Monthly Archive for Giugno, 2007

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«Sembrava una macelleria messicana» (Pulp Fiction)

Dice l'ex vice questore aggiunto del primo Reparto Mobile di Roma Michelangelo Fournier che la scuola Diaz, a Genova, durante il G8 del 2001 sembrava una macelleria messicana. Dice che c'erano pezzi di cervello in giro e schegge di cranio, fiumi di sangue e tizi moribondi distesi in pozze rosse.

Dice la gente, gente come me, che si sveglia la mattina come me e che si lava i denti come me, magari usando lo stesso dentifricio consigliato dai dentisti, dice questa gente che a luglio 2001, a Genova, se la sono cercata. Dicono ragazzi della mia età, e dell'età che avrebbe Carlo oggi se non fosse stato barbaramente assassinato dallo Stato Italiano, che quel ragazzo di 45 chilogrammi con in mano un estintore di 6 costituiva un gravissimo pericolo per il Defender dei carabinieri e che, dunque, quegli stessi uomini armati bene hanno fatto ad ucciderlo e poi a passarci sopra con le quattro ruote motrici, avanti e indietro, come in quelle battute che uno fa quando per la strada incontra qualcuno d'antipatico: "Ora lo investo e poi gli ripasso addosso pure in retromarcia".

Dicono tanti, alcuni lettori di questo stesso blog, che se uno alla mattina si sveglia e, invece di mettersi a tracolla lo zaino, indossa un passamontagna, allora quello è un tizio pericoloso per la società e che quindi giustamente deve andare ammazzato in Piazza Alimonda. Dico io che uno che alla mattina si mette un passamontagna, invece di scrivere un cartello con la colomba della pace, quello è solo un ragazzo che ha scelto una vita diversa da quella di tutti noi che, invece - e legittimamente - a fronte di un grande dissenso scriviamo, ci insultiamo, gridiamo in televisione. Dico io che uno che lancia un estintore addosso a una camionetta zeppa di uomini armati, ebbene, non è un eroe, è un coglioncello con un'aspettativa di vita assai inferiore della mia, ma è tuttavia una persona che ha avuto il coraggio di fare qualcosa che altri, diversi da lui, preferiscono limitarsi a pensare, a giudicare, a sognare arrotolando le lenzuola nei pugni.

Uno che lancia un estintore di 6 chili da 10 metri di distanza verso una camionetta è uno che la sera dovrebbe tornare a casa a guardarsi i quiz di Gerry Scotti, non morire ammazzato e ripassato in padella da sassi interlocutori e pneumatici in retromarcia. Dice che la verità piano piano sta venendo fuori e dico io che saranno in pochi, alla fine, a potersi guardare allo specchio, tra interpreti dello scandalo e semplici commentatori dello stesso. Dice l'ex vice questore aggiunto del Primo Reparto Mobile di Roma Michelangelo Fournier che oggi s'è pentito ma che allora non riuscì a dire le cose che invece adesso sì. "Durante le indagini non ebbi il coraggio di rivelare un comportamento così grave da parte dei poliziotti per spirito di appartenenza", ha confessato finalmente in aula a Genova, rispondendo alle domande del pm Francesco Cardona Albini. Io dico che lo spirito d'appartenenza è legittimo: non mi sento di criticarlo. Per spirito d'appartenenza storcerei la verità io stesso, se per esempio si trattasse di calcio, ma non lo so cosa farei se dal mio spirito o non spirito d'appartenenza dipendesse la verità di un fatto che resterà per sempre tra le pagine più nere della storia italiana.



Dice l'ex vice questore aggiunto eccetera eccetera: "Arrivato al primo piano dell'istituto ho trovato in atto delle colluttazioni. Quattro poliziotti, due con cintura bianca e gli altri in borghese stavano infierendo su manifestanti inermi a terra. Sembrava una macelleria messicana. Sono rimasto terrorizzato e basito quando ho visto a terra una ragazza con la testa rotta in una pozza di sangue. Pensavo addirittura che stesse morendo. Fu a quel punto che gridai: 'basta basta' e cacciai via i poliziotti che picchiavano".

