- La foto non c'entra nulla ma mi ha strappato un sorriso mentre sceglievo le zucchine alla coop, quindi l'ho pubblicata.
- Lo sconto di pena ottenuto grazie all'indulto dal mostro di Foligno ha fatto arrabbiare molti. Buona parte di questa arrabbiatura è strumentale. Altri, spesso impegnati a difendere l'indulto, si sono affannati a dimostrare che se io riduco il termine della pena dal 2023 al 2020 sostenere che "il mostro uscirà presto di prigione" è una fragorosa stronzata. Sacrosanto.
I giudici dicono di aver applicato la legge, io avevo capito che gli autori di reati sessuali contro i minori non avrebbero beneficiato dell'indulto e non credo che il fatto di far seguire l'uccisione del bambino alle molestie e agli abusi possa far sparire la componente della pedofilia dal reato. Quindi sicuramente avevo capito male all'inizio. Lo spero.
Cosa ne penso complessivamente di questi tre anni di sconto per Chiatti?
Che non se ne sentiva il bisogno.
- A Deaglio e ad altri non è piaciuta la prima puntata di Report, quella che ha mostrato stralci di un documentario sull'11 Settembre che lancia pesanti dubbi sull'attendiblità delle tesi ufficiali sugli attentati.
Quando ho letto che sarebbe stato questo il tema della puntata non ne ero particolarmente felice, ma mi sono potuto ricredere.
Tutto il lavoro dei "complottisti" non è stato presentato come una verità assoluta, ma come un punto di vista, un documento che mostrasse qualcosa di parzialmente nuovo (per la tv italiana) e potenzialmente interessante. Con sguardo distaccato, disincantato e sostanzialmente neutrale.
La chiosa finale della Gabanelli è la sintesi del mio pensiero in merito: non tutte le tesi di chi è convinto del complotto sono sufficientemente forti e fondate, alcune sono palesemente frutto di manipolazioni a senso unico e gettano fumo negli occhi più quanto faccia un segretario di stato qualunque, ma quelle della versione ufficiale hanno molti punti oscuri e si è data più di una volta l'impressione che fosse poca la volontà di chiarirle e di colmarne i vuoti.
In realtà non mi tormento da un po' con questo genere di questioni.
Il problema di chi ha fatto crollare le torri realmente è un fatto di secondaria importanza, la questione è politica e sociale. La verità ufficiale detta l'agenda degli eventi attuali, il resto sono esercizi retorici.
Data per buona la tesi secondo la quale Bin Laden e Al Queda sono responsabili degli attentati io non condivido e biasimo ogni singola decisione di politica estera dell'amministrazione Bush da quel momento in poi.
I dibattiti sul punto di fusione dell'acciaio fanno perdere di vista la questione concreta: la guerra non è la risposta al terrorismo e non favorisce la pacifica convivenza fra Oriente e Occidente.
I risultati, pessimi, degli ultimi 5 anni fra Afghanistan e Iraq sono sotto gli occhi di tutti quelli che vogliono vederli.
Senza bisogno della consulenza di un ingegnere. Non so a voi, ma la cosa mi tranquillizza.
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