Un giorno sopra un ponte

Trascorrere una giornata sopra un ponte può essere estremamente noioso. Di novembre, poi, con il cielo grigio come le pareti dei palazzi che ti fanno compagnia attorno, già freddo anche se è ancora autunno, la noia sfuma col passare delle ore in fastidio. Eppure, dopo aver passato 24 ore, quando siamo tornati davanti al mac a riguardare tutte le foto che avevamo scattato, ci siamo accorti che sceglierne solo 24 era praticamente impossibile. Non che fossero tutte bellissime, anzi. Ma c'erano davvero troppe persone, troppi volti, troppi dettagli, che avrebbe meritato di finire nella rosa 'finale' delle 24 scelte per la mosta fotografica che Simone, Francesca, Eugenio e il sottoscritto avevano in mente.

Quindi no, smentisco subito: non è stato noioso stare 24 ore sopra un ponte. C'erano i ragazzi che andavano a piedi verso il Renfe, a ballare, che hanno voluto farsi fotografare, c'erano quei deliziosi involtini primavera mangiati direttamente dal cartoccio preso al ristorante poco distante, c'erano quegli enormi tubi luccicanti di alluminio che di sera, viste dalla riva del fiume, fanno sembrare il ponte non il semplice ponte di via Bologna, a Ferrara, ma che ne so, il Guggenheim di Bilbao. C'erano le macchine che rallentavano, scambiando le reflex sui cavalletti per autovelox, in una ritrosia e diffidenza così ferrarese che sì, non lo dico affatto con ironia, faceva un pelo scaldare il cuore. E poi le ritirate in casa di Simone, campo base della sporca faccenda, per scaldarci un tè o dormire mezzora, mentre a turno gli altri continuavano a presidiare la carreggiata. Con l'ordine opposto rispetto a una trincea: di qui devono passare tutti.

E al mattino sarebbero effettivamente passati tutti, piedi brulicanti a tambureggiare sul selciato o far girare pedali, un movimento asincrono che andava via via intasando la stretta ciclabile sul ponte. Ci sono finiti davvero tutti, sulle nostre foto, anziani bambini donne uomini coppiette che si abbracciano ragazzi che abbassano il capo per timidezza, mani che si scaldano guanti che colorano di rosso una giornata grigia, grigia come il fumo delle caldarroste che purtroppo non è finito impresso sulle foto ma tranquilli, erano davvero gustose.

24 è il racconto di quella volta in cui quattro amici ferraresi hanno deciso di trasformare il ponte in una specie (lo diciamo sottovoce) di 'galleria d'arte', di fare delle foto a un ponte ed esporle poi sul ponte stesso. Apre sabato 26 novembre, domani pomeriggio facciamo pure un brindisi, tanto per fare scena, e poi sperando che nessuno le porti via, rimarranno aggrappate alla ringhiera della ciclabile a ridosso del ponte fino all'11 dicembre. Quelle foto non si annoieranno nemmeno loro, in queste due settimane di freddo di grigio di nebbia e di sole, a specchiarsi nelle persone che, per caso o per volontà, si fermeranno a guardarle.

2 Responses to “Un giorno sopra un ponte”


cribbio
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Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
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Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
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Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
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Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
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