Che Dio ci perdoni. E lo farà. E' il suo mestiere. (Marcello Marchesi)    
    
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Ultimo aggiornamento: 06/10/2002
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ALBATROS
Per chi ha voglia di
pensare un pochino.

I vecchi numeri della rivista
a cura di Alice Suella e Claudio Torreggiani.


DomandeDelNostroTempo
[risponde TheEgo, tuttologo]



La risposta è indubbiamente si...basti pensare alle martellanti pubblicità che giusto in questo periodo promettono gprs, palmari, diavolerie ad onde in grado di farci leggere e inviare email anche dalla spiaggia...anche mentre facciamo il bagno...Staccarsi dalla Grande Rete diventa ogni giorno che passa più difficile proprio per l'incapacità di fare a meno di una fonte di notizie immensa, di un mezzo di comunicazione ormai troppo diffuso. Ma se riflettiamo anche solo un attimo ci accorgiamo che abbiamo fatto a meno di internet per tantissimi anni...non si può davvero rinunciarci per un meset


La risposta è indubbiamente si...basti pensare alle martellanti pubblicità che giusto in questo periodo promettono gprs, palmari, diavolerie ad onde in grado di farci leggere e inviare email anche dalla spiaggia...