Alzandomi questa mattina non ho trovato il solito caffelatte ad aspettarmi e pure il telegiornale sembrava trasmettermi notizie vecchie e poco interessanti. Così, abbandonando le sacre chiappe su una poltrona bicolore nel soggiorno mi sono lasciato andare ad alcuni pensieri.
Ho pensato che Segolene Royal mi sta proprio sulle palle, con quell'aria fintamente socialista, e che a parte tutto è inutile questo sgomitare e fare confronti in tv: avanti con i neogollisti. Io vado ricordando Monsieur Mitterrand e mi sento vecchio. In fondo, lo sono un po'.
Ho pensato che tutte queste chiacchiere da bar intorno alla meritocrazia sull'Inter e lo scudetto sono ridicole. I numeri parlano chiaro e non c'è trippa. Ho pensato anche che il Milan stavolta travolgerà il Liverpool ad occhi chiusi e che Berlusconi quando non vince in politica ha soddisfazioni nello sport e viceversa.
A proposito di Berlusconi, ho ancora negli occhi quelle disgustose immagini del servizio di "Oggi" con il suo "harem" in Sardegna tra rosse e more forzaitaliote. Che tristezza. La rivista "Oggi", intendo. Su Silvio è inutile infierire, ormai è un cucciolone in pensione ed è già tanto se la sua signora non scappa a gambe levate. Ah, i figli, cosa non fanno.
Poi guardavo la tv e mi rendevo conto che non c'è niente. Niente di niente di niente. Non posso spendere tutti quei soldi per Sky, vero parametro che divide gli italiani tra "quelli che possono" e "quelli che non possono": è caro punto e basta, e non si può pagare pure la tv oltre alla stronzissima bolletta telecom. Alla sera è tutto un fiorire di fiction di bassa lega, pornografia per casalinghe, reality osceni e dibattiti politici con idioti che si parlano addosso. I film, quando ci sono pare un evento: li hai già visti tutti o al cinema, o in dvd, o li hai scaricati, o te li han prestati o i colleghi te ne hanno parlato talmente a lungo che sai già chi è l'assassino.
Poi per fortuna mi sono addormentato e ho sognato un prato verde e gli alberi in fiore. C'era pure Prodi che faceva jogging, sullo sfondo. Pareva un figurino.