In internet si trovano cose straordinarie, e non solo una collezione di filmati che vi spiegano come divertirvi con una lavatrice, un filo di nylon e il gatto del vostro vicino.
Ho passato almeno vent'anni della mia vita con un sogno in tasca: scrivere un libro.
Ma, visto che la mia prosa non ha mai lasciato trasparire alcun talento da coltivare (l'incipit* del mio primo romanzo, "Occhi di rapa", vinse il premio "Worse Incipit" nel 1956, e credo sia a tuttoggi imbattuto, nonostante la Tamaro), decisi di dedicarmi alla stesura di un'enciclopedia - a suo modo un libro, mi dissi - che non richiede talento alcuno al di fuori della conoscenza, che innata non è di certo.
Fu così che lavorai, indefessamente, giorno e notte, per raccogliere e sintetizzare il pensiero e lo scritto di altri falliti che, prima di me, si erano cimentati nel percorrere questa via, che conduce al successo in maniera tanto democratica ed equa (chiunque, lavorando sodo, può scrivere un'enciclopedia).
Migliaia e migliaia di voci, nomi, parole, eventi, condensati, catalogati, scritti e riscritti, migliorati, limati, tolti, riammessi, personalizzati, riaggiustati. Anni ed anni della mia vita perduti in un'impresa titanica da lasciare ai posteri, caratteri vergati a mano, sudati uno per uno, senza soluzione di continuità, in un gioco di rimandi e richiami pressochè infinito. Speculare, direi.
Fino a quando, in un mattino emerso da una notte insonne, compresi di aver concluso quell'opera senza pari. Mi alzai, mi diressi verso l'unica finestra del mio studiolo, alzai gli occhi al cielo e piansi.
Tornato poi dalla cucina, dove ero andato con l'idea di prepararmi qualcosa da mangiare, decisi di rileggerla immediatamente, dall'inizio alla fine.
Non appena conclusi la lettura dell'ultimo lemma, due domande sorsero dai meandri più profondi della mia anima, prima ancora che richiudessi quelle poderose pagine appesantite d'inchiostro.
"Come può un uomo solo pretendere di catalogare tutto lo scibile, se esso stesso ne è soltanto una piccola parte ma soprattutto, quanto tempo è passato dall'ultima volta che ho dato una mescolata al sugo?"
Dicevo, cose straordinarie.
*: "Il fumo della sua sigaretta disegnava volute che neppure cento castori ubriachi sopra un lago ghiacciato mi avrebbero fatto conoscere"
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