Dicono tantissime persone che allora fu tutta colpa dei black bloc, ma anche di tutti i ragazzi come Carlo i quali invece d'andarsene al mare, in fondo era luglio, scelsero di scendere in piazza a manifestare, anche violentemente. Chi dice così generalmente lo dice, appunto, stando in spiaggia al mare, steso sulla sabbia calda, dietro la Gazzetta dello Sport, oppure al lavoro, in cravatta e completo gessato e io penso che così sia troppo facile. Allo stesso modo, per esempio, potrei dire che non capisco affatto tutte le persone che la mattina s'alzano alle 5 del mattino, anzi potrei aggiungere che per me chi s'alza alle 5 del mattino è proprio un gran coglione e dovrebbe smetterla subito perché non glielo fa fare nessuno, anzi, se uno di quelli che s'alzano alle 5 poi, per caso, finisce ammazzato sotto un treno, ben gli sta: ma, appunto, sarei io a dirlo, e io sono uno che male che va, per lavorare, si deve alzare alle dieci, ripeto: male che va, al massimo una volta o due al mese può darsi che debba prendere un aereo la mattina presto, ma comunque sia la paga che ricevo per tutto questo è talmente più alta di quella riconosciuta a quelli che s'alzano alle 5 che facilissimo sarebbe per il sottoscritto continuare a riferire di costoro come dei perfetti cretini.

Io dico che chi dice così di quello che accadde a Genova oggi dovrebbe arrossire. Dice invece l'allora questore eccetera: "Intorno alla ragazza per terra c'erano dei grumi che sul momento mi sembrarono materia cerebrale. Ho ordinato per radio ai miei uomini di uscire subito dalla scuola e di chiamare le ambulanze". Dico io che per fortuna certe cose piano piano stanno uscendo fuori e noi siamo anche qui per ricordarlo, di tanto in tanto.

Qui sotto un video importante con le testimonianze dei "sopravvissuti" alle torture inflitte all'interno della Scuola Diaz che titoleremo: "Mi costringevano a urlare Che Guevara figlio di una puttana". (diffondete, per dio)

Untitled 1996

Il 29 novembre 1997 fu inaugurata nella Chiesa di Santa Maria Annunciata a Milano la prima opera d'arte contemporanea installata permanentemente in un edificio religioso.
Finanziata dalla Fondazione Prada e voluta dalla comunità parrocchiale, Untitled 1996 di Dan Flavin si inserisce in un contesto particolare, sia dal punto di vista artistico che sociale.
La chiesa, denominata Chiesa Rossa dal nome del quartiere dove si trova, risale al 1932, costruita da Giovanni Muzio, glorioso architetto del razionalismo milanese, che volle l'edificio religioso spoglio e rigoroso, senza affreschi o altri tipi di abbellimenti architettonici.
Il quartiere Chiesa Rossa si trova alla periferia sud di Milano, in una zona  che è stata meta di immigrazione, spesso clandestina, dove le forze dell'ordine sono intervenute raramente per arginare la deliquenza locale.
La domanda che molti si pongono è: cosa ci fa l'ultima opera di Dan Flavin, il grande maestro del minimalismo americano, in una chiesa "sperduta" della periferia milanese?
Le risposte possono essere molteplici:
- abbellisce e perfeziona una struttura architettonica già di notevole pregio;
- cerca di rendere la zona meta turistica di massa, richiamando turisti stranieri e studiosi da tutto il mondo;
- rappresenta l'atto di una fondazione che tenta di veicolare un marchio e che si fa carico dei bisogni sociali di una città di cui si sente parte.
Io credo che prima di tutto Untitled 1996 TESTIMONI.
L'opera testimonia un riavvicinamento fra la Chiesa e l'arte contemporanea, una amicizia del passato ritrovata nel presente.
Testimonia il coraggio di una comunità religiosa e laica che crede ancora che l'arte possa avvicinare a Dio e che, senza l'appoggio delle istituzioni, si è impegnati in un progetto ambizioso e pericoloso.
Testimonia la grandezza di un artista, che ormai malato, progetta un'installazione da lontano, senza muoversi dalla sua casa di New York, servendosi solo di video e fotografie.

Questa vista non mi è nuova

C'è un passaggio del keynote di Steve Jobs di tre giorni fa per presentare Leopard che forse a molti è sfuggito ma la dice lunga su come la gente abbia percepito il nuovo sistema operativo Apple. Guardare per credere: Steve dopo abbondanti chiacchiere iniziali finalmente svela quale sarà il nuovo desktop, e BOOM, mostra questo.


