C'era una volta l'iPhone, inventato da Steve Jobs nel 2007, disegnato nelle linee esteriori da Jonathan Ive, due fanatici del minimalismo e dell'essenzialità delle linee nel product design. Tra i rampolli di Jobs c'era Scott Forstall, un pazzo isterico che faceva rigare tutti dritto in Apple, essendo il cocco del capo, e si fece strada diventano capo della divisione che si occupa della grafica del software degli iPhone (il cosiddetto iOS), dello sviluppo di tutto il software, eccetera. Insomma un pezzo grosso. Muore Jobs, tutti vociferano che sarà lui il successore tra qualche anno perché è colui che meglio incarna le sue idee. Quali idee? C'è una parola che riassume bene il concetto: si chiama skeumorfismo, e significa che le interfacce del software debbano avere un qualche elemento di richiamo alla realtà degli oggetti che rappresentano, perché siano immediatamente familiari e ricondicibili all'esperienza che gli utenti hanno già nel mondo reale. Infatti ecco come si presentava l'interfaccia di iPhone fino a questa sera:
Chiaro no? Jonathan Ive disegna un rettangolino super pulito di vetro ed alluminio, minimale e zen, poi arriva Forstall e ci mette dentro un software skeumorfico e per alcuni pacchiano e ridondante: l'icona del calendario sembra quella dei calendarietti di una volta, il blocco note è giallo con le righe e il foglio strappato, la fotocamera sembra una fotocamera vera, il promemoria ha la pelle nera come certe agende business, eccetera. In sostanza è chiaro che questi due se si incontrano per i corridoi si prendono a cazzotti avendo visioni completamente opposte.
Veniamo all'estate scorsa: Apple litiga con Google, come già facevano da un po' ma più seriamente e così Apple si mette a fare la sua applicazione di Mappe per fare concorrenza a Google Maps. Però: Google maps c'è da dieci anni è bella rodata e completa, Apple compra una ditta che fa mappe, ma ha dati aggiornati a dieci anni fa, ci sono un mare di errori, la gente si lamenta, ci sono strade inesistenti, indicazioni errate. Un disastro planetario, lettere pubbliche di scuse, class actions, teste che rotolano. Essendo Forstall a capo della divisione software viene silurato e additato come responsabile della debàcle. Addio sogni di gloria, addio prendere il posto del capo, ciao ciao skeumorfismo nell'interfaccia.
Al suo posto viene messo Jonathan Ive, che per quanto bravo e saggio e zen, ha sempre fatto solo hardware, cioè gli involucri dei prodotti, al limite qualche disposizione interna. E' uno che sceglie i materiali, i raggi di curvatura degli spigoli, il numero di viti. Un purista del mobile da Bauhaus, non un progettista di interfacce software. Che fa il buon Jony quando gli viene data carta bianca? Una cosa su tutte: rade al suolo. Ogni. Traccia. Del. Lavoro. Di. Forstall.
Questa sera hanno presentato il nuovo software (iOS 7) interamente progettato da Jonathan Ive. Ecco il risultato:
Ora voi ce lo vedete l'uomo d'affari che estrae dal taschino il suo telefono da lavoro e pistola con le iconcine tutte pop coloratissime alla ricerca delle sue mail aziendali?
Il lavoro di pulizia e minimalismo spinto è davvero profondo e notevole, può piacere o non piacere ma su alcuni punti si notano alcune ingenuità:
1) Il nuovo font scelto per ogni scritta a partire dalle icone principali è l'Helvetica Neue Ultra Light, una versione leggerissima del popolare e storico Helvetica in uso attualmente. Elegantissimo ma così sottile che su display non retina, come quelli dei modelli di qualche anno fa ma anche del recente iPad Mini, risulterà difficoltoso alla lettura, specie per qualche persona più in là con l'età;
2) Lo skeumorfismo a volte rende pacchiana la grafica ma aiuta visivamente a percepire la differenza tra prodotti differenti. Ora a colpo d'occhio non si distingue rapidamente l'icona di Calendario, da quella di Note e di Promemoria, tutte a prevalenza di bianco, tutte piuttosto insulse e prive di carattere;
3) Va bene lo stile piatto e privo di gradienti, le linee essenziali e le forme primitive, però delle due l'una: o i petali piatti dell'icona Photo, o le bolle tridimensionali di Game Center.
4) Siamo sicuri che l'interfaccia completamente bianca nelle applicazioni interne si sposi bene con l'iPhone di colore nero? Ad Apple pare se lo siano volutamente scordati, tanto che in nessuna immagine promozionale compare più il telefono originale di colore scuro.
5) Le icone di iTunes Store e App Store hanno un cerchio sgradevole, troppo vicino al bordo dell'icona, il precedente era più aggraziato;
6) Perché visti i colori pop da adolescenti Mtv la fotocamera rimane grigio smorto e l'icona degli ingranaggi delle Impostazioni ora ricorda una presa di una ventola?
7) Queste icone dopo tutto non ricordano un po' quelle di Nokia con Symbian? A me molto. Safari è simile a Nokia Maps, Calendario a Nokia Calendar, ma anche Messaggi, Musica...
8) Dove sono finiti i pulsanti delle interfacce interne alle applicazioni? Sostituiti da semplici scritte. Così ora non si capisce con chiarezza quali scritte sono pulsanti, quali no, quali sono i bordi entro cui toccarle per ottenere il comando. Bad design.
9) La prima è la nuova app Meteo di iOS 7, quella dopo l'app Weather di Yahoo. Evviva la fotocopiatrice spudorata.
10) I pulsantini toggle per attivare al volo Wifi, Bluetooth, volume e musica, Google e altri cellulari li hanno da 5 anni. Non è esattamente quella che si può sbandierare come una nuova feature. Il multitasking che sfoglia le app aperte con l'anteprima ce l'hanno già tutti da una vita. Le mail che le scorri per cancellarle o archiviarle le ha già fatte Mailbox, lo scambio di files tra due dispositivi si poteva fare dieci anni fa con i primi cellulari ad infrarossi e l'avete impedito soltanto voi ridicolmente. In sostanza: quasi nulla delle novità software di oggi sono innovazioni, quanto più "portarsi in pari in ritardo".
Insomma, un buon lavoro interno nelle app, doveroso più che altro visto che introduce caratteristiche da anni chieste a gran voce da migliaia di utenti, ma con un impianto visivo un po' acerbo e non adatto ad un pubblico trasversale. Troppo colorato per un uso serio, troppo simile e monotono con la dominanza di bianco per essere funzionale. Per me è un parziale no, con la curiosità di provarlo sul campo e capire se le (poche) nuove funzionalità varranno la candela di un futuro update. Jonathan Ive, forse è meglio torni a forgiare metalli preziosi in attesa di ricevere qualche feedback dagli utenti della prima ora.
P.S. Un cane io non ce l'ho.
9 Responses to “iOS 7 spiegato al mio cane”