Ok, siamo pronti allo stuolo di "clamoroso" e "incredibile" che seguiranno alla meritatissima eliminazione del Brasile. La verità, però, è che probabilmente il fatto che questa selecao non fosse all'altezza delle precedenti poteva essere persino prevedibile (qui lo si era detto alla vigilia della prima partita): se non fossero stati troppo impegnati a recitare servilmente il mantra "giocano-col-sorriso-sulle-labbra" se ne sarebbero accorti persino i giornalisti sportivi italiani. Si sarebbero accorti - per esempio - che Cafu e Roberto Carlos hanno 69 anni in due, e dopo ogni sgroppata sulla fascia necessiterebbero di un apposito bus navetta che li riporti sulla linea difensiva. Si sarebbero accorti che Emerson veniva da una stagione deprimente, che Ronaldinho non segna in nazionale da oltre un anno, che Adriano in questa stagione non l'ha mai strusciata, che Ronaldo ha sfondato abbondantemente il limite dei 90 kg. Si sarebbero accorti dell'insensatezza di una squadra con due mediani e quattro attaccanti che pensa di poter fare a meno di correre, si sarebbero accorti che se anche il Ghana perdendo tre a zero riusciva a fare il 60% di possesso palla contro i grandi palleggiatori verdeoro qualcosa non andava.
Bene quindi l'eliminazione dell'irritante Brasile, monumento alla sufficienza, alla supponenza e all'arroganza che non ha fatto altro che guardarsi allo specchio, mentre avversari molto meno blasonati della Francia (vedi Croazia, Australia, Ghana e lo stesso Giappone) lo mettevano in difficoltà.
Onore ai transalpini (sui quali, invece, avevamo ciccato del tutto il giudizio): restano i dubbi sulle esclusioni (Trezeguet in panchina, Mexes, Giuly, Evra e Frey a casa) ma la squadra ha ritrovato brillantezza e il signor Zidane si dimostra ancora il miglior calciatore degli ultimi venti anni.
Mi auguro che possano arrivare in finale, i francesi. Abbiamo giusto un conticino in sospeso.
2 Responses to “Adios”