Monthly Archive for Aprile, 2008

Questa è la storia di un piccolo fascista



Volevo tacere sulla mazzata elettorale. Volevo sinceramente tacere su qualsiasi discorso riguardasse, anche da distante, la politica.

Mentendo, pensavo: non ci resta né di che ridere né di che piangere (sul latte versato, poi, per carità).
Ma oggi la buona Pep. ha segnalato via mail un video agghiacciante, quello che vedete qui sopra.
E mi si è stretto lo stomaco. Sono stata davvero, davvero male.
Per lui, il bambino modello Kinder che canta tutto contento, il braccio destro teso, davanti alla bandiera di Alleanza Nazionale. Che pronuncia - senza capirle - parole di cui non dovrebbe neanche dovrebbe conoscere l'esistenza: spranghe, manganelli, morte, ammazzare, bastardo.

Dici, queste cose accadono. Il neo-Balilla intonerà con la stessa fanciullesca idiozia "Boia chi molla" e la sigla dei Pokemon. Non è colpa sua perché non sa. Non ha studiato. Se va bene, sta in terza elementare: a Mussolini il sussidiario arriva in quinta, lui sarà sì e no alle guerre puniche.
Ma tutto questo entusiasmo per le parole che non dovrebbe sapere (spranghe, manganelli, morte, ammazzare, bastardo) qualcuno gliel'ha ficcato nel cervello, a memoria.
Allora quello che più gela il sangue non è il testimonial dell'Orzobimbo piantato davanti alla bandiera.
Sono i figli di puttana dall'altra parte, dietro la telecamera, a compiacersi di quel figlio così allineato. Quelli che lo fanno sentire importante, e amato, per aver assorbito come una spugna la loro bieca visione del mondo.

Ora. Che passi attraverso giochi sessuali o il vocabolario, lo stupro dell'innocenza andrebbe punito legalmente - più ancora delle scene di bullismo scolastico, degli studentelli in piena botta ormonale che allungano le mani sul tanga della prof, più di quello stronzo che si riprende col cellulare mentre sfiora i duecento all'ora in autostrada. Perché è pura e semplice pedopornografia. Perché è lo squallore nudo dell'odio più osceno piantato in una testa che non ha le basi per comprenderlo, per difendersi, e se lo ingoia fino all'ultima goccia senza neanche riconoscerne il gusto. E lì, purtroppo, rimarrà per sempre, a soddisfare le voglie di due individui schifosi che nella stessa stanza - riesci a immaginarli? - oggi hanno sorriso di quella recita.
Pieni d'amore.
Orgogliosi di avere un figlio così dolce mentre parla di far saltare teste rosse e ammazzare bastardi comunisti, il loro piccolo fascista che presto o tardi diventerà grande e annegherà i figli nella medesima ideologia.

E adesso più che mai ti rendi conto che, in questa marcescente e putrida ignoranza, in questo vomitevole museo degli orrori, la Storia maestra di vita non ha mai lavorato un solo giorno.

Pietrelcina Revolution.

(due sono davanti alla tv. Uno ha il saio, l'altro no)
- Vedi, è questo il problema: guarda come appaio brutto...
- Brutto?
- Brutto.
- Ma brutto come?
- Guarda qui. Guarda che roba. Le rughe e quel pizzetto... Questi pensano che sono davvero un santino... La gente pensa... Io non lo so mica cosa si sono messi in testa questi scriteriati...
- E' una vita che la vedono così, signore. Lei è un'icona, prima di tutto. Lei è...
(l'uomo col saio si batte tutte e due le mani sulle guance. Con forza)
- Ma questa è la mia faccia, questa! Non quella del santino, delle figurine, delle bandierine, delle bandanine, delle iconine. Per chi mi hanno preso, tutti quanti? E per chi mi hai preso TU? T'ho chiamato apposta, non mi fare pentire...
- Però, signore, la guardi la gente com'è contenta... Come sono tutti... Tutti... Ecco, sereni. Sì: sono tutti sereni...
- Bof...
- ... Guardi, guardi i bambini, guardi gli anziani, le persone in carrozzella. Guardi! Guardi come fanno la fila, come aspettano pazienti il proprio turno...
(l'uomo col saio si dà una spinta coi piedi e la sedia su cui è seduto fa una piroetta all'indietro, allontanandolo dallo schermo)
- Ma stanno guardando un pupazzo. Un pupazzo di silicone...
- ... E poi guardi i giovani... Quante persone piene di felicità! Quanta gioia! Guardi quanta serenità, Padre! Quanta... Quanto...
- ... Quanto SILICONE! Quello un pupazzo di silicone è! Mettici una bambola gonfiabile e avrai la stessa gente "felice". Silicone per silicone...
- Padre, signore, ma lei deve pensare al fine, non al mezzo... Al mezzo ci pensiamo noi: è il nostro lavoro. Lei si goda soltanto i risultati.
(Padre Pio torna vicino al televisore trascinandosi coi piedi bitorzoluti avvolti da sandali)
- Credi che dovrebbe piacermi questo risultato?
- Con Gesù Cristo ha funzionato. Il Cristo rappresenta ad oggi la nostra maggiore soddisfazione. Lui ha avuto la lungimiranza di non curarsi dei mezzi ma di godersi solo del fine: ha lasciato fare a noi e adesso guardi...
- Io guardo e quello che vedo è una marea di ipnotizzati senz'anima.
- Ma è proprio questo il cuore della pubblicità, signore...
- Anima un bel niente! Guardali! Dico: guardali. Piangono! Ridono! Si strappano le vesti! E che ne sanno di me? Ecco tutto quello che sanno di me, ecco tutto quello che hanno: uno stupido, ridicolo, insulso fantoccio. (Il frate si alza dalla sedia e comincia a camminare in tondo. La sua figura è imponente, la voce leggermente afona, però severa. Il piccolo burocrate incravattato prova a seguirlo: si alza a sua volta, con il suo catalogo in mano, e cerca di assecondarne il passo)
- La gente ha bisogno di...
- Sì, sì: la solita storia: la gente ha bisogno di questo, la gente ha bisogno di quello e noi glielo diamo. Noi siamo qui apposta, eccetera eccetera.
- L'Azienda Chiesa, Padre...
- L'Azienda Chiesa...
- Lei è stato frate e sa che...
- Io sono stato frate perché sono cresciuto tra frati e istruito da frati! Fossi nato tra postini sarei diventato un postino.

