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Omicidio Aldrovandi, una ferita aperta

Quanto vado a scrivere è una di quelle storie che avrei dovuto raccontare da diverso tempo e che per mancanza di tempo o di voglia è rimasta in sospeso fino ad oggi ingiustamente. Una di quelle storie che vanno raccontate, almeno per condividerne la drammaticità e per mostrare quanto accade sotto i nostri occhi nemmeno troppo occasionalmente. Una vicenda rimasta per troppo tempo in sospeso, se è vero che i fatti risalgono al settembre scorso e soltanto ora qualcosa comincia a muoversi anche a livello nazionale suscitando il clamore della gente di ogni dove. Una storia da far girare, da raccontare, da segnalare e divulgare perchè si sappia in giro e diventi, dal web, una voce grande ed importante. Un chiasso che smuova le coscienze e colpisca dritto i diretti responsabili, perchè non sia un episodio accaduto invano.

La notte del 24 settembre a Ferrara un ragazzo di 18 anni, Federico Aldrovandi, muore nelle mani della polizia. Una serata come tante, trascorsa in discoteca a Bologna con gli amici, dove Federico assume imprudentemente una pastiglia di ecstasy (o sostanze simili) che qualcuno all'interno del locale gli vende. Poi la decisione, a notte inoltrata, di rincasare da solo, percorrendo un po' di strada a piedi senza farsi accompagnare. Capita spesso al giovane Federico, che ama tirare tardi con chi è disposto a star fuori fino a tarda notte con lui, ma che in questa circostanza non trova supporto da nessuno. Quando gli amici lo salutano Federico è tranquillo e bonario come al solito, nessuno pensa che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbero visto vivo. Cosa è capitato dopo, resta ancora oggi un mistero.

E' quasi mattino quando gli abitanti di via Ippodromo chiamano la polizia in seguito a schiamazzi di qualcuno che in strada sembra manifestare comportamenti strani. Nelle prime ore di luce dopo l'alba, Federico viene portato via dalla polizia stessa, privo di vita.
Lo lasciano per cinque ore sull’asfalto, nascondendo la verità alla madre che lo cerca fin quasi a ora di pranzo ignara di tutto. La versione degli agenti racconta che una volta fermato, il giovane avrebbe dato in escandescenze. Ovviamente negano la responsabilità della morte sostenendo che si sia ferito da solo e sia deceduto per overdose. Gli esami tossicologici smentiscono tale tesi.

Il giorno di Natale sono trascorsi 3 mesi dall'accaduto. I dettagli emersi dai referti medici, non ancora ufficializzati dopo così tanto tempo, parlano di numerosi segni di percosse su tutto il corpo, ferite per contusioni alla testa, strisce delle manette ai polsi e lo scroto schiacciato.
Ricordo perfettamente i giornali di quei giorni e lo strano avvenimento su cui non si volle fare volutamente luce. "Ragazzo muore per overdose" titolarono in maniera simile i due quotidiani cittadini.
La notizia rimane insabbiata per mesi, finchè la madre, che ha riavuto i panni di Federico letteralmente imbevuti di sangue, chiede verità ed apre un blog che cerca di far luce sulla vicenda. Grazie al tam tam telematico, alcune radio, ed ora anche Indymedia, Liberazione, il Manifesto e Repubblica, denunciano il caso portandolo all'interesse della nazione intera.

Prima di proseguire vi invito a leggere la testimonianza della madre, ricca di particolari e densa di verità scomode. Quello che segue sono soltanto le mie ipotesi, le mie personalissime opinioni in merito alla vicenda Aldrovandi. Le mie accuse e le mie riflessioni di cittadino ferrarese, appena più grande della vittima, emotivamente coinvolto fin dall'inizio in questa triste storia di angosciante violenza urbana.


