Tanti si svegliavano con la loro fascetta quotidiana: Repubblica, Corrierone, Sole24ore piegati in due sopra lo zerbino e pronti per essere squadernati sul tavolo accanto alla colazione.
Oggi tale pratica suona demodé e d'altra parte in un paese di editori impuri e convergenza interessata di media e politica, a tutti noi piace immaginare il web, nella fattispecie il blog, come alternativa economica e non polarizzata alla carta stampata o peggio, of course, ai telegiornali.
Perciò la rassegna mattutina la facciamo spulciando - tempo permettendo - i preferiti del browser. Vediamo.
Ciccsoft oggi apre col dopo 11 settembre, un argomento tornato di stretta attualità dopo la puntata di Report, gli speciali di Megachip o la copertina - "Il complotto dell'11/9: una boiata pazzesca" - di Diario in edicola questa settimana.
L'agilissimo Wittgenstein spara sulla demagogia da indulto e sulla finanziaria intelligente.
Di tutta risposta l'istituzionale Beppe Grillo da par suo non insegue l'attualità ma nel suo stile la rimbalza, riconducendo nel suo alveo l'enorme dibattito sulla finanziaria per attivarsi su un problema che sui media ha scarsa risonanza fuor che per esigenze di spettacolarizzazione.
Dal suo spazio invece l'emergente Freddy Nietzsche fa il verso alle direzioni del Tg1, cascando però nella trappola della ridondanza mediatica, ossia il blog a questo punto non si dimostra più alternativa al medium istituzionalizzato, ma finisce per emularne lo stile e lo spirito.
Potrebbero seguire La Torre di Babele, Lipperatura, Bookcafé e tanti altri pressoché all'infinito, riecheggiando quella sequenza suggestiva in cui il Nanni Moretti di Aprile sfogliava un immane patchwork di ritagli giornalistici come un grande lenzuolo, accartocciandosi dentro.
Rimembrando quella scena mi piace traslarla sui blog, avvalendomi della metafora di Grande Conversazione per definire questi diari online rivelandone così l'aspetto di corrispondenze da luoghi più o meno remoti o vicini, autorevoli e no, comunque prospettivamente globalizzati.
Tutto questo per dire che da oggi comincerò, come tanti altri prima di me, a raccontarvi la mia porzione di mondo e di vita, quel che vedo dalla mia finestra, sulle pagine di Ciccsoft; ok, non sarò un Riszard Kapuscinski né un Robert Capa, né un Terzani né un Baldoni, però questo non dovrebbe snobilitare il proposito.
Di poche altre cose, infatti, vado convinto come di questa: «le parole sono oggetti da costruzione».
Lo disse E.N.Rogers, un architetto, per ricordarci come sovente di fronte alla complessità del mondo la comunicazione e la parola sappiano dimostrarsi più concreti d'ogni altra realtà materiale.
La parola, in quanto piccola unità non scomponibile se non in briciole fonemiche (come il mattone in granelli di sabbia), può assemblarsi e articolarsi in discorsi al fine di far transitare conoscenza, informazione e talvolta emozioni.
Oggi questo accade attraverso i pixel di uno schermo, o i nodi della rete.
Oggi la parola è nei blog.
4 Responses to “Il quotidiano rassegnato (ex rassegna quotidiana)”