- Guardi padre, guardi quanta gente contenta che...
- La gente... (Padre Pio si adagia su un divano blu elettrico e si tira forte il pizzo. Odia il suo pizzo)
- L'Azienda Chiesa, prima fra tutte, non pensa mai al mezzo. Così anche lei si curi del fine, signore, e se lo goda. D'altra parte ha una certa esperienza in tal senso... O mi sbaglio?
- "Una certa esperienza" COSA? (Il famoso cappuccino blocca i propri movimenti e allinea le gambe, ginocchio contro ginocchio. Ritta la schiena. In attesa. Osserva con la precisione di un cacciatore il proprio interlocutore)
- Suvvia... Tutto quell'acido fenico ha... Fatto in modo che...  (l'omino incravattato si fa una risata nervosa) Quando ne parliamo nelle riunioni aziendali ancora ci battiamo le mani sulla fronte! Ci avessimo pensato noi, signore! Un'idea così semplice, eppure tanto perfetta, a tema, contestualizzata! La portiamo come esempio alle giovani leve che vengono da noi per gli stage: avrebbe un futuro nel marketing, ci ha mai pensato?
- Non ti azzardare a... (Padre Pio si alza: in altezza sovrasta il suo interlocutore) Io non ho fatto un bel niente. L'acido fenico mi serviva come antisettico. Come ti permetti di... (le mani prendono a tremargli improvvisamente)
- Padre... Padre... Non serve che lei... (l'omino fa un passo indietro e incespica contro la sedia) Le ripeto che a noi non interessa il mezzo... Quello che conta è il fine... Quindi lei non deve sentirsi in dovere di...
- Io non mi sento in dovere di un bel niente! Vuoi capirlo? (Padre Pio si porta entrambe le mani davanti agli occhi e comincia ad aprire e chiudere i pugni. Si osserva i palmi, attentamente, quindi i dorsi) L'acido fenico mi serviva come antisettico punto e basta: d'altra parte si sa come funziona per queste sostanze. Ognuno le usa come meglio crede: prendi Hitler con le sue iniezioni...
- Esatto! Stiamo dicendo la stessa cosa... Il fine giustifica i mezzi!
- ... Lo usavo come antisettico, l'acido fenico, va bene?, VA BENE? Vorrei non tornarci più. E, caso mai stessi per tirare fuori pure quest'altra illazione, la tintura di iodio mi serviva per denaturare le proteine: sai quanto fossi cagionevole di salute in vita... (il vecchio apre e chiude le mani per l'ultima volta, poi se le infila sotto le cosce come se volesse scordarle)
- ...
- Ma veniamo a noi.
- Dica, Padre.
- A me non interessa ciò che pensi tu: sei pagato, e in nero, per obbedirmi. Dico bene?
- Signorsì.
- Se vuoi fare San Tommaso mettiti in fila: non sarai certo tu il primo a levarti la curiosità.
- Sissignore.
- A te, a VOI, deve interessare solo obbedirmi. Rendermi felice, Dico bene?
- Assolutamente, Padre.
- Ecco e allora sentimi bene e vallo a dire ai tuoi capi...
- Sono amministratore unico dell'azienda di famiglia, signore. Si può dire che non abbia capi...
- A differenza mia... (Padre Pio gonfia i polmoni) Allora sentimi bene: io voglio un drastico cambio d'immagine. Basta con questa paccottiglia: questa è schifezza ad uso e consumo della ritualità d'avanspettacolo. Guardali, io ti invito ancora una volta a guardarli: (indica il televisore sintonizzato sulla diretta di Rai Uno) questi ipnotizzati pretestuosi che piangono e strillano e portano i loro neonati a guardare un fantoccio di silicone e paglia. Non è a questi che io voglio arrivare. Questi sono bolliti buoni per il Papa. Io voglio di più.
- Assolutamente d'accordo signore. Se mi permette vorrei appunto illustrarle...
- ZITTO!
- Molto bene, signore.
- Prima mi hai nominato Gesù Cristo. Ti intendi di Gesù Cristo tu?
- E' stato tra i nostri più affezionati e soddisfatti clienti. (l'omino fa per aprire il suo fascicolo con la copertina di velluto viola)
- Allora senti la novità: tu non sai niente di Gesù Cristo, va bene? Mettitelo in testa. Cliente o non cliente. Pensi che ne saprai di più di me, dopo che mi avrai aggiunto ai tuoi clienti?
- Nossignore.
- Guardalo, Gesù Cristo. No, dico: guardalo: tre giorni sulla croce e poi il Potere Assoluto. E quella storia dei pani e dei pesci? Altro che stigmate. Quella è la roba forte.
- Appunto le dicevo, signore. (il burocrate apre la sua cartella e spalanca un enorme sorriso) Ha appena confermato lei stesso, con le sue parole, che il lavoro fatto per il signor Cristo dalla nostra Agenzia è stato inappuntabile. Come le consigliavo poc'anzi, se mi permette...
- NON ti permetto nulla! (l'omino si immobilizza come una reliquia) Taci. Se mi sono rivolto a voi non significa che vi lascerò fare come credete: conosco le vostre credenziali, ma tu non devi perdere d'occhio quelle immagini e quelle facce e non devi dimenticare che ciò è MALE. (indica il televisore)
- Molto bene, signore.
- Non fu, forse, proprio il tuo Gesù a dire ai mercanti del tempio: "Portate via questa roba! Non riducete a un mercato la casa di mio Padre!"?
- Sissignore. Quella frase fu accuratamente messa a punto dal nostro reparto creativo. Proprio come la celeberrima camminata sull'acq...
- Ecco. Per l'appunto. Io voglio cose così. Frasi del genere. Non ne posso più di quest'aria da bravo nonnino.
- Potremmo organizzare dei ritrovamenti, testimonianze; modificare vecchie fotografie, oppure...
- Stai parlando con me? Non mi pare, non dovresti, perché IO non ti ho detto di parlare. Ti ho detto di parlare? Forse qualcuno ti ha detto di parlare? (si guarda intorno) Non c'è nessun altro qui, perciò nessuno può averti detto di parlare.
- Mi scusi, Padre...
- E allora.
- ...