L'idea che mi sono fatto, e che ci siamo fatti in tanti leggendo quelle poche righe che i giornali hanno riportato sui fatti accaduti è che ci sia un muro di omertà enorme, manco fossimo in un paesino di pochi abitanti in Sicilia dove tutti conoscono tutti. La cosa triste è constatare quello che stiamo vivendo in questi giorni: un caso quasi archiviato per giornali e Polizia quanto per l'interesse pubblico, che torna alla ribalta con ampia eco mediatica soltanto perchè la madre della vittima apre un blog gridando disperata. "Ascoltatemi, ho bisogno che Federico non venga dimenticato! Vogliamo la verità!". Un'intera città aveva già ripreso il solito tran tran nell'oblio della noncuranza, dimenticando che non è mai stato chiarito nulla in merito a questo strano episodio. C'è voluta la rete fortunatamente, con i suoi meccanismi di link e mail che girano rapidi da un posto all'altro portando notizie e verità a interrompere il silenzio assordante che si era creato.
 
E' triste constatare infatti come l'informazione ferrarese abbia fatto una misera figura, assecondando le voci ufficiali della Questura e non facendo realmente informazione, sondando pareri, intervistando testimoni e ricercando quella verità che non è mai emersa nemmeno tra le righe se non in maniera blanda e non supportata da personalità credibili. C'erano senz'altro testimoni, qualcuno si è preso la briga di domandare loro cos'hanno visto? Qualcuno ha chiamato la polizia per gli schiamazzi, ma dopo è forse tornata a dormire come se niente fosse? Al mattino nessuno è transitato per la via vedendo quanto accadeva? I conti non tornano.
 
Federico è stato trovato pestato a sangue da qualcuno: risulta difficile credere che l'abbia fatto da solo per autolesionismo; pur sotto effetto di sostanze non è pensabile che un giovane si riduca in quello stato. Non è forse lampante che la polizia intervenuta per vedere cosa stava succedendo si è trovata davanti un giovane in stato confusionale che ha reagito giustamente divincolandosi e in maniera aggressiva causa sostanze assunte? Non è ovvio che vista la reazione imprevista è stata usata la forza per cercare di fermarlo e nonostante tutto si sia andati oltre quello che concerne i modi di agire delle forze dell'ordine non limitandosi a immobilizzarlo ma punendolo fisicamente per i tentativi di reazione? E' forse una novità che Polizia o Carabinieri esercitino talvolta l'uso della forza in maniera autoritaria ed ingiustificata contro persone più deboli o indifese (in tal caso, disarmate)?

Vogliamo aggiungere, non mi si dica che esageriamo!, che vista la carnagione scura di Federico e lo stato in cui si trovava è stato probabilmente scambiato per un extracomunitario e di conseguenza trattato a dovere in maniera arrogante e sprezzante? Alcuni testimoni raccontano che il mattino seguente la gente pensava fosse stato ammazzato un albanese. Stiamo o no, dicendo le cose come stanno? Per quanto siano supposizioni queste restano le cose più lampanti che vengono alla mente noti i pochi elementi di questo intricato mistero. Eppure non c'è traccia di queste idee sui giornali che uscirono a settembre. Lo stesso quotidiano di oggi, si affretta a riportare la difesa del questore che accusa la madre di Federico di calunnie piuttosto che una disamina del caso più accurata e ragionata.
 
Non verrà mai ammessa alcuna colpa, come sempre è stato e sempre sarà in casi come questo di abuso di potere. Resta un ragazzo morto nel pieno della sua giovinezza e una madre e un padre increduli ed impotenti privati all'improvviso di un figlio che non aveva fatto niente di male per meritarsi una fine del genere. Restano gli amici a piangere un amico andatosene all'improvviso per una serata troppo in là come potevano essercene state tante in passato senza che succedesse un finimondo. Resta il chiassoso mutismo delle forze dell'ordine, dei giornali e delle autorità, chiuse in un ufficio arroccate ad organizzare una loro verità ufficiale da sbandierare tra breve in pasto all'opinione pubblica. Resta il silenzio di una città di provincia come Ferrara, abituata a morti sulle strade e suicidi tra la nebbia, attonita davanti ad una storia come questa, incapace di reagire, di organizzarsi e di farsi sentire scendendo in piazza gridando giustizia com'è giusto che sia. Restiamo noi, che stiamo a guardare, pensiamo, parliamo e ci indigniamo senza peraltro giungere a conclusioni. Resto io che sono qui a scrivere in questo momento, cittadino ferrarese come gli altri, triste e deluso di quanto credevo non potesse accadere attorno a me. Ferrara è tranquilla, dicono.

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(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
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Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
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Indovinello
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(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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