L’altra volta che mi sono appassionato al tedesco

I viaggi a Berlino e poi a Monaco lo scorso anno mi hanno causato un'improvvisa passione per la lingua tedesca, che mi guardo bene dallo studiare perché immagino ostica e incomprensibile. Alla fine quando si è trattato di aprire il mio studio grafico pochi mesi fa ho scelto proprio una parola tedesca, obst, che significa frutta, una cosa semplice e corta dal suono simile ad un inciampo: ooops!

C'è stato in realtà un altro momento nella mia vita in cui mi ero fissato con una parola tedesca. Ero in prima liceo, frequentavo pianoforte al conservatorio e c'era questa simpatica biondina che faceva solfeggio con me e probabilmente studiava tedesco a scuola. Mi scrisse una dedica sul diario, alquanto incomprensibile a prima vista ma ebbe il buon cuore di spiegarmi che in tedesco significava "sei un ragazzo birichino". La parola esatta con cui mi apostrofò era SPITZENBUBEN. Mi rimase in testa per anni e la usavo indiscriminatamente con chiunque per dargli dello sciocco o della "canaglia", che è la traduzione più vicina in italiano ad un termine crucco puramente gergale (è usato anche per identificare i biscottini con il tondino di marmellata al centro). Ovviamente nessuno mi capiva ma era divertente perchè molti compagni di classe la impararono e la ripetevano come me.
In gita scolastica a Monaco di Baviera, ormai oltre dieci anni fa, mi divertivo a chiamare i numeri di telefono interni delle camere d'albergo dei miei compagni, fingendo di essere un tedesco:
- Pronto?
- Spitzenbuben!
- Come?
- Spitzenbuben! Läufer!
- Oddio non capisco niente...
e puntualmente mettevano giù o mi passavano qualcun'altro che pure non capiva nulla.
Ci alternavamo in tre a farlo, e grazie alle voci diverse ci cascavano quasi tutti ma il siparietto era divertente e causò diverse risate rivelando infine la cosa ai compagni. Läufer invece era una marca di gomme da cancellare, e mi piaceva per il suono tipicamente crucco oltre al fatto che era scritto vicino ad un cagnolone san bernardo ritratto sulla gomma. Ho scoperto ieri che significa "corridore" e non era il nome del cagnolone.

Ho incontrato di nuovo la ragazza di Spitzenbuben sabato scorso, dopo ben 15 anni. Credo non si ricordi di questo episodio e non abbia mai nemmeno mangiato gli ottimi spitzenbuben tedeschi, ma è stata la prima cosa che il mio cervello ha rispolverato, rivedendola dopo tanti anni.

3 Responses to “L’altra volta che mi sono appassionato al tedesco”


cribbio
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