- Tu che fai tanto il gradasso con Gesù Cristo, i clienti più affezionati, repertorio e bla bla bla, dimmi un po', ti ricordi forse cosa venne detto a Maria Maddalena, Giovanna e Maria che cercavano Gesù nel sepolcro?
(l'omino si monta sul viso un'aria di soddisfazione. Fa per cercare una pagina nel suo catalogo e mentre sfoglia recita a memoria)
- "Perché cercate tra..."
- Esatto, bravo! "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Egli non è qui, è resuscitato".
- ...
- Capisci?
- Mi sta forse dicendo che...?
- Sì, ti sto forse dicendo che.
(c'è un attimo di sospensione in cui ognuno dei due astanti sembra cercare l'attimo giusto per trasformare il proprio pensiero in voce alta)
- Ma non si può. Signor Pio, Padre: è una cosa assolutamente sconsigliata, questa. Ma se l'immagina la gente che...
- Ancora con questa gente!? Lo vuoi capire o no che io la odio la gente? (Padre Pio si rialza con uno scatto da adolescente)
- Ma, mi permetta, Padre, se lei odia tanto la gente, perché si è rivolto alla nostra Agenzia? Saprà bene che il marketing e la pubblicità senza la gente non possono...
- Zitto!
- ...
- Taci!
- Molto bene, signore.
(Padre Pio si avvicina a una finestra che dà sul mondo dei vivi. Resta qualche secondo in silenzio, poi si infila entrambe le mani nelle tasche del saio e si volta con l'aria severa di un professore che ha scoperto l'alunno copiare)
- R e s u s c i t a m i.
- ...
- Io voglio resuscitare.
- Farà la felicità dei Testimoni di Geova, signore...
- Come hai detto?
- Niente, niente, signor Pio. (l'omino si fa piccolo)
- ...
- ...
- Senza la resurrezione non sei nessuno. E' questo il vero, unico e totalizzante insegnamento del Cristo. Serve il colpo di teatro, serve lo scoop, serve la botta mediatica: serve APPARIRE. Se Cristo non fosse resuscitato, nessuno ci avrebbe mai fatto i film al cinema.
- Ma anche su di lei hanno fatto film...
- Fiction! Stupidissime operette di fiction per la famiglia! Perché Zeffirelli non è venuto da me? (Ora il frate cappuccino da Pietrelcina è rosso in volto)
- ...
- Te lo dico io: perché non sono resuscitato!
- Ma lei E' resuscitato, signor Pio. Si guardi! Si....
- Imbecille!
- ...
- Se non avessi le mani in questo stato, ti avrei già preso a schiaffi!  (si porta le mani sulla gobba del naso) Tu non capisci! Quel coso di plastica dentro quel... Quell'acquario non sono io: è una caricatura, un'orrida scultura in vetroresina buona per ipnotizzare i rincoglioniti di quella foggia.
- Molto bene, signore. (l'omino prende appunti con una penna d'oca)
- Io. Voglio. Resuscitare.
- Ha qualche idea, signore, in merito.... In merito a QUANDO resuscitare?
- Certamente.
- E quando, signor Pio, intende resuscitare?
- Ora.
- Ora?
- Ora.
- Ma ora c'è la diretta televisiva, tutta quella gente e... (l'omino indica il televisore dove una signora grassissima con degli enormi occhiali da sole a forma di Padre Pio sta dicendo che l'unica via della salvezza è quella del digiuno assoluto e perenne)
- Ti sei appena risposto da solo.
- Signor Pio, mi permetta di dissentire... Lei se l'immagina quello che succederebbe?
- Certamente.
- Ma... Voglio dire... La cosa non crede che assumerebbe delle tinte... Uhm... horrorifiche?
- Precisamente.
- La salma di Padre Pio dentro alla teca che spalanca gli occhi e si solleva dall'eterno giaciglio? E magari si mette a camminare?
- Ha funzionato col Cristo, funzionerà anche con me.
- Ma, signor Pio, compito della nostra Agenzia è far riflettere i nostri clienti circa tutti i possibili...
- Ho riflettuto abbastanza! Qui ci vuole una bella Resurrezione.
- Signore, la gente scapperebbe. Comincerebbe a urlare. Si butterebbe dalle finestre: ci sarebbe un caos storico. Lo capisce che verrebbe rivoluzionato il pensiero degli uomini?
- Perché mai?
- Veder risorgere qualcuno!
- E allora?
- ...
(Padre Pio si avvicina al suo interlocutore e lo prende per le spalle. Delicatamente. Con saggezza paterna)
- Senti: se sono lì, tutti quei tizi in lacrime, adoranti, in linea teorica non dovrebbero nutrire alcun dubbio circa l'effettiva possibilità che qualcuno possa risorgere. Dico bene? E' così che sono stati istruiti, irregimentati. E' così che ha detto loro il Nuovo Testamento: è quello che credono. Credono a Gesù Cristo, alla Resurrezione, ai pani e ai pesci, a Lazzaro. Sfornano tutti quei ridicoli figli perché pensano che a noi ce ne freghi qualcosa. Credono che camminare sull'acqua si può. O no? Ci credono ad occhi chiusi: quelli lì non dovrebbero più stupirsi di niente, giusto? Accetteranno in quattro e quattr'otto la mia Resurrezione perché è proprio QUELLO che si aspettano! Loro. Credono. Nella. Magia.
- ...
- O no?
- ...
- Come avete fatto con Cristo?
- Ci sono dei permessi da chiedere, bisogna organizzare la scena: non ce la faremo mai per tempo. Pagare le comparse.
- E allora?
- E' previsto un milione di persone da qui ai prossimi mesi, signore. In fondo non c'è alcuna urgenza di farlo succedere oggi...
- Invece sì.
- E perché?
- Perché oggi c'è la diretta tv.
- ...
- Sei sicuro che la tua agenzia sia così abile come dici con la pubblicità e tutte quelle cose lì?
- Sissignore. I primi in assoluto. Se vuole consultare il nostro portfolio... (gli porge il catalogo viola)
- Silenzio!
- Molto bene, signore.
- Fammi resuscitare. OGGI.
- Oggi, signore.
- Oggi!
- ...
- E mi raccomando. (Padre Pio si riavvia i capelli. Poi si tira su il cappuccio e si guarda nel riflesso della finestra)
- Cosa signore?
- Fammi sembrare bello.

