto il genio di cui era capace, risulta assolutamente un Capolavoro del cinema mondiale.
Kubrick è riuscito pure nell’impossibile: ha trasportato nel mondo del cinemascope anche un libro di Stephen King, da sempre l’autore più cercato e filmato. Shining supera di molte spanne l’idea dell’orrore del Re, mantenendo dei ritmi lenti, quasi realistici, di quanto nell’Hoverlook Hotel stava accadendo.
Anche qui, si può parlare di capolavoro assoluto.
E, naturalmente, Kubrick non è l’unico. Altri film degni di nota sono “Il pianeta delle scimmie” (quello degli anni ’70, naturalmente) il cui libro è semplicemente un romanzetto di fantascienza di serie B. Dracula di Coppola. E, sempre di Coppola, troviamo la Trilogia del Padrino, che tocca quasi l’apice della bellezza cinematografica.
Ma, come dicevo poche righe fa, si tratta di casi sparuti, che si possono contare sulle dita delle mani. Per il resto, pattume e PIattume.
Cito dei film a caso, senza alcun ordine, se non mentale (soprattutto è l’ordine delle mie sofferenze letterarie)… “The Hours” di Cunningham, “La colazione dei campioni” di Kurt Vonnegut… “La storia infinita” di Michael Ende… e, naturalmente, “Il nome della Rosa”, di Umberto Eco, ridotto ad un’accozzaglia di frati freak pazzi ed omicidi, con Guglielmo reso a vate scemotto con sorriso sornione.
Per non parlare del flop più terribile che mai uomo abbia potuto concepire: “It”, tratto dal capolavoro di Stephen King.
 
Viene da chiedersi: cosa non funziona? Passi quando si tratta di romanzi con una certa qualità stilistica (“The Hours”, per tornare agli esempi sopraccitati, è un romanzo con molta introspezione, difficile da riportare sullo schermo… come trasmettere la gioia o la morte, se non con delle musiche che, spesso, ci lasciano solo intravedere la superficialità della profondità dell’uomo?), ma quando si tratta di fantasy, romanzi d’avventura o piccole commedie agro-dolci? Dove si trova la difficoltà, per lo sceneggiatore e per il regista?
E’ da non credersi: It è tutto lì. Ogni dettaglio viene minuziosamente raccontato,ogni luogo descritto senza tralasciare angolo buio. Gli odori fuoriescono dalle righe, senza che possiamo astenerci dal sentirli. Una volta, e sembra incredibile, leggendo un racconto di King (“I Langolieri”, contenuto ne “Quattro dopo mezzanotte) ho addirittura sentito, con le mie orecchie, il rumore assordante dei mostri che si avvicinavano.
Non ho dormito, per certi libri. Ed ho pianto tanto, per altri.
Difficile che un film possa coinvolgere talmente. Innanzitutto per il livello intimistico del romanzo.
Se, infatti, un’opera di scrittura è qualcosa di oltremodo personale, l’operazione di lettura supera il lavoro dello scrittore.
Lo scrittore, in fondo, si limita a mettere per iscritto il proprio intimo. Il lettore, invece, carica di significato ogni parola, ogni frase, mescolando il proprio con il mondo, con lo scrittore, con le sue passioni. Ogni uomo, affrontando un libro, troverà diverse sfaccettature. Difficile parlare di un libro che si è amato molto: ci si limita a sorridere, sentendo un titolo a noi caro. Cosa poter dire senza svuotare il nostro Io?
Il film, invece, è rivolto al grande pubblico. E, proprio per questo, si ritrova a dover sottostare a certe “leggi di mercato”. Soprattutto con l’avvento di nuovi standard modaioli e visivi.
Detta brutalmente, un film non “tira” senza la donna avvenente e scosciata, senza la storia d’amore, senza il figo di turno. E, soprattutto, senza i ritmi sfrenati da videogiochi.
Oggi mai si potrebbe pensare ad un film dell’orrore senza corse ed urla. La salita delle scale di Jack Torrance, fatta da Kubrick, per togliere la mazza alla moglie, oggi sarebbe assolutamente impensabile.
Shining, oggi, diventerebbe un’accozzaglia di sangue, di scene splatter, di musica brusca che non lascia intendere nulla. Non c’è spazio, insomma, per il terrore profondo, quello che cresce a dismisura, però parola dopo parola, lentamente. I tempi sono diversi.
E per il libro, sono guai.
Prendiamo “La macchina del Tempo” di Wells. Ottimo romanzo, visionario come non mai. Il cinema avrebbe potuto creare un vero capolavoro. Invece, ecco la donnicciola, le situazioni bizzarre, la mancanza di profondità e l’annullamento della denuncia sociale.
Divertimento, non riflessione.
 
