Cos'è secondo voi?
A Roma per la manifestazione universitaria.
Giornata che doveva essere metereologicamente avversa ai manifestanti; se piove, governo ladro- il primo pensiero.
Comunque.
Roma intasata di nuovo di pullman e il terror-panico del Grande Raccordo Anulare, che la volta scorsa (il 30 ottobre - N.d.E.) avevo percorso parzialmente a piedi causa sopravvenuto blocco totale del pullman su cui viaggiavo, nuova esperienza da conservare nella memoria con gelosa cautela.
E la spunta delle provenienze esibite a lato conducente nelle corriere al parcheggio: ecco Pistoia, nooo Cesena!, Siena, c'è Pisa! (e Ferrara?).
Un "noi-il-biglietto-non-lo-paghiamo" alla fermata della metropolitana Eur Fermi fallito in pieno, piccolo rigurgito di prepotenza mattutina, riportato alla realtà da un vigilante che ci ricorda che no, così non si fa.
Più di un'ora di attesa fuori dalla Stazione Termini, già in formazione, pronti ad accodarci al corteo della Sapienza che- miseria- non arriva mai.
Poi, sfinita dal vedere gente sfilare e noi rimanere inchiodati là, in un po' ci siamo staccati, e ci siamo affacciati su via Cavour, così, indipendenti e curiosi.
Ora, immaginatevi un lungo lungo viale -facciamo un esempio ferrarese, diciamo dalla prospettiva di corso Giovecca fino alla stazione dei treni - ricolmo di persone. Una marea umana, se vi piace continuare con l'isotopia dell'onda-mare-acqua.
Unità mobili di studenti, segmenti divisi per appartenenza universitaria, con striscioni, maschere e slogan diversi per ogni ateneo.
Impossibile non dire festa, anche se era una manifestazione contro una cosa terribile, anche se il motivo per cui si era là era tutt'altro che piacevole.
Ma si sa, le utopie dei singoli, quando diventano un collante collettivo per muoversi sincronicamente per qualcosa, danno brividi da pelle d'oca.
E allora festa.
Carri con le canzoni d'ordinanza (esisteranno compilation da manifestazione in vendita? così, successi da piazza assicurati?), i colori squillanti normalmente dimenticati nelle confezione di Jumbo Carioca, striscioni disegnati, facce pittate, ministri di cartapesta, slogan arzigogolati, forse una sfida a trovare i più divertenti e incisivi (primo premio personale ad un liceo di Zagarolo: "basta tagli....non siamo emo"). Fotocamere, videocamere, videofonini, video-foto-digi-apparati ovunque, l'inquietante possibilità di vedere riapparire la propria faccia nei più sperduti blog d'Italia. Aaaah, la rivoluzione digitale.
E ancora, venditori di fischietti, venditori de il Manifesto e L'Unità, venditori di birra & acqua a costi da oreficeria, venditori di gadget da manifestante, venditori di ombrelli che come me avevano seguito il meteo. Visto l'ultimo periodo, i romani si sono attrezzati.
Tanti megafoni e voci distorte da-, file di studenti a mano per fare un cordone di sicurezza, solidarietà impreviste, profferta di vino e panini, incontri e re-incontri casuali. Clima casereccio, da tovaglia con i quadri e tante individualità intorno al tavolo.
Lo yo-yo espressivo mi segue spesso. Anche a Roma.
Momento clou del mio vagare: il corteo sfila sotto un palazzo alto, due scale d'accesso laterali e un muretto a recintare lo spazio antistante. Tante persone appollaiate là sopra, su quel muretto. Ragazzi giovani. Il brucomela di studenti del corteo comincia a correre e dopo pochi metri si arresta e parte un applauso generale, rivolto -credo- alla gioventù sopraelevata. Sarà mica La Sapienza? Brividi. Occhi lucidi. Allora quei ragazzi lassù non sono con noi perchè stanno occupando! Bravi! Afferro un'amica per il maglione e la trascino su. Devo vedere. Cerco targhe sul palazzo, a conferma del Momento Storico che sto vivendo. Inspiro a pieni polmoni, è l'aria di questo determinato e ingenuo credere nella Cultura che sto respirando. L'Onda Anomala. Il nuovo Movimento di Protesta. Aaah, la guerre.
Guardandomi attorno, vedo solo gente sul muretto.
Non trovo targhe. Solo un signore anziano in giacca e cravatta che si accende una sigaretta sulla soglia di un'entrata, sarà un professore, che bello, anche lui, anche lui ci crede, è con noi!
Quando mi avvicino al muretto, sento una ragazza che dice "ma perchè urlano tutti rivolti verso di noi?", poi scatta due foto dall'alto, e se ne va. Primo prurito da dubbio.
Un altro ragazzo lì vicino, si chiede la stessa cosa. Seconda puntura di dubbio.
Mi riguardo intorno.
Chiedo a un tizio se sa cos'è il palazzo alle nostre spalle, lui tira dalla sua sigaretta e butta fuori, mi guarda perplesso prima di ribaltarmi addosso un boh di ghisa piombata. No, non è La Sapienza. Siamo in centro, avrei dovuto pensarci.
Piccola implosione di vergogna, guance rosse, raccatto furtiva pezzi di me stessa credulona sperando che nessuno se ne sia accorto.
Il corteo scorre, si ferma a Piazza Navona, dove c'è un palco e qualcuno pronto a parlarci, da quel palco. Ma io non lo vedo, perchè il pullman che mi deve riportare da dove sono partita deve instradarsi. Ancora una volta, la mia università è la Cenerentola delle manifestazioni, arriva tanto così a viverle fino alla fine, ma poi scatta l'ora e tutti corrono alla metropolitana, congegnando modi per rubare un altro paio d'ore in una grande città. Tanto poi ci si ritrova tutti sconfitti dalla realtà all'entrata della corriera.
Una cameriera di mezza età molto anni '60, nell'unico bagno del quale ci è stato permesso di servirci (n.d.E. La Feltrinelli ci ha negato l'accesso alla toilette. Grossa delusione libraria), ci ha guardato da dietro le sue grandi lenti fumè e ci ha chiesto "quann'è che la smettete con 'ste manifestazioni? E' d'an mese che ce state a bloccà 'a città, tanto 'un ottenete niente, manco ve ascoltano".
Ecco, io non so se la signora abbia ragione o meno. Non mi va nemmeno di pensarci ora, tant'è che non ho scritto nulla sulla 133, nè ho nominato politici antipatici. Però mi è piaciuto molto vedere tanti studenti insieme, siamo proprio tanti. E per una volta, li ho guardati solo con gli occhi. Non ho pensato al bocconiano snob, o al normalista cervellone, piuttosto che al bolognese alternativo. Erano lì, con me, come me. Potenziali espressioni.
Brivido.
(Organizziamo un incontro nazionale di studenti universitari per, chennesò, un torneo di memory inter-ateneo?)