L'Aldilà di Noantri, altri racconti sul tema:
- Eternity
- L'Aldilà dei Valori

Fini, a Roma nun fa’ er gaggio.

FiniL'artro pommeriggio Gianfranco Fini ha deciso de fa' er gaggio. Ha scerto de fasse 'n giro da le parti de Boccea, che un po' sò pure le parti mia, pe' tirà la volata a Gianni Alemanno alla corsa ar Campidoglio. Famo subbito chiarezza: io Gianni Alemanno nun l'ho votato pe' la storia mia perzonale, però Gianni Alemanno, pure che nun è romano come sottolinea sempre Rutelli er cicoria - 'n antro che je piace da fa' er gaggio - nun c'aveva bisogno de 'ste goliardate.

Sì perché er grande  - grande co li piccoli e piccolo co li grandi - Fini s'è messo a strigne le mani dei passanti. Allora è passato er penzionato che voleva più sordi pe' la penzione, poi è passata la mamma che chiedeva l'asili nido, poi è stato er turno der vigile urbano che voleva la pistola, er tabbaccaio che reclamava sicurezza e la signora cor cane che je voleva fa' solo 'n saluto. A 'na certa so' passati pure du pischelli cor motorino che j'hanno fatto er braccio teso perché a Boccea ce so' tutti negozi d'ebbrei. Li fasci veri a Roma je rimproverano, a Fini er gaggio, d'esse annato a piagne a Gerusalemme e de avé rinnegato er fascismo.

Inzomma, dopo tutto 'sto bagno de folla, er gaggio (pe' comodità mo' lo chiameremo così) a 'na certa ha deciso de fasse grosso. Così s'è avvicinato a du venditori ambulanti de accendini, du eggiziani, e j'ha chiesto er documento. A gaggio ma che te sei messo pure a fa' la guardia? A gaggio ma che nun ce lo sai che tu nun li poi chiede i documenti a 'n antra perzona? Li du poracci, spauriti e circondati dalla folla che sbraitava insurti, j'hanno fatto vedé la carta d'identità e er gaggio ha rosicato: «Me sa - ha detto pure divertito - che voi due sete l'unici in regola in città». Er gaggio allora è annato a fasse 'n giro ar mercato der quartiere e lì tra chi je avrebbe voluto tirà du carote e chi je regalava du mele - du arance sembrava brutto - ha incontrato n'antri du negretti, seduti ar bar. Pure a questi allora j'ha chiesto li documenti. Uno ce l'aveva, l'artro se l'era dimenticati a casa: «Voglio vedé - ha detto er gaggio - se funziona la legge mia, ma me sa che nun è così... Nun è possibile che tutti c'hanno 'sto permesso, me sa che se lo comprano». Bella figura c'hai fatto a gaggio, nun sai manco come funziona la legge tua.

Fortuna che hai fatto la fine che meritavi, da gaggio a comparsa de la politica. Me sa che facevano bbene li du pischelli sul motorino che te 'nsurtavano. Manco Alemanno s'è fatto vedé in giro co' te. Pensace a gaggio, alla fine che hai fatto.

