L’arte contemporanea può sconvolgere, apparire priva di significato, vuota, può risultare il frutto della mente malata di un qualche personaggio stravagante che si crede un artista. In realtà non si riduce a così poco, è molto di più, e per comprenderla bisogna viverla, permetterle di farci provare emozioni. Ognuno di noi può provare i più disparati sentimenti di fronte a una panchina colorata su cui non è più possibile sedersi o davanti a un tavolino dipinto di colori sgargianti sul quale sono stati incollati oggetti comuni modificati.
Tinte brillanti e accese, pelliccia sintetica, plastica, oggetti da ferramenta, tende da bagno e perfino materiale elettrico si presentano al visitatore della mostra su Jessica Stockholder, allestita al Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara. Sono opere d’arte sotto forma di “cumuli” di oggetti comuni, che permettono al fruitore di toccare (senza distruggere naturalmente), camminare attraverso e vivere l’arte contemporanea. Lo scopo dell’artista americana è quello di indagare a fondo la natura e i meccanismi dell’esperienza umana. Sinceramente non è una mostra che consente di conoscere e comprendere l’arte contemporanea, le opere, spesso senza titolo, possono sembrare impenetrabili, apparentemente prive di significato, ma allo stesso tempo possono affascinare il visitatore, trasportarlo in un mondo in cui non è più importante il significato degli oggetti utilizzati, un mondo in cui l’unica cosa che viene chiesta è un’emozione negativa o positiva che sia. Chiedere un’emozione a chi non è esperto di arte contemporanea, è già abbastanza, forse anche troppo, ma è quasi inevitabile provarla, può essere di disgusto, di fascino, ma non può esserci indifferenza, perché se non altro di fronte a queste installazioni nasce spontanea nella mente una domanda:
perché l’artista ha pensato di unire proprio quegli oggetti? Cosa voleva dire? Perché data la banalità dell’opera non è venuto in mente anche a me di farla?
So che questo post potrà creare forti dissapori fra i sostenitori della cosiddetta arte con la A maiuscola di Leonardo, Michelangelo, Caravaggio e coloro che invece apprezzano questo nuovo modo di intendere l’arte. Ricordiamoci solo che il concetto di arte è cambiato ormai un secolo fa, fu la spinta degli impressionisti a mettere in moto questo processo, che ha portato oggi alla video arte e ai “cumuli” di oggetti esposti fino all’11 dicembre a Ferrara.
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