Risate in sala. La gente divertita pensa stia scherzando. E' ovviamente una presa in giro: ci sta mostrando il desktop del Mac come se scimmiottasse Windows Vista. Invece è proprio questo Leopard: con le sue trasparenze e dock 3d traslucido. Questione di un attimo, due o tre secondi: poi la gente capisce e torna zitta rimanendoci di merda. E Steve Jobs serissimo e pietrificato dall'imbarazzo non riceve il minimo clamore o applauso per la sua nuova creatura solitamente accolta con urletti eccitati e sommo stupore.
Se si aggiunge la figuraccia che sta facendo Safari finalmente (?) rilasciato per Windows, ecco, penso non sia stata una gran giornata a Cupertino.

Le dimissioni farlocche di Selva

Qualora fosse vera quella strana teoria secondo cui esisterebbe un fantomatico "Partito del Corriere" che trami e brami per arrivare ad un governo istituzionale - e in questo piano rientrassero quindi le intervistone a Monti, i comizi di Montezemolo, il libro di Stella e Rizzo, eccetera - mi risulterebbe molto difficile pensare che quei buontemponi (eufemismo) di Buttiglione e Selva non siano parte del complotto, eroici kamikaze pronti al sacrificio personale pur di far giungere il paese il prima possibile al climax dell'antipolitica militante (ci manca solo che il Corriere vada in edicola coi dvd di Beppe Grillo a 9,90 € e tutto quadrerebbe, in effetti).

Detto questo, però, occorre dire una cosa per frenare i facili entusiasmi di molti: le dimissioni di Selva sono farlocche almeno quanto quelle di Turigliatto. Si da il caso che il regolamento parlamentare stabilisca che le dimissioni di un senatore per essere esecutive debbano essere approvate dall'aula, che si esprime a scrutinio segreto. Non è necessario che io vi ricordi la situazione numerica a Palazzo Madama.
Franco Turigliatto aveva promesso in fretta e furia le dimissioni dopo essere diventato l'uomo meno stimato (sic) del centrosinistra italiano: per inciso, ci ha ripensato ancora prima che le farraginose procedure regolamentari facessero arrivare il momento del voto. Ora, capisco le anime candide, ma suvvia: credete davvero che la Cdl sia pronta a rinunciare ad un senatore con una tale nonchalance?* Vedrete: Selva chiederà scusa, dirà che non lo farà più, non andrà in tv per qualche mese e nel frattempo - qualora si arrivasse al voto - lo scrutinio segreto respingerà senza troppi problemi le dimissioni farlocche. Dopo essersi giovato dell'ambulanza, Selva si avvarrà di senza troppi problemi di un bel.. pronto soccorso.

* Aggiornamento: a seguito di alcune segnalazioni ho fatto una ricerca veloce e mi correggo. A seguito di dimissioni di un senatore subentra il candidato che segue immediatamente l'ultimo degli eletti nell'ordine progressivo della lista cui apparteneva il senatore dimissionario: quindi Selva sarebbe sostituito da un altro senatore di An. Sul fatto che l'aula approvi le dimissioni, però, sono piuttosto scettico: le dimissioni di Livia Turco, tanto per fare un esempio, sono state già respinte per tre volte, e Selva ha già fatto retromarcia.

L’uomo venuto con la Porsche bianca e il patto col Diavolo

Azouz che scende dalla Porsche Carrera bianca, con la giacca bianca e il pantalone bianco, a me fa venire i brividi. Dice il Corriere della Sera che sulla V aperta della camicia, forse bianca anch'essa, tra qualche pelo rado e la pelle scura, si stagliava un medaglione d'oro, uno di quello dei grandi divi e, dice sempre il Corriere, che quel medaglione era composto dalla fede nuziale e dalla foto del bimbo. Moglie e figlio di Azouz, quello della Porsche bianca, camicia bianca, giacca bianca e medaglione, sono stati trucidati a sprangate e a coltellate dai vicini di casa, qualche mese fa, nella tragedia delle tragedie, quel massacro di Erba che ha fatto impallidire pure Novi Ligure.