Continua pure a sognare

Mi dicono che Berlusconi ha ricevuto Ciarrapico, che non ha mai preso le distanze dal ventennio fascista, a palazzo Grazioli e questo nel momento in cui gli italiani festeggiano il 25 aprile, giorno della liberazione dal nazifascismo. E' un segnale politico che segna profondamente la distanza tra un gesto di questo genere e tutti gli italiani che festeggiano una grande festa di libertà. Spero che per molti elettori questo significhi qualcosa. Si tratta di un atto di spregio nei confronti della democrazia.

Walter Veltroni

No Walter, bisogna che te lo metti in testa una volta per tutte: agli italiani della democrazia, del senso dello stato, delle istituzioni, non gliene frega una beata fava. E dire che l'hai visto da te no? Apri gli occhi e renditi conto. Ma se c'è un ministro che si bea di fare una legge porcata e va al primo telegiornale nazionale a insultare i musulmani qualcosa vorrà pur dire caro Walter no? Vorrà pur dire se sono il terzo partito in Italia e li hanno votati persino i comunisti? Eh.

Ferrara-Bolzano 2008

I lettori ferraresi probabilmente si ricorderanno della strana coppia che, la scorsa estate, se ne andò in bici da Ferrara fino a Capo Nord. Quest'anno, il più fremente dei due, Simone, ha pensato a un altro giro ciclistico, assieme agli amici e compagni del Cus Ferrara Triathlon: da Ferrara a Bolzano, sempre in bicicletta, ma questa volta solo su piste ciclabili, e tutto in un giorno solo. Dalla maratona di un mese e mezzo si passa allo sforzo condensato, un chupito monstre di 314km da mandare giù con un lungo, unico sorso.

Ferrara-Bolzano 2008

Anche Ciccsoft è coinvolto nel progetto, addirittura in veste di, coff coff, "partner tecnico ufficiale". Sulla nostra "piattaforma" ospitiamo infatti il sito ufficiale, e diamo una mano per tutta la copertura dell'evento online, tramite il blog, il Flickr e il canale su YouTube. Oggi nella Sala Arengo del Comune di Ferrara c'è stata la conferenza stampa (ne scrive Simone in questo post), durante la quale i ragazzi hanno spiegato le finalità del progetto, con sullo sfondo l'enorme telone degli sponsor tra cui compare pure quello del nostro sgangherato multiblog.

Durante il viaggio invieremo dei video sul canale di YouTube ad ogni ora, per simulare una sorta di "diretta video" ospitata anche su queste pagine. Si parte (e si arriva) sabato 26 aprile, con sveglia all'alba e partenza "intelligente" alle 6.

Va benissimo così com’è.

[questo è il secondo post di Ornella, infermiera e coordinatrice dell'Assistenza Domiciliare di Cure Palliative. La volta scorsa s'era parlato di eutanasia e di morte assistita. Di nuovo, la ringrazio di cuore. - nd noantri]


Anna ed io
siamo amiche da sempre, siamo coetanee ed è l'unica cosa che abbiamo in comune. Per il resto siamo molto diverse: lei è il bianco io il nero. Lei è credente, praticante (appartiene a C.L.) e devota, io atea. Lei ha 5 figli e un marito che la ama, io una figlia e nessun marito. Lei è casalinga, io lavoratrice. Lei di centro destra, io di estrema sinistra e cosi via. L'elenco sarebbe molto lungo e non voglio tediarvi; dicevamo diverse ma cosi vicine da sempre con reciproco affetto e stima.
 
Qualche mese fa Anna mi chiama, è trafelata, ha la voce che trema:

- Ornella sono di nuovo incinta!
- E' una buona notizia? – le chiedo, non capendo davvero, se per lei lo  sia
– NO. È terribile, non ci voleva, non ce la posso fare ad averne un altro. Il piccolo ha solo 18 mesi gli altri dipendono ancora da me al 100% e Fabrizio (il marito - ndO) lavora sempre, non è mai a casa ed io non ho altri aiuti se non me stessa e poi lo sai, mi devo ancora riprendere dalla depressione post-partum e  il solo pensiero di dover affrontare un'altra gravidanza, mi fa impazzire!
- Cosa conti di fare?
- Non lo so, ma io non voglio questo figlio, non posso... Aiutami Ornella.
- Ma se non desideravi un’altra gravidanza, perché non hai preso un contraccettivo, perché non avete usato delle precauzioni? - Le chiedo senza giudicare (non l'ho mai giudicata), piuttosto cercando di capire.
- Scherzi? Lo sai che a Noi non è consentito...
- Lo hai detto a Fabrizio che sei incinta e che non vuoi il figlio?
- Gli ho detto che sono incinta ma non che non lo voglio. Come faccio a dirglielo? Lo sai come la pensa, come la pensiamo... Sto malissimo, sono confusa. (piange a lungo). Vorrei abortire, Dio mi perdoni, non ce la faccio. Aiutami...

Il giorno dopo ci incontriamo.
Lei ha la faccia tirata, non dorme e non mangia da giorni, i suoi figli sono tutti sistemati: i 3 più grandi a scuola, la quarta all'asilo e il piccolo è li con noi.

Decidiamo di andare al Consultorio per parlare con il Ginecologo e la Psicologa, per affrontare il discorso dall'Interruzione Volontaria di Gravidanza.

La accompagno la settimana successiva: Anna viene visitata dal medico e fa un colloquio con la Psicologa. Alla fine di tutto, nonostante la sua sofferenza psicologica e fisica, prende la decisione di non abortire.

- "Perché non è giusto, perché i figli sono una benedizione di Dio, perché lo amerà come ama gli altri e perché non potrei mai uccidere una creatura umana. E inoltre, ti immagini che scandalo se mio marito venisse a sapere che ho fatto una cosa del genere, se lo sapesse la Comunità! (quelli di C.L.) Mi caccerebbero! Non posso farlo!".



