Mattina. Seduta sul predellino dell' Ic "Canaletto" che da Venezia va a Torino, ultima sigaretta prima di due orette di forzata astinenza. Sul predellino accanto al mio una coppia si saluta nel modo più dolce che abbiano mai inventato. Dio solo sa quato invidio quella sensazione. Lei gli stringe le mani quasi a non volerlo far andare via, poi dice "ti prego, fa attenzione a dove ti siedi in treno. E non prendere la metropolitana, mi raccomando.". Si legge la preoccupazione nei suoi occhi. Così come in quella di alcuni controllori. E' un treno "a rischio", sento dire, un treno di pendolari.
"Voglio trovare un senso a questa storia, anche se questa storia un senso non ce l’ha. Voglio trovare un senso a questa voglia, anche se questa voglia un senso non ce l’ha ."
Qualcosa è cambiato.
Il treno brulica d'informazioni che viaggiano da un vagone all'altro, "un nuovo attentato", "dove?", "Sharm, Egitto". Serpeggia un'eccitazione che assomiglia al panico. Non c'è silenzio, non c'è pace. Non so perchè, ma non riesco ad essere sconvolta. Non è passato poi così tanto tempo da Ottobre. Chi sa ricorfare ha memoria. L'Egitto è un paese "colpevole", ha già pagato più volte in passato. Perchè il paradiso dei turisti occidentali avrebbe mai dovuto essere esonerato?
"Voglio trovare un senso a questa situazione, anche se questa situazione un senso non ce l’ha. Voglio trovare un senso a questa condizione, anche se questa condizione un senso non ce l’ha."
Si respira tensione, qualche immigrato salito a Mestre genera un rimescolamento generale alla ricerca di un vagone "sicuro". Non c'è logica, non c'è raziocinio, uomini e donne si muovono come palline in un flipper impazzito. Ma non possono uscire dalla scatola. Non è contemplato dalle regole del gioco. Così finiscono per sbattere gli uni sulle altre.
E' la paura di morire che prende alla gola. E' il vuoto di chi non riesce più a sentire il valore di ogni singolo abbraccio. Di chi non sa fare l'amore perchè vede solo il sesso.
"Sai che cosa penso, che se non ha un senso, domani arriverà, domani arriverà lo stesso. Senti che bel vento, non basta mai il tempo, domani un altro giorno arriverà... Domani un altro giorno... ormai è qua."
Le immagini trasmettono sensazioni forti, che un popolo assuefatto ad un vuoto di contenuti non sa affrontare. Ogni morto è un eroe, un martire, un generatore automatico di rabbia e sdegno. Allo stesso tempo nessuno di quei morti esiste. Perchè quello stesso sdegno andrà ad alimentare il marketing del terrorismo. Strano mondo dove con una macchina sportiva ci si sente invincibili ma non si accetta che i soldi non comprino il controllo della vita e della morte.
"Voglio trovare un senso a tante cose, anche se tante cose un senso non ce l’ha."
Poi si scende dal treno, si lascia l'ansia a chi non ne sa fare a meno.
S'incamera nuovo orrore, lo si metabolizza.
E si va avanti.
Senza dimenticare...
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