Mi siedo sulle panchine di marmo bianco a guardare il filo spinato e a pensare che la Storia ha insegnato davvero poco a questo mondo.
Strano paese l'Italia dove il mattino dopo la Liberazione già non c'era più un solo fascista in giro. Dove pochi provano vergogna e sensi di colpa per quel che è stato. Dove tutti hanno tirato fuori dagli armadi il parente ebreo o quello partigiano. Dove la Resistenza è stata usata per dire che "alla fine non eravamo poi così cattivi noi italiani, il fascismo ce l'hanno imposto".
L'importante è uscirne il più "puliti" possibile.
L'essenza del "cerchiobottismo".
Non è che si volti pagina, semplicemente non ci si sente più presi in causa.
Ai bambini vengono mostrate le foto dei campi di concentramento e gli si spiega che i fascisti e i nazisti erano dei mostri. Si sente bisogno di dipingere il "male" come un demone.
Mentre il fascismo si è semplicemente basato su milioni di persone che hanno fatto la scelta sbagliata.
Non è cambiato nulla se ben ci si pensa, solo che adesso stiamo dalla parte "giusta". Non siamo più il demonio ma i "liberatori", i detentori delle "leggi civili", i "garanti della libertà".
E alla domanda "quanto vale una vita" la risposta che da la realtà è sempre la stessa: dipende.
Percepisco una grossa mancanza d'autocritica, il male sta sempre dalla parte opposta alla propria, non esiste mediazione, mancano i presupposti per un dialogo.
Certezze prefabbricate mi sorridono dagli scaffali della libreria, fiction ammiccano dalla televisione per insegnare al popolo la Storia dal loro punto di vista.
E ad ognuno viene lasciata la scelta. Ognuno è libero di scavare o d'accontentarsi di quelle certezze.
A volte ho semplicemente tanta paura di un mondo che è convinto di "ricordare" mentre sta dimenticando la cosa più importante.
Tutti noi possiamo scegliere.
5 Responses to “Il senso della memoria”