Ci sono anche problemi logistici. La durata, per esempio. Persino Jackson, che a mio parere ha fatto un ottimo lavoro con “Il signore degli Anelli”, ha dovuto uccidere moltissime parti del romanzo. D’altra parte, ricordo, a pagina cento gli Hobbit sono ancora nella Contea. Avrebbe dovuto compiere un lavoro disumano, per girare proprio tutto.
E poi ci sono scelte incomprensibili. Perché “la storia infinita”, che è riuscita a ricreare i personaggi quasi come me li sono immaginati, ha tagliato miseramente delle parti importantissime del libro? Perché l’incontro con l’Oracolo è così frettoloso, mancando così il primo vero faccia a faccia tra Bastian e il Regno di Fantasia? Perché Gmork viene mostrato come un lupo mannaro cattivo e niente di più? E dove è finito il dialogo che rivela il perché del Nulla, il perché del figlio dell’uomo, insomma, il perché della distruzione?
Chi di voi è a conoscenza del perché il film si chiami proprio “la storia infinita”? Nessuno.
E per ovvie ragioni: il motivo, importantissimo e trainante, è stato eliminato. E senza apparente logica, a mio parere.
 
Insomma, cari mangiatori di cinema (tutti, anche quelli con maggiore gusto e obiettività critica, nessuno si può salvare), sappiate che state assistendo ad un surrogato di fantasia.
Sappiate che la vera avventura si nasconde dentro ad un volume impolverato. Magari di quelli senza nemmeno la copertina. Quelli con l’odore di vecchio.
Sappiate che, quando vedete qualcuno annusare quelle pagine, non è un pazzo. Anzi, a ben vedere si tratta di un saggio!
 
I piccoli Hobbit, l’infermiera che non vuole vedere Misery morta, Harry Potter (che vi piace tanto) altro non sono che dei personaggi creati da qualcosa che oggi definireste “fuori tendenza”: uno scrittore.
Forse, chissà, basterebbe rendere nota questa oscena ovvietà per riportare il libro al suo posto: da semplice sostituto della gamba del tavolino dove troneggia il televisore, a ultimo amico ascoltato la sera, prima di addormentarsi.

OA Podcast, prima puntata

Vi segnalo la prima puntata del podcast di Occhiaperti, che segue alla numero zero che vi siete già pappati con il panettone e lo spumante. Ascoltate e diffondete!

In questo numero:
Intervista ai Violea, la torta marmorizzata di Emma, le magie del tango argentino di Astor Piazzolla e il reading di Fleur Jaggy con Matteo Musacci, le suggestive note degli Eutimìa, gruppo rivelazione di Napoli suggerito da quel guaglioncello di Darkripper...

Info, download e feed rss li trovate sempre qui.

Un film parlato

Marsiglia, Napoli, Atene. Una madre, con una piccola per mano. E una nave da crociera.
Una nave che si rispetti, naturalmente, possiede un capitano. Un gentiluomo, con lo sguardo malinconico, fedele solo al suo mare. Sue ospiti, tre donne molto belle. Una italiana, una francese e una greca.
La bambina accompagna la madre nel lungo viaggio fino a Bombay, dove vive e lavora il padre. Quale occasione migliore per poter visitare quei luoghi leggendari, studiati nei libri di scuola, immaginati con la fantasia?