Spiego ad Anna che in caso di I.V.G. la sua privacy sarebbe tutelata e che se volesse non far sapere a nessuno le sue intenzioni,  potrebbe farlo senza problemi, perché ne ha tutto il diritto e perché la legge glielo consente. Mi risponde che ormai ha deciso: terrà il bambino e confiderà nell'aiuto del Signore per superare questo momento di difficoltà e di sbandamento personale. Mi ringrazia per la mia disponibilità e per l'amicizia che da sempre le dimostro e ci salutiamo con la promessa di chiamarci presto.

Non ci sentiamo per un po'.
E' passato meno di un mese, quando ricevo la telefonata di Fabrizio. Io sono al lavoro.

- Ornella, Anna è stata ricoverata d'urgenza in Ospedale: ha avuto un'emorragia e da ieri sera ha la febbre altissima, credo che stia perdendo il bambino!

Mi precipito in Ostetricia, Anna sta malissimo, Fabrizio mi chiede di parlare al medico prima che la portino in Camera Operatoria, per capire cosa sia successo: lui è troppo agitato per farlo e ha una paura folle che il bambino non si possa salvare.

Prima di parlare con il medico vado da Anna che, come mi vede, scoppia in lacrime e mi racconta cosa è successo.

Anna è stata da una "mammana" (così vengono chiamate quelle che fanno abortire in casa le donne) sperando di poter simulare un aborto spontaneo. La donna le aveva assicurato che non ci sarebbero stati problemi e che così non avrebbe fatto sapere a nessuno che voleva abortire: bastava introdurre un piccolo ferro  (sterile! per carità!) nell'utero, raschiare un po', e in men che non si dica sarebbe comparsa l'emorragia (niente di copioso! per carità!). In questo modo sarebbe andata in ospedale e tutti avrebbero pensato ad un aborto spontaneo, un piccolo intervento di pulizia e tutto si sarebbe sistemato...

Fabrizio non ne sapeva niente.
La diagnosi all'ingresso era: "Metrorragia massiva di n.d.d. (natura da determinare) con sospetta setticemia secondaria".
Anna ha rischiato la morte.

Sono passati più di due mesi, adesso Anna si è ripresa (fisicamente). Il suo cuore e la sua anima sono a pezzi, sta andando da una Psicologa e prende un antidepressivo. Fabrizio l'ha PERDONATA (?!)

Io le sono vicina, come posso, con l'amicizia di sempre.

Ma sono arrabbiata, anzi furiosa (non con lei, naturalmente), contro CHI o CHE COSA ci impedisce di poter pensare con la nostra testa e che ci impedisce di scegliere quale sia la cosa giusta da fare senza sentirci dei MOSTRI o delle ASSASSINE. Sono furiosa perché, ancora oggi, ci sono delle BESTIE (senza offesa per il mondo animale) che praticano gli ABORTI CLANDESTINI, senza essere PUNITE, a donne ignoranti, o condizionate da Credi e Regole assurde, o spaventate, o incapaci di decidere.

Donne che potrebbero essere aiutate, gratuitamente, a scegliere cosa fare, tenendo conto delle motivazioni che le spingono a fare quella scelta, anzi, INDIPENDENTEMENTE da quelle. Sono arrabbiata perché ancora oggi, nonostante si faccia un gran parlare di prevenzione, tante donne, più o meno giovani, più o meno sposate o fidanzate, non usano i contraccettivi, perché non si può, perché non si fa, perché non si deve, perché fanno male.

INFORMATEVI, NON COSTA NIENTE.
Di mezzi a disposizione ce ne sono tantissimi se non si vuole restare incinte, persino quelli approvati dalla Chiesa (vedi il computerino Persona che attraverso le urine ti dice esattamente quali sono i giorni a rischio, quando stai ovulando, e quali i giorni sicuri)

Sono furiosa perché l'Obiezione di Coscienza non deve essere permessa all'interno degli Ospedali Pubblici: più nessuna donna deve essere costretta a vagare per giorni cercando la PILLOLA DEL GIORNO DOPO.

Ma soprattutto sono incazzata perché ancora oggi, qualche signore che non ha niente di più importante da fare, sostiene che la legge 194 va cambiata e/o modificata in alcuni suoi punti.

NO! la legge 194 va benissimo così com’è, è una legge giusta e  democratica, voluta dalle donne e dagli uomini di questo Paese.

Sappiate Signori, che finché io e le donne che la pensano come me avremo vita vi impediremo di mettere le mani sull'unica legge che è dalla nostra parte.

Punto, e avanti

Per aver costruito giorno dopo giorno, dal nulla, una persona che ti sta al fianco, ed averla portata per mano ad essere almeno un poco come vorresti tu. Per la pazienza, la costanza e la determinazione. Per essere arrivata fino a qui tra mille peripezie e mille avventure. Per avere sogni e desideri nonostante a volte io sia solo un pasticcione e complichi le cose semplici. Perchè le cose belle della vita prendono colore solo se si è in due a gustarle. Perchè ci credi davvero e me lo ricordi ogni giorno che passa sorridendo: GRAZIE GRAZIE GRAZIE.


La gente sta male

Qualcuno faccia qualcosa per salvare quest'uomo prima che i blog gli brucino del tutto il cervello. Se mai dovessi arrivare a questi livelli lobotomizzatemi prima! 🙂

Mi dichiaro prigioniero politico.

[Lettera a cuore aperto agli elettori di sinistra
che stanno soffrendo per le loro scelte nell'urna.
Riflessioni e autocritica post disastro].

