Che la Chiesa di San Francesco ultimamente fosse diventata poco chiesa e molto sede politica (soprattutto di sinistra, ma anche di destra) si capiva lontano un miglio; era chiarissimo anche a chi, come me che abito ad Assisi luogo di chiese per eccellenza, fa di tutto per evitare di incrociare frati suore e chiese.
Il vescovo di Assisi (ora ex vescovo) Monsignor Sergio Goretti, era un prete che in giro non si vedeva quasi mai, a parte la mattina alle otto quando andava a comprare il giornale e benediva tutti quelli che incontrava. In effetti mi pareva strano che ad Assisi si parlasse più del Custode del Sacro Convento Vincenzo Coli che non di Goretti, fino a quando Goretti non se n’è andato in pensione e tutti abbiamo capito che fare il Vescovo ad Assisi ERA un po’ come quando ti danno qualche carica onoraria: tutto fumo e niente arrosto.
Ma adesso le cose cambiano, e cambiano in peggio. Se voi abitaste ad Assisi, come me, potreste vedere le facce scure dei frati francescani, che ovviamente non vanno a dire alla stampa “porca miseria, adesso siamo con le mani legate”, limitandosi ai sorrisi di circostanza e alle felicitazioni per il nuovo vescovo.
Quello che mi stupisce è che molti politici (sempre a sinistra) gridano allo scandalo: miei cari signori della Sinistra (e pure della Destra, anche se magari non lo date a vedere), in questi 35 anni la Basilica di San Francesco era diventata una vera e propria enclave, e i frati francescani avevano preso alla lettera il motto evangelico «Non sappia la tua destra cosa fa la tua sinistra». Un esempio a caso: della famosa visita di Tareq Aziz, vice di Saddam, prima della caduta di Baghdad, Monsignor Goretti non sapeva nulla. E così pure di altre mille iniziative. Voglio dire, quando parlano di Assisi & Frati, dieci a uno che vi viene in mente il Sacro Convento e Padre Vincenzo Coli e non Sergio Goretti (chi?).
E infatti Goretti si è espresso contro «queste assurde enclave autonome sulle quali non avevo nessun potere». Delle iniziative dei frati, ha detto, mi informavano soltanto i giornali e i «fedeli non ne capivano il motivo» (che i fedeli magari neanche se lo chiedevano è cosa che a Goretti non è mai passata per la mente). In realtà la decisione di Benedetto XVI rientra in un disegno di maggior controllo gerarchico sulle attività dei grandi santuari, così come avvenuto in quello mariano di Pompei e a San Giovanni Rotondo.
Bene(detto), bravo, bis: ma adesso quand’è che Dio scende dal cielo per commissariare il Vaticano? Anche perché il referente per le decisioni sarà CAMILLO RUINI, e secondo voi RUINI sarà capace di tenere San Francesco lontano dalla politica, lui che non sa neanche tenercisi lontano da solo?
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