Il Codice Da Vinci

Trascinata a vederlo quindici giorni fa da un’amica che sarebbe meglio mantenesse le promesse quando deve e non quando farebbe meglio a dimenticarsene, credo sia il primo caso di film che mi è piaciuto più del libro, ovviamente non per meriti suoi quanto perché il libro è scritto non con i piedi ma con le unghie dei piedi. Se da una parte aver letto il libro è utile (perché altrimenti non si capisce una mazza delle teorie esposte, che il film taglia per buona parte facendo ancora più confusione di quanta già non ce ne sia), dall’altra è una “rovina” perché il film perde anche quel poco di fascino e mordente che vorrebbe avere.
Detto che Tom Hanks e Audrey Tatou hanno poco appeal (almeno a leggere il libro ti immaginavi una coppia stile Pitt - Jolie o giù di lì), che lui è assolutamente i-na-de-gua-to per quel ruolo (meglio in Forrest Gump o Il miglio verde, certi film non fanno per lui), e che lei ha una sola espressione per tutto il film (tranne l’americanata finale che non poteva mancare), è facile guadagnare due milioni di euro in due giorni se a) il prezzo di un biglietto medio del cinema è 8 euro b) tutte le tessere vip, sconti, abbonamenti vari ed eventuali non valgono nelle prime due settimane di proiezione del Codice c) gli spettacoli (almeno a Perugia) sono programmati ogni mezz’ora a partire dalle 17,30 fino a mezzanotte e mezza in metà delle sale.
Con un cast (sia in termini di attori che di tecnici), il film avrebbe dovuto essere un capolavoro, e invece due ore e passa di piattume allucinante. Regia banale, nessun colpo di scena degno di questo nome (e non perché avevo già letto il libro). Pessima la scelta di lasciare gli accenti francesi, le traduzioni dei dialoghi latini sono un po’ …allegre.
Visto che come argomento di conversazione è oramai scontato e banale (ne parlano tutti, è diventato l’equivalente delle mezze stagioni), se proprio non potete farne a meno vi consiglio di aspettare il dvd!


Premesso che in tutte le edizioni mondiali del Codice (tranne quella italiana, chissà perché) c’è scritto «Tutte le descrizioni di documenti e rituali segreti contenuti in questo volume rispecchiano la realtà», vi segnalo un po’ di orrori sparsi vari ed eventuali:

- Tanto per cominciare che Maddalena non è stata “maltrattata” dalla Chiesa, visto che è una Santa.

- Il Vangelo gnostico di Tomaso, (citato da Brown in lungo e in largo), non era per nulla un testo proto-femminista: la grandezza della Maddalena è che «[…] si fa maschio». A Simon Pietro che obietta «Maria deve andare via da noi! Perché le femmine non sono degne della Vita», Gesù risponde: «Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Perché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei cieli». (link)

- La descrizione de “La vergine delle Rocce” è totalmente sballata

- La piramide del Louvre non ha 666 piastre

- Saint Sulpice è definita una chiesa “sinistra” perché ci si sono battezzati de Sade e Baudelaire. Allora anche San Francesco d’Assisi è sinistra, visto che prima di essere suolo per la Chiesa ci impiccavano la gente

- La sequenza di Fibonacci riportata nel libro è sbagliata (manca lo zero) Ci sono interpretazioni divergenti sulla sequenza di Fibonacci: a me risulta che lo zero ci debba essere, ad altri no. Non è comunque un punto di vitale importanza del libro

- La divinità di Gesù era già riconosciuta prima del Concilio di Nicea: esistono testi del primo secolo cristiano dove Gesù Cristo è chiaramente riconosciuto come Dio, e se non bastasse «In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio» (Vangelo di Giovanni), non vi dice niente?

- I Vangeli erano canonici già nel 190 d.C., 90 anni prima della nascita di Costantino

- Secondo Brown Papa Clemente V bruciò centinaia di Templari, e sparse le ceneri nel Tevere. Peccato che in quel periodo il Papa fosse in cattività ad Avignone, dove notoriamente (tranne che per Dan Brown) non passa il Tevere

- Parigi non fu fondata dai Merovingi, ma era un villaggio gallico

- Non errore storico ma di somaraggine: Da Vinci non è il cognome di Leonardo, ma il luogo di provenienza. Leonardo o si chiama Leonardo, o Leonardo Da Vinci. È come se parlando del “Cantico delle Creature”, voi diceste che l’ha scritto D’Assisi.

Ps prima di criticare tanto, la Chiesa farebbe bene a guardarsi il film, perché tutta la contrapposizione Chiesa - Culto della Dea nel film finisce a tarallucci e vino.

8 Responses to “Il Codice Da Vinci”


cribbio
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