Sono dipendenti i bambini quando sono così piccoli, anche se oramai camminano da soli, corrono, iniziano a biascicare le prime parole.
Eppure dipendono da te in tutto e per tutto, si affidano ciecamente, mangiano quietamente dalle tue mani, si lasciano mettere in una valigia per gioco, ti seguirebbero in capo al mondo senza dubitare di nulla, col loro sorriso da pochi denti, e gli occhi che fanno "blink, blink".
Pochi t'ameranno con l'ardore di un bambino.
Visceralmente.
Vedo la foto di Tommaso Onofri che mi sorride da tutti i giornali e capisco perchè la collettività trova difficile digerire questa morte.
Non è uno tra i tanti che ogni giorno muoiono per violenze, carenza di cure, in un villaggio sperduto dove manca l'acqua o per gli orrori delle guerre.
Non è un "numero".
E' un volto che abbiamo imparato a conoscere, due occhi innocenti, bellissimi.
Ha una storia, che è stata divulgata, resa nota, ostentata a tratti, una storia normale, il figlio di tutti noi.
Ed il pensiero corre spontaneo a tutti gli altri bimbi.
Quelli senza volto, senza storia.
La conclusione della vicenda già si presta ad essere argomento di campagna elettorale.
"Guai a chi tocca i bambini" tuonano unanimi i politici.
Gli stessi politici che avallano le guerre e che pensano al prestigio internazionale prima di occuparsi del sociale del loro paese.
E noi assistiamo alle bagarre impotenti, sovraesposti alla pseudoinformazione.
Ma sono e restano i "nostri figli".
E continua a fare male.
2 Responses to “Gli occhi dei bambini”