Cari compagni e care compagne,

non so da dove cominciare. Non mi piace pensare che l'unica soluzione sia andarsene in Spagna (ma forse in Nepal sarebbe meglio) con un biglietto di sola andata, né che gli italiani siano un popolo senza testa. Perché è qui il punto. E' qui l'errore. Abbiamo demonizzato non solo il nostro popolo, ma il popolo. Lo abbiamo allontanato, emarginato, sbeffeggiato, l'abbiamo disprezzato, non lo abbiamo ascoltato. E per la prima volta nella vita repubblicana italiana, la storia socialista e quella comunista non avranno una rappresentanza parlamentare. Un fallimento, una catastrofe, una tragedia senza precedenti dal 1948 ad oggi. Viviamo in un Paese di destra, ma questo lo sapevamo. Solo che ci siamo illusi. Illusi che fosse impossibile non riconoscersi in valori universali come la solidarietà sociale, la redistribuzione della ricchezza, l'antirazzismo, il pacifismo, la contrattazione collettiva, il rispetto per il concetto di lavoro. Evidentemente questo non è bastato. Dovevamo parlare al cuore e alla pancia dei lavoratori, ascoltare i loro bisogni, dare soluzioni ai loro problemi, investire sul futuro anche con promesse (e non compromessi) forti e radicali.
Gagarin_space_suiteL'errore più grande secondo me è stato quello di formare un cartello politico come conseguenza della nascita del Partito Democratico. L'operazione unitaria  - se proprio non si poteva evitare - andava fatta prima, così come prima andava presentato un programma innovativo e credibile, magari di opposizione, attraverso quei dirigenti  radicati sul territorio come Vendola o come lo stesso Ferrero, uno dei pochi ministri che salvo del Governo Prodi. La rottura con la tecnocrazia di Padoa Schioppa doveva avvenire a ottobre, sul protocollo del welfare, non si doveva arrivare alla crisi centrista. Solo in questa maniera si poteva restare credibili agli occhi dei cittadini in difficoltà, dei precari e di tutti quelli per cui votare a sinistra ha sempre significato un'alternativa. Rompere con l'ambientalismo di facciata invece di farsi inglobare era la strada da scegliere: il progresso, compagni, Yuri Gagarin, cazzo!

Non abbiamo creato un soggetto politico credibile e rinunciando alla nostra identità comunista ci siamo fatti schiacciare da un sistema neoamericano arrivato dal basso. Certo, le colpe sono anche di chi ha respinto qualsiasi tipo di dialogo dopo due anni di fedeltà al Governo Prodi e un funzionale accordo politico che a livello locale ha pagato quasi sempre in tutte le elezioni amministrative e regionali. Ma le colpe di questo fallimento non possono essere solo degli altri. Politica si può fare anche fuori dal Parlamento, cominciando una nuova militanza nella vita di tutti i giorni fatta di presenza nelle scuole, nelle fabbriche, nelle piazze; di sobrietà e moderazione nelle scelte quotidiane. Ogni piccolo gesto di dissenso potrà risultare utile alla costruzione di un nuovo modo di affrontare le difficoltà. Non abbassiamo la testa e non inchiniamoci a ogni compromesso. E' necessario ora restare concentrati, aprire una fase nuova di critica e di divulgazione delle proprie ragioni. Ci vorrà molto tempo, forse anni. E l'assenza di una seppur minima rappresentanza parlamentare certo non gioverà a questo cammino. Mancheranno finanziamenti e visibilità. Ma non mancherà l'impegno.

"Il coraggio rivoluzionario non consiste nell'essere uccisi,
ma nel resistere al riso degli stupidi che sono in maggioranza".
[Lev Trotsky]

Milionerzy

Questa notte ho sognato che finivo in un gioco a quiz. Era Chi vuol essere milionario. Anzi, non proprio, era Milionerzy che in polacco significava più o meno "Chi vuol essere milionario? Io! Io! Io!". Ma che loro abbreviavano in Milionerzy.
Solo che il vincitore prendeva un milione di zloty, che sono meno di 300 mila euro. Una fregatura insomma.
Più o meno il sogno è iniziato così:


Il conduttore polacco, Jerryz Scottinsky, mi accoglie simpaticamente. È tutto un farsi i complimenti. Io lo trovo più magro, più biondo, più intelligente. E glielo dico. Anche lui mi risponde che mi trova più magro e più biondo. "Ma non mi hai detto più intelligente, Jerryz!". "Lo so!".
Il pubblico ride, apprezza il nostro siparietto.
Ora Jerryz riprende il suo solito aplomb e spiega al pubblico polacco chi sono e da dove vengo. I sorrisi del pubblico si spengono a poco a poco e comincio a notare sguardi d'odio. Tra le parole di Jerryz riconosco Polonia, nazismo, invasione.
"Jerryz, stai parlando male di me?" – gli chiedo preoccupato.
"Sì! – mi risponde bonario come sempre – fossi in te non mi farei vedere in giro da solo! Ti dispiace se ora le domande te le farò in polacco?"
"Ma figurati Jerryz! È come una seconda lingua per me."
La prima domanda mi sembra subito impegnativa.

Sk?d pochodzi? Conan Barbarzy?ca?
• A: z Rivii       • B: z Oz
• C: z Mordoru     • D: z Cimmerii

"Fammi riflettere, Jerryz. Non farmi fretta. Sì, l'ho visto il fim. Ma sono un po' indeciso tra la prima, la seconda, la terza e la quarta. In pratica non la so. Ma come si dice? Partiamo in quarta! E allora vada per la quarta!"
Un boato del pubblico mi accoglie non appena Jerryz dice che la risposta è esatta.
La seconda domanda è più sulle mie corde.