Così, ad ogni inquadratura di mare, i posti si succedono, uno dopo l’altro. Piramidi, Sfingi, i resti di Pompei. E tanti perché non dimenticati, perché che la mamma tenta di soddisfare con nozioni aiutate dalla vista, dall’esperienza. E la bambina beve ogni cosa, ansiosa di sapere.
Ma questo, come ci suggerisce il titolo, è un “Film Parlato”. E non resta che farci cullare dai suoni. Sembra di assistere a un documentario storico, ascoltando però tanti linguaggi differenti… Il portoghese, l’americano, il francese, il greco e l’italiano.
E, per una magia quasi impossibile nella realtà di ogni giorno, pasteggiano a vino e cultura. Allo stesso tavolo, il capitano invita le tre donne e la madre con la bimba. Non si può parlare di amore a prima vista, ma sicuramente di vivo interesse. Non si sa da cosa sia scaturito. In quella nave i via vai di personaggi più o meno stravaganti sono cosa di tutti i giorni. Forse è stato un sorriso. O forse riascoltare, dopo tanto tempo, il portoghese…
Vino e cultura. Ma anche dolori e malinconie. Cinque personaggi che hanno tanto vissuto e tanto perso. Chi un matrimonio, chi sogna un figlio. Chi invece non fa che lasciarsi cullare dal mare, senza una meta. Lo scopo sì, eccome. Lo scopo rimane sempre il mare.
Una canzone greca riecheggia nella sala da pranzo della nave. Una gentile concessione di una delle signore, che riporta alla luce la sua lingua, purtroppo quasi dimenticata. Si parla inglese, è vero, ma è dal greco che provengono le basi dei nostri linguaggi. Eppure, per qualche misteriosa ragione, la grecia viene sepolta nel dimenticatoio.
Solo una canzone, passeggiando tra i tavoli della gente che, stupita, ascolta, smettendo di mangiare, riporta l’antico splendore della civiltà tra noi….
Un’ombra scura sembra però coprire la giocosità dei passeggeri. Qualcuno ha messo una bomba ad orologeria.
Bastano pochi minuti e la nave è evacuata. Il capitano guarda, sommessamente, la propria casa dalla scialuppa di salvataggio. Quando due figure compaiono sul ponte.
Sono loro: la bimba, con la mamma. Rimaste indietro per uno sciagurato incidente.
La nave esploderà. Portando via la gioia, le speranze, due vite e il nostro incanto.
Un’altra torre di Babele è crollata.

Vacche magre

AncelottiLa Coppa del Mondo appartiene ormai a un passato remotissimo, mentre il presente è popolato da un campionato non certo esaltante. Ieri è terminato il girone d'andata di uno dei tornei più mediocri che la Serie A ricordi. L'Inter spadroneggia, sbriciola record (12 vittorie consecutive) e veleggia indisturbata, senza nessuna avversaria degna di tale nome. Il resto è una marmellata solitamente concentrata nella parte destra della classifica che però durante questo inizio di stagione è sbrodolata pure nella colonna di sinistra, arrampicandosi su su fino al quarto posto (vedi Catania ed Empoli). Osservando la graduatoria senza penalizzazioni, possiamo infatti notare come Milan, Lazio e Fiorentina, pur stabilendosi a ridosso del terzetto di qualità Inter-Roma-Palermo, non stanno comunque fornendo prestazioni da alta classifica. Non bastano dunque le penalizzazioni a giustificare un campionato dall'esito scontatissimo e da un livello qualitativo pericolasamente tendente al ribasso. Le circostanze recenti (retrocessione della Juventus in B) non hanno fatto altro che rimarcare la tendenza che già nelle annate precedenti, quelle del duopolio biancorossonero, si andava affermando: in Italia il livello tecnico e di spettacolo è in calo, e le società cosidette minori non hanno più mezzi economici per allestire formazioni competitive. I risultati del calcio italiano erano prevedibili da ormai parecchi anni, aldilà dei maneggi di Moggi e soci, e la contemporanea crisi del Milan e caduta in B della Juventus hanno proiettato l'ultima Dea rimasta, l'Inter imbottita di milioni e giocatori di classe, là dove è ovvio e giusto che sia: in cima. Negli anni passati sarebbe stata capace di non esserlo comunque, ma con una rosa stellare rispetto alle avversarie (quell'Ibra, quel Stankovic, quel Zanetti, ecc.), e un allenatore, Mancini, che pare abbia smesso di complicarsi la vita da solo, nemmeno lo sterotipo della Sfiga Nerazzurra ha incrinato (finora) una solidità e superiorità evidente, imbarazzante e meritatissima.

