Anna ed io siamo amiche da sempre, siamo coetanee ed è l'unica cosa che abbiamo in comune. Per il resto siamo molto diverse: lei è il bianco io il nero. Lei è credente, praticante (appartiene a C.L.) e devota, io atea. Lei ha 5 figli e un marito che la ama, io una figlia e nessun marito. Lei è casalinga, io lavoratrice. Lei di centro destra, io di estrema sinistra e cosi via. L'elenco sarebbe molto lungo e non voglio tediarvi; dicevamo diverse ma cosi vicine da sempre con reciproco affetto e stima.
Qualche mese fa Anna mi chiama, è trafelata, ha la voce che trema:
- Ornella sono di nuovo incinta!
- E' una buona notizia? – le chiedo, non capendo davvero, se per lei lo sia
– NO. È terribile, non ci voleva, non ce la posso fare ad averne un altro. Il piccolo ha solo 18 mesi gli altri dipendono ancora da me al 100% e Fabrizio (il marito - ndO) lavora sempre, non è mai a casa ed io non ho altri aiuti se non me stessa e poi lo sai, mi devo ancora riprendere dalla depressione post-partum e il solo pensiero di dover affrontare un'altra gravidanza, mi fa impazzire!
- Cosa conti di fare?
- Non lo so, ma io non voglio questo figlio, non posso... Aiutami Ornella.
- Ma se non desideravi un’altra gravidanza, perché non hai preso un contraccettivo, perché non avete usato delle precauzioni? - Le chiedo senza giudicare (non l'ho mai giudicata), piuttosto cercando di capire.
- Scherzi? Lo sai che a Noi non è consentito...
- Lo hai detto a Fabrizio che sei incinta e che non vuoi il figlio?
- Gli ho detto che sono incinta ma non che non lo voglio. Come faccio a dirglielo? Lo sai come la pensa, come la pensiamo... Sto malissimo, sono confusa. (piange a lungo). Vorrei abortire, Dio mi perdoni, non ce la faccio. Aiutami...
Il giorno dopo ci incontriamo.
Lei ha la faccia tirata, non dorme e non mangia da giorni, i suoi figli sono tutti sistemati: i 3 più grandi a scuola, la quarta all'asilo e il piccolo è li con noi.
Decidiamo di andare al Consultorio per parlare con il Ginecologo e la Psicologa, per affrontare il discorso dall'Interruzione Volontaria di Gravidanza.
La accompagno la settimana successiva: Anna viene visitata dal medico e fa un colloquio con la Psicologa. Alla fine di tutto, nonostante la sua sofferenza psicologica e fisica, prende la decisione di non abortire.
- "Perché non è giusto, perché i figli sono una benedizione di Dio, perché lo amerà come ama gli altri e perché non potrei mai uccidere una creatura umana. E inoltre, ti immagini che scandalo se mio marito venisse a sapere che ho fatto una cosa del genere, se lo sapesse la Comunità! (quelli di C.L.) Mi caccerebbero! Non posso farlo!".
Spiego ad Anna che in caso di I.V.G. la sua privacy sarebbe tutelata e che se volesse non far sapere a nessuno le sue intenzioni, potrebbe farlo senza problemi, perché ne ha tutto il diritto e perché la legge glielo consente. Mi risponde che ormai ha deciso: terrà il bambino e confiderà nell'aiuto del Signore per superare questo momento di difficoltà e di sbandamento personale. Mi ringrazia per la mia disponibilità e per l'amicizia che da sempre le dimostro e ci salutiamo con la promessa di chiamarci presto.
Non ci sentiamo per un po'.
E' passato meno di un mese, quando ricevo la telefonata di Fabrizio. Io sono al lavoro.
- Ornella, Anna è stata ricoverata d'urgenza in Ospedale: ha avuto un'emorragia e da ieri sera ha la febbre altissima, credo che stia perdendo il bambino!
Mi precipito in Ostetricia, Anna sta malissimo, Fabrizio mi chiede di parlare al medico prima che la portino in Camera Operatoria, per capire cosa sia successo: lui è troppo agitato per farlo e ha una paura folle che il bambino non si possa salvare.
Prima di parlare con il medico vado da Anna che, come mi vede, scoppia in lacrime e mi racconta cosa è successo.
Anna è stata da una "mammana" (così vengono chiamate quelle che fanno abortire in casa le donne) sperando di poter simulare un aborto spontaneo. La donna le aveva assicurato che non ci sarebbero stati problemi e che così non avrebbe fatto sapere a nessuno che voleva abortire: bastava introdurre un piccolo ferro (sterile! per carità!) nell'utero, raschiare un po', e in men che non si dica sarebbe comparsa l'emorragia (niente di copioso! per carità!). In questo modo sarebbe andata in ospedale e tutti avrebbero pensato ad un aborto spontaneo, un piccolo intervento di pulizia e tutto si sarebbe sistemato...
Fabrizio non ne sapeva niente.
La diagnosi all'ingresso era: "Metrorragia massiva di n.d.d. (natura da determinare) con sospetta setticemia secondaria".
Anna ha rischiato la morte.
Sono passati più di due mesi, adesso Anna si è ripresa (fisicamente). Il suo cuore e la sua anima sono a pezzi, sta andando da una Psicologa e prende un antidepressivo. Fabrizio l'ha PERDONATA (?!)
Io le sono vicina, come posso, con l'amicizia di sempre.
Ma sono arrabbiata, anzi furiosa (non con lei, naturalmente), contro CHI o CHE COSA ci impedisce di poter pensare con la nostra testa e che ci impedisce di scegliere quale sia la cosa giusta da fare senza sentirci dei MOSTRI o delle ASSASSINE. Sono furiosa perché, ancora oggi, ci sono delle BESTIE (senza offesa per il mondo animale) che praticano gli ABORTI CLANDESTINI, senza essere PUNITE, a donne ignoranti, o condizionate da Credi e Regole assurde, o spaventate, o incapaci di decidere.
Donne che potrebbero essere aiutate, gratuitamente, a scegliere cosa fare, tenendo conto delle motivazioni che le spingono a fare quella scelta, anzi, INDIPENDENTEMENTE da quelle. Sono arrabbiata perché ancora oggi, nonostante si faccia un gran parlare di prevenzione, tante donne, più o meno giovani, più o meno sposate o fidanzate, non usano i contraccettivi, perché non si può, perché non si fa, perché non si deve, perché fanno male.
INFORMATEVI, NON COSTA NIENTE.
Di mezzi a disposizione ce ne sono tantissimi se non si vuole restare incinte, persino quelli approvati dalla Chiesa (vedi il computerino Persona che attraverso le urine ti dice esattamente quali sono i giorni a rischio, quando stai ovulando, e quali i giorni sicuri)
Sono furiosa perché l'Obiezione di Coscienza non deve essere permessa all'interno degli Ospedali Pubblici: più nessuna donna deve essere costretta a vagare per giorni cercando la PILLOLA DEL GIORNO DOPO.
Ma soprattutto sono incazzata perché ancora oggi, qualche signore che non ha niente di più importante da fare, sostiene che la legge 194 va cambiata e/o modificata in alcuni suoi punti.
NO! la legge 194 va benissimo così com’è, è una legge giusta e democratica, voluta dalle donne e dagli uomini di questo Paese.
Sappiate Signori, che finché io e le donne che la pensano come me avremo vita vi impediremo di mettere le mani sull'unica legge che è dalla nostra parte.