Odra?aj?cy drab z Kabaretu Starszych Panów dubeltówk? we?mie, wyjdzie i...:
• A: rach-ciach!     • B: buch, buch!
• C: z rur dwóch     • D: bum w brzuch

"Questa la so, Jerryz! Ci potrei scommettere le tue enormi chiappone. La risposta è sicuramente buch, buch!"
Buch, buch! Buch, buch! – ripete tutto il pubblico quando vede accendersi la luce verde sulla risposta.
Li ho conquistati, non c'è che dire. Ora capisco cosa intendeva Jerryz quando mi ha presentato. Ho la Polonia nelle mie mani. Ora sto pensando alla Danimarca.
Jerryz mi consiglia di non distrarmi e rimanere concentrato perché la strada è ancora lunga. Ma lo dice in polacco ed io non capisco un cazzo. Questo però nessuno lo ha ancora capito.

Komiksowym "dzieckiem" rysownika Boba Kane'a jest:
• A: Superman      • B: Batman
• C: Spiderman     • D: Captain America

So la risposta! – penso io – ma è sicuramente sbagliata. Capisco che rispondere di getto Spiderman solo perché da piccolo portavo il suo costumino di carnevale, anche quando non era più carnevale, non farà di questo la risposta corretta. Fingo di concentrarmi sulla domanda mentre sto pensando a come allacciare le polacchine. Non gli stivaletti, ma proprio a come rimorchiare giovani ragazze polacche.
Ma Jerryz mi ricorda che sto giocando per un milione di zloty, quindi faccio la faccia di chi ha capito che non ci ha capito un cazzo (più o meno è questa qui) e rispondo "Batman! Ha il vestito più figoso!".
"Risposta esatta!"

Le domande si susseguono a raffica. Passo la terza e la quarta chiudendo gli occhi e indicando le risposte a caso sul monitor con il dito. Il pubblico comincia a credere che io abbia poteri taumaturgici e mi chiede di imporre le mani su di loro. Ovviamente scelgo solo persone particolarmente interessanti, anche se in alcuni casi scatta la denuncia per molestie. Vedi a fare del bene?
Per la quinta domanda uso la telefonata a casa. Non che non sapessi la risposta, ma volevo avvertire che non sarei tornato per cena ovviamente.
Sulla sesta domanda sono in dubbio tra due risposte. Uso il cinquanta e cinquanta e vengono scartate proprio quelle due. Rimango un po' smarrito ma risolvo brillantemente usando il metodo dell'ambarabaccicicoccò. E passo pure quella.
Alle altre domande non nascondo di aver risposto un po' a culo.

Siamo quasi alla fine. Mancano due domande. Jerryz e il pubblico mi invitano a prendere i soldi e scappare. Nessuno crede nelle mie possibilità. Io decido di continuare, se non altro perché non capisco una parola di quello che dicono.
Jerryz mi legge la domanda da 500mila zloty.

Ryb? nie jest:
• A: ?winka          • B: rozpiór
• C: krasnopiórka    • D: kraska

"Roba forte, Jerryz! Questa è roba forte sul serio – dico mentre mi tracanno un'intera bottiglietta di Becherovka offerta dal pubblico – Comunque la risposta è ovviamente Kraska, caro Jerryz."
"L'accendiamo?"
"Cos'è? Non capisci quando parlo?! – gli rispondo, ormai completamente ubriaco – Accendi quella cazzo di lucetta!"
Non faccio in tempo a festeggiare che vomito sull'assegno da 500mila zloty. Ora il prezioso pezzetto di carta è inutilizzabile e decido di provare la domanda finale. Prima però mi concedo qualche minuto sulla tazza di un water polacco, così per rilassarmi.

Al mio rientro l'atmosfera è tesissima. Diverse persone del pubblico la stanno tagliando a fette e mangiando accompagnata con fette di pane.
Jerryz tira un bel respiro e mi legge l'ultima domanda. È breve ma non semplice come potrebbe sembrare.

Kto jest mistrzem tego samego or??a, w jakim specjalizowa?a si? mitologiczna Artemida?
• A: Zorro         • B: Legolas
• C: Don Kichot    • D: Longinus Podbipi?ta

A questa domanda, tutta la mia vita mi passa davanti. Ma con la pubblicità nel mezzo.
Decido di utilizzare l'ultimo aiuto disponibile, quello del pubblico. Jerryz spiega qualcosa nella loro assurda lingua e tutti cominciano a premere i loro pulsantini.
Il risultato è praticamente unanime. Il 99% ha risposto Zorro. Solo un 1% ha risposto Legolas.
Mi guardo intorno contrariato. "Chi cazzo ha risposto Legolas?" domando.
Sento una vocina rispondere "Io". È lui. Capisco che c'è del genio in quegli occhi e decido di dargli retta.
"È Legolas, Jerriz!"
La luce verde si accende e il pubblico esulta. E anch'io sono abbastanza felice.
L'omino del pubblico corre da me. Vuole l'assegno. Ora lo riconosco e lo colpisco con la sedia. Finalmente posso festeggiare insieme ai miei nuovi amici polacchi. Devono essersi dimenticati quella storiella sull'invasione perché mi acclamano a gran voce. Io alzo le braccia al cielo e cito Sylvester Stallone in Rocky quattro: "Perché se io posso cambiare... e  voi potete cambiare... tutto il mondo può cambiare!".

Buffet

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(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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