Non ci sarebbe molto altro da dire. L'unica vera rivelazione della stagione non sono squadre come Catania, Empoli o Atalanta, che alternano oneste prestazioni a sonore sconfitte, e restano in alto alto pur con pochissimi punti (ne bastano 26 per essere in Zona Champions, per dire) solamente per mancanza di alternative. La Spagna, con Siviglia, Barcellona, Real Madrid e Valencia in testa alla classifica e raccolte in soli 4 punti, ci regala sospiri anche in ambito calcistico. Si segnalano diversi gol da ricordare, tra improbabili tiri andati a segno o reti in acrobazia per opera di randellatori di professione (vedi Loria o l'ormai miracolato Materazzi): metterei al primo posto a pari merito la sciabolata di Totti e la palombella assurda di Mascara, nonostante gli attaccanti non stiano segnando tantissimo, mentre tra i marcatori abbondano centrocampisti e difensori (fattore quest'ultimo destabilizzante al Fantacalcio). La mediocrità non si ferma solamente alle squadre ma si diffonde a macchia d'olio tra dirigenti e arbitri: i primi navigano a vista, i secondi invece, nella stagione in cui dovevano rifarsi una verginità dopo Moggiopoli, stanno adottando una particolare strategia per riacquistare (o perdere definitivamente, a seconda dei punti di vista) la credibilità: centrare colossali svarioni, in maniera assolutamente casuale e cercando di colpire, prima o poi, tutte le squadre. Se non si può essere "giusti", perlomeno cerchiamo di fare torti più o meno a tutti, avranno pensato. Un bel passo avanti, non c'è che dire, in un contesto gattopardesco, in cui tutto pare cambiare ed essere stravolto, quando in realtà le gerarchie sono sempre più bloccate, non c'è spazio per inventare praticamente più nulla (per mancanza di materia prima, tecnicamente parlando, e per carenza di coscienza sportiva per quanto riguarda tutti gli aspetti correlati alla partita). Pure in televisione si sta assorbendo l'unica novità degli ultimi anni, l'avvento della tv satellitare che trasmette tutte le partite (a pagamento) e che ha modificato la fruizione del calcio in tv. Il calcio sulle tv generaliste è ormai alla canna del gas, basta vedere la stanca e sterile minestra riscaldata che ci propinano Controcampo e DomenicaSportiva, e il Novantesimo Minuto come lo conoscevamo è stato ucciso e sostituito da un talk show (la banda Piccinini): non c'è più spazio per la Diretta e le Immagini, quando queste vanno in anteprima e in tempo reale per tutti i parabola-dotati (e non sono pochi, ormai). A metà campionato, quindi, hanno motivo di sorridere solo gli interisti (e mi pare anche giusto, dopo anni di terribili mazzate sui denti), tempestivamente investiti dalla popolare stampa del vacante ruolo di Vincenti ergo Antipatici lasciatoci in dote, assieme a uno scudetto di carta, dalla Juventus. Già si assiste a clamorose rosicate sulla presunta autorevolezza del successo nerazzurro in un campionato che così mesto non si era mai visto, e anche questo è un segno dei (magri) tempi.

It’s everything!

Buffet

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Camera Ciccsoft

Si comincia!

Spot

Vieni a ballare in Abruzzo

Fornace musicante

Cocapera: e sei protagonista

Dicono di noi

Più simpatico di uno scivolone della Regina Madre, più divertente di una rissa al pub. Thank you, Ciccsoft!
(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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