Azouz che scende dalla Porsche bianca davanti al Coconut, questo piccolo locale della provincia di Erba, e si ritrova con Lele Mora, col tronista Alessandro di Pasquale e il calciatore Gabriele Rodrighiero, mi fa attorcigliare le viscere come una stella filante soffiata perché l'avevamo detto, tutti quanti, che quello lì ce le aveva tutte per diventare carne da reality, l'avevamo detto subito, già alle prime interviste, mentr'egli si schermava dietro gli occhiali da sole a specchio, e poi pure dopo, l'avevamo detto, nei salottini televisivi di Mentana e Vespa, seduto sulle poltrone, intento a rispondere a domande cretine di giornalisti cretini, e l'avevamo definitivamente desunto ancora più tardi, quando cedette le immagini del funerale della famiglia per una cifra spropositata a un settimanale rosa. Tra il partito di quelli che in qualche modo deve pure campare e il partito di quelli che uno così si meriterebbe le fiamme dell'inferno, Azouz godone ha già stipulato il patto col Diavolo, dove il Diavolo veste anche lui di bianco, ha sfiorato la galera, vanta un paio di procedimenti penali in corso e si chiama Mora Lele. Mora Lele, di professione agente dello spettacolo, ha dichiarato che Azouz è un bellissimo ragazzo e che da cosa può nascere cosa, anche se nella televisione, per carità, la bellezza mica è tutto. Da par suo l'uomo che ha visto il proprio figlio e la propria moglie sciogliersi di sangue nel salotto di casa ha mangiato ostriche e pesce crudo, tutto rigorosamente offerto dal ristorante Coconut, gentilezza questa ben più che calcolata, se si pensa che per la magica serata il Coconut stesso ha fatto registrare il tutto esaurito e, addirittura, come racconta il proprietario, s'è dovuta rifiutare la prenotazione a decine e decine di richiedenti, e dopo essersi ripulito le labbra e aver rifiutato un amaro, l'uomo che da par suo ha visto il figlio e la moglie eccetera eccetera, non si è nemmeno negato agli autografi e alle fotografie, perché si sa cosa succede alla gente quando viene a sapere che c'è il divo sottocasa: rinuncia agli impegni e scatta foto ricordo.

Lui stesso, Azouz, ha dichiarato che Lele è un amico, me l'ha presentato Fabrizio Corona e mi è stato vicino nel momento del dolore, confessione, questa, che, dopo i soliti brividi, m'ha fatto pensare a un sacco di cose, quasi nessuna positiva, intanto a una, facile facile, che vi espongo immantinente: perché, nel momento del dolore e, nella fattispecie, nelle ore successive a un ematicissimo massacro che ha coinvolto tutta la tua famiglia, dai primissimi rami dell'albero genealogico fino alle ultime gemmazioni, ecco, perché in quei momenti lì, tra tante persone, al tuo capezzale di uomo finito dovrebbe accorrere Lele Mora? Perché questa cosa è successa? Come mai Lele Mora s'è tuffato nel dolore di un uomo? E perché quest'uomo, privato dell'intera vita sua da un paio di fendenti di coltello, avrebbe dovuto accettare, certograzieperchéno, i servigi d'una specie di Divino Otelma ripulito, piombato chissà come e perché mai in quel di Erba con alcuni cadaveri ancora caldi stesi sul tavolo di marmo?

Un'altra domanda che io vorrei porre a questo signore, a cui è andata tutta la mia partecipazione emotiva, mesi fa, mentre veniva accusato, solo perché extracomunitario, mezzo negro, parliamoci chiaro, d'aver massacrato lui i propri cari, un'altra domanda vorrebbe essere la seguente: Azouz, la Porsche Carrera bianca, ce l'aveva anche prima dell'assassinio della famiglia? Perché se la rispota è no, se la risposta è certo che no, la Porsche Carrera bianca è stato un legittimissimo contentino post-trauma, semmai consigliato dallo psicologo di Costanzo, se una strage di Erba qualsiasi porta nel garage del sopravvissuto una Porche Carrera bianca e un contratto con Lele Mora, vale a dire i medesimi servigi che arreca al fortunato la partecipazione ad un reality, allora io non mi sento tanto bene e posso dire con illuminata certezza che questo mondo avrebbe bisogno di una bomba atomica. (o, comunque sia, fatemi sapere a chi mi devo rivolgere per avere indietro la mia partecipazione emotiva)

La Bibbia di Zebedeo

Dal libro della Genesi.

In quel tempo Noè fu chiamato da Dio, anzi Dio gli mandò un messaggio perchè non aveva soldi e Noè lo richiamò. Si diedero appuntamento dalla "Gigina" dove mangiarono castrato e discuterono amabilmente di calcio. Alla fine della cena Dio disse:"Noè, devi farmi un favore", "Dimmi" rispoe Noè, "Devi costruire un'arca con la quale porterai in salvo ogni specie di animale" spiegò Dio; e Noè chiese:"Perchè?","Perchè gli uomini sono sporchi, non si lavano abbastanza. Allora ho deciso di far piovere un pò di giorni così si puliranno". Noè costruì l'arca come Dio gli aveva indicato, usò il legno migliore, la colorò con la vernice gialla fosforescente e installò un impianto radio da un milione di watt. Alcuni giorni dopo Dio fece uno squillo a Noè e questi capì che era ora di partire, quindi caricati tutti gli animali si mise in viaggio. Dopo 100 giorni di pioggia, Noè, che ne aveva pieni i maroni, fece uno squillo a Dio ed egli rispose mandandogli un MMS con la foto di un ramoscello d'ulivo. Dapprima Noè pensò che Dio votasse Prodi, poi capì che la pioggia stava per finire; ed infatti la pioggia cessò e Dio, come segno di pace tra lui e gli uomini, regalò a Noè un portachiavi a forma di arca.     
Parola di Dio.

Non vi ricorda qualcosa?

Max Pezzali - Torno subito

C’era una volta il videoregistratore

Qualche anima benemerita ha escogitato il modo di liberare lo spazio sotto al televisore destinato abitualmente al videoregistratore. Faucet è il sito, scarno quanto essenziale, che rende virtualmente inutili tutti i costosi lettori dvd-recorder che tentano di propinarci: la fusione perfetta tra il "dinosauro" televisore e il giovine e rampante web.

Iscrivendosi a Faucet, si ha la possibilità di registrare qualsiasi programma televisivo di tutti i canali gratuiti presenti sulla piattaforma del digitale terrestre. Dalla Rai a Mediaset, quindi, passando per La7, MTV e All Music (ecc.ecc.), una volta loggati si ha la possibilità di pianificare la propria registrazione, selezionando da un pratico menu a tendina il canale televisivo, il giorno, l'ora di inizio e di termine. Volendo, si può anche programmare la registrazione ripetendola ogni giorno, per non perdersi l'ennesima ma impagabile replica dei Simpson o la puntata pomeridiana della Melevisione.
Quando la registrazione sarà disponibile, comparirà a fianco il link al file video (in formato ipod, quindi mp4, di ottima qualità) e sarà possibile scaricarlo comodamente sul proprio pc. La sciccheria è la possibilità di iscriversi al podcast personale delle proprie registrazioni, per essere aggiornati sulla disponibilità dei video via feed.
Di fatto, il videoregistratore potrà sopravvivere solo per registrare un'eventuale comparsata del parente su una tv locale a caso, o riguardarsi  il filmato della comunione dell'amico quando portava ancora gli occhiali tondi, per deriderlo in allegria. Un servizio così (i cui autori sono sconosciuti ma va loro gratitudine infinita) dà la carne a i vari servizi di "webtv" che tentano di mettere in un angolo l'ancora potentissima televisione tradizionale. Se infatti questi esperimenti 2.0 mi lasciano un pò freddino, dato che qualsiasi cosa etichettata 2.0 ha il vizio non trascurabile di mettere in secondo piano una stupidaggine come i "contenuti", Faucet invece è la genialata che garantisce lunga vita ad entrambi i due media. Amen.

(Grazie a Corso Sempione 50 che ci ha illuminato)

Post postmoderni

Verso Twitter e oltreA me Tumblr fa un po' "paura", pur intuendone la validità. E' la naturale evoluzione del blog che accelera liberandosi degli inutili orpelli. Presto sarà tutto così, video e link, e non ci servirà nient'altro per riempire le nostre pagine. Essendo troppo impegnati a leggere gli altri, a guardare altre cose e ad andare a troppi concerti e vedere troppi films, il tempo per scrivere diverrà un lusso che pochi sapranno permettersi.

Twitter invece mi fa veramente paura. La deriva masturbatoria dei blog (e quindi non nego che prima o poi potrei aprirne uno). Paura e delirio.

E’ Partito il Democratico, ma quando arriva?

Non si schiodano da quella sedia...Tutti critichiamo giustamente il nascente Partito Democratico. Dalle premesse, alle intenzioni, passando per i modi, il PD infila una serie topica di errori, lasciando prima avviliti e poi sconcertati: è difficile, se non si è incoscienti o non si ha un secondo fine, mandare così scientificamente allo sbaraglio una propria creatura.
Quasi nessuno invece (a parte Francesco Costa, per esempio) ha invece l'onestà intellettuale di riconoscere nel PD il secondo, reale ed effettivo tentativo in anni e anni di storia italiana, di produrre una "nuova" formazione politica. Il primo a provarci fu Silvio, scendendo in campo nel 1994, con un partito che ambiva, almeno nelle intenzioni, a staccarsi dal retaggio del Novecento e fiondarsi nel presente. E', più o meno, la stessa intenzione di Fassino e Rutelli, perlomeno ufficialmente.
L'occasione dunque è unica, specie in questa drammatica fase di crisi della Politica, ma i nostri anche questa volta riescono a lasciare che il gelato si sciolga sulle loro mani prima ancora di dargli una sola leccata. Il Partito Democratico si avvia ad assumere i contorni di una bieca manovra raccattavoti, di tentativo disperato di salvare il salvabile, smarcandosi da scomodi compagni di viaggio e sperando di raggranellare altri, ancora più pericolosi a mio avviso. Non c'è ancora uno straccio di segretario, e siamo già a certificare la natura di questo Partito: un vuoto contenitore di voti. Peccato, perchè l'attenuante gliela si potrebbe concedere, come detto: essere un verosimile tentativo di "innovazione" prodotto dalla Paludosa Dittatura Parlamentare (vedi post di Leonardo sul Parlamento italiano).

Una delle critiche diffusesi sottolinea la totale assenza di giovani e giovani adulti tra coloro che dovrebbero formare il partito, completamente ignorati in questa delicata e decisiva fase di costruzione del PD. Qui scatterebbe un'altra attenuante, se non rischiassi di passare come troppo indulgente... Però è obiettivamente non facile che la società italiana malata si produca da sola gli anticorpi per la malattia. Se fossero stati chiamati a raccolta anche le "nuove" generazioni (come ha chiesto giustamente Sofri) sarebbe stata un'eccezione, non la regola (Chettimar lo spiega meglio e più brevemente di me). Siamo ostaggio di chi ha costruito questa società, e si attacca morbosamente alle posizioni raggiunte: sarebbe stato miracoloso, e non ovvio, che il PD si aprisse anche ai giovani.
I problemi del PD sono gli stessi che affliggono il Parlamento, la Politica e la Società: una sorta di cortocircuito tra causa ed effetto. Non si concede spazio, ma questo stesso spazio viene rivendicato blandamente. Non so quanti di questi giovani così tanto attesi, come Godot, siano consapevoli che li stiamo aspettando e siano interessati a fare effettivamente qualcosa per prendersi ciò che gli spetta. Non credo si rendano conto che occorre essere tenaci e allo stesso tempo subdoli, per liberare posti da sedere in parlamento, o nei consigli di amministrazione. Soprattutto, pare che l'obiettivo di questo "rinnovamento" sia semplicemente sostituire ai figuranti una maschera più presentabile. Se è una poltrona l'oggetto ambito, ci ritroveremo nella stessa situazione tra cinquant'anni, con un altro ingorgo generazionale a intasare il ricambio naturale dei ruoli dirigenziali. Bisognerebbe stabilire una volta per tutte che se la testa è marcia, anche la parte restante del Corpo non sta messa tanto bene.

Il PD è uno specchio di un problema collettivo e clamorosamente individuale: non sono soltanto i dirigenti, a non essere pronti per il PD, ma pure la base. Non siamo pronti, anzi, non siamo proprio.

Buffet

Le migliori foto di LondraNote sparse su alcune cose curiose
trovate a Londra

Le migliori foto di Berlino Do not walk outside this area:
le foto di Berlino

Ciccsoft Resiste!Anche voi lo leggete:
guardate le vostre foto

Lost finale serie stagione 6Il vuoto dentro lontani dall'Isola:
Previously, on Lost

I migliori album degli anni ZeroL'inutile sondaggio:
i migliori album degli anni Zero

Camera Ciccsoft

Si comincia!

Spot

Vieni a ballare in Abruzzo

Fornace musicante

Cocapera: e sei protagonista

Dicono di noi

Più simpatico di uno scivolone della Regina Madre, più divertente di una rissa al pub. Thank you, Ciccsoft!
(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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