Tutti pazzi per Sarkozy. Sarkozy quà, Sarkozy là. Non è che voglia parlare di Sarkozy: non sarei in grado, non so nemmeno come la pensi, politicamente o che. Però impressione m'hanno fatto le enormi attenzioni mediatiche su quest'omino, e in particolare le ultime foto uscite, quelle in cui lui è a un ricevimento, le avrete viste, e prima guarda, si vede proprio che non resiste, la scollatura di non so quale mucca arrivata per l’occasione e travestita da essere umano con un bicchiere di martini appresso, e poi, in un’altra foto, sempre a un ricevimento, perché se c'è una cosa che questi uomini di potere fanno in grande quantità questa è proprio andare ai ricevimenti, al punto che viene lecito domandarsi quand’è che gli uomini di potere fanno le cose che gli uomini di potere dovrebbero fare, se stanno tutto il loro tempo a presiedere ai ricevimenti, ma non è questo il punto, il punto è la foto, perciò fatemi tornare a quella, alla foto dove si vede Sarkozy posare al ricevimento - nello specifico la visita ufficiale alla Regina Elisabetta - insieme alla sua bella Carla Bruni. Ecco, stanno tutti in fila, loro due, gli sposini novelli, e un sacco d'altra gente, in particolare delle vecchie bacucche ingioiellate con cappotti del secolo scorso e gli zigomi da beverly hills, e lui, Sarkozy, ha questa appuntitissima faccia da volpone, mentre si alza sulle punte per apparire alto quanto la sua bella.
Al che m'è venuto da pensare: eccolo qua, un altro di quelli. Eccolo qua! Un altro furbetto di cui si sentiva la mancanza, un altro vate dell'immagine politica, della promozione personale. Un altro esegeta della Confezione Perfetta: quanto mi stanno sul cazzo, se mi concedete il francesismo, giacché siamo in tema.
Quanto mi stanno sul cazzo questi tizietti bassi e piccoli incravattati che vanno ai ricevimenti e stringono mani e sorridono come in quelle scene dei film dove c'è il grande ricevimento e il protagonista si dimostra affabile con tutti epperò poi noialtri spettatori sappiamo eccome che c'è il trucco, cioè che a lui in realtà non gliene frega una cippa di nessuno, al protagonista, anzi se potesse vederli tutti morti e sepolti ne sarebbe più contento, lo sappiamo, certo, perché noi siamo gli spettatori e quello è un film, e quello che stringe mani e poi se le pulisce sul fianco della coscia non appena voltate le spalle si chiama Tom Cruise, George Clooney, conosciamo il meccanismo di queste cose, ne abbiamo viste tante e poi, suvvia, noi stessi, film o non film, nella realtà, li avremo passati quei due o tre natali o capidanno in compagnia di gente sconosciuta verso la quale, però, era necessario dimostrare grande attenzione e gentilezza, o no? Perciò non ci caschiamo più: lo sappiamo che il Grande Atteso del ricevimento puzza di pesce andato a male ancor prima di scendere la grande navata e inchinarsi all'applauso degli astanti. Lo sappiamo perché, in piccolo, in minuscolo, l'abbiamo scese anche noi quelle scale, ricevuti gli applausi da parenti e vecchi amici degli amici i cui nomi e cognomi c'erano sconosciuti e le cui mani da stringere ci apparivano come sogliole morte.
Per questo non riesco a capire a chi vorrebbe darla a bere, Sarkozy in quelle foto lì, mentre sorride a cento denti e si alza sulle punte delle sue scarpe già rialzate. Alla stampa? Agli elettori? Alla moglie stessa? Cosa dovrebbe avere uno così da insegnare a noi? Cos'ha di più? Perché mai dovremmo avere bisogno di tale gente, al mondo? Mi stanno sul cazzo quelli così: in più trovo che sia un'enorme mancanza di rispetto nei confronti di Carla Bruni stessa la quale, per carità, non sarà un mostro di simpatia, anzi, però perfino una così a me non sembra meriti l'onta di essere costretta a indossare ballerine ultrapiatte per non apparire troppo più alta del marito potente, ed ecco, è proprio questo gioco, un gioco al massacro, che mi sta sul cazzo, che mi fa pensare, guardando questo sgorbio francese danzare sulle punte come la Fracci, eccone un altro, un altro uguale ai suoi predecessori e che sta già facendo scuola per quelli che verranno.
