Ieri sera il tg di Mentana mostrava un sondaggio sulle intenzioni di voto attuali. La lista di Nichi Vendola, SEL, sembrerebbe pigliarsi un consistente 7%. Senza la presenza di Vendola, la stessa lista credo prenderebbe circa lo 0%.
Oggi al mercato delle vacche in Parlamento anche un deputato dell'Italia dei Valori, tale Scipiqualcosa, non voglio nemmeno cercare il suo nome su Google, ha cambiato sponda. Di Pietro ha dragato un sacco di voti dal Pd proprio grazie alla sua figura personale: urlando, cianciando di "vera opposizione", Di Pietro ha raggranellato voti su voti. Ma senza Di Pietro, quanti ne prenderebbe il suo partito? Un partito che, esattamente come tutti gli altri, ha al suo interno dei filibustieri? Già.
Poi prendiamo Fini e le sue cariatidi che dicono di guardare al futuro (guardassero al presente eviterebbero definitive figure di merda come quella odierna): Fini, la faccia seria della destra, ha cercato di staccarsi e formare un suo partito. Ma anche lì, mele marce sono spuntate dal terreno (arido, va detto). Futuro e Libertà senza Fini sarebbe quello che in effetti già è: un ossimoro, non esisterebbe.
Infine Berlusconi. E i suoi fedeli e servili scudieri. E tutta la gente che lo vota. Un partito che si annulla e coincide perfettamente con l'individuo.
Ora, quello che sto cercando di dire, a mente caldissima, è che i capipopolo, in Italia, alla fine si recuperano sempre: Berlusconi è un validissimo capo-popolo, e Fini, Di Pietro, Vendola eccetera, sono altri individui che riescono a radunare (pochi, lo so, ma non è questo il punto) voti attorno a loro. Ma dove sta la "base"? Dove stiamo noi?
Noi siamo quelli che poi ci facciamo comprare i nostri voti, che cambiamo idea alla notte, o che non cambiamo mai e poi mai, idea. Siamo quelli che voltano le spalle o chiudono gli occhi o allungano la mano sotto al tavolo. Dove sta la base? Cosa sarebbero i partiti in Italia oggi senza un capo-popolo? Agglomerati informi come il Pd, appunto.
Noi siamo peggio, di chi ci governa. Non esistiamo. I capipopolo, sappiamo produrre, e nemmeno troppo bene. Ma dove siamo noi? Assenti quando bisogna trovare responsabilità (come ci è finito Berlusconi lì? Da chi è stato tradito Fini? Chi si convincerà a votare per qualcuno di appena appena presentabile a sinistra invece di storcere il naso? Eccetera). Sarebbe il caso di farcene una ragione, mentre ci mettiamo in fila alla dogana con il passaporto nelle nostre mani infilate nei guanti. Che siano sporchi, o puliti, non fa molta differenza.
1 Response to “Vai avanti tu che a me scappa da piangere”