Eccone un altro: un altro di quelli che per sfondare non riesce a fare affidamento solo sulla qualità del pensiero e la bontà delle azioni, no, lui è un altro di quelli, l'ennesimo, che dev'essere alto più di tizio, bello più di caio, magro ben più di sempronio. Ecco un altro di quelli che necessita di piccole bugie per arrivare alla fine dei propri ragionamenti.
Non riesco a non vederla così: mi faranno difetto gli occhiali o vedete voi cosa, ma sento proprio un fastidio fisico. Saranno i faccioni da boy band che campeggiano ovunque in città in questo degradante periodo elettorale, sarà il campionato di calcio, sarà il cambio di stagione, fatto sta che mi sta sul cazzo tutto questo sollevarsi sulle punte, tutti questi libri di plastica nelle librerie della gente, che ne tiri via uno e quello si porta appresso tutti gli altri, non lo so che sarà, forse è solo l'invidia maschia e competitiva che mi vede sconfitto, agli occhi di Carla Bruni, a favore di quell'intollerante mezzo metro d'uomo.
(... E allora Carla Bruni, nella solitudine dei suoi 110 metri quadri di camera da letto, osservò sconcertata le fotografie in questione sul giornale scandalistico. Come ho potuto sposare un uomo sì misero e meschino?, disse la bella italiana sbalordendo davanti all'immagine orribile di suo marito ritto sulle punte come una scimmia ammaestrata. Come ho potuto?, pronunciò ancora la Signora alla stanza desolata, piangendo e scalciando lontane quelle ridicole ballerine a cui Sarkozy l'aveva obbligata il giorno prima. Infine, calzate le scarpe adatte, Carla uscì fuori dalla camera e, percorsi due chilometri di corridoio, arrivò alla porta della biblioteca dove suo marito stava. Senza bussare irruppe con l'irruenza di un amore adolescenziale e costrinse il mezz'uomo a sollevarsi dalla seduta per venirle incontro. Visti così, uno davanti all'altro, senza trucchi e, anzi, con lei finalmente slanciata da 9 cm di tacco a spillo, sembravano due parti di uno spaghetto spezzato frettolosamente e non di certo a metà: da oggi in poi io indosserò scarpe del genere soltanto!, disse tronfia e ricolma di rabbia Carla Bruni rivolgendosi al putto francese e facendogli danzare davanti al viso il piede destro rivestito da una decolleté vertiginosa. Il quale marito, fatti due conti su chi avrebbe avuto la peggio in caso di scontro fisico, non poté fare a meno che annuire, sempre osservandola dal basso in alto. Altrimenti puoi dire addio al nostro matrimonio!, sentenziò ancora l'altissima femmina i cui polpacci, disabituati ai tacchi, tremavano sensualmente di indecisione. No! Ti prego no!, irruppe allora il putto tra le lacrime e così, inginocchiato in terra, assunse perentoriamente le dimensioni di un piccolo stronzo di cane: tanta era a quel punto la distanza tra i due che le parole di lui risultavano alle orecchie di lei quasi inudibili. Da quel giorno in avanti la storia della Francia proseguì diversamente e tutti vissero felici, sui tacchi e contenti. Senza contare che un decreto legge dichiarò illegale e anticostituzionale qualsiasi modello di scarpa femminile privato del tacco.)
(... Uffa, ma perché non va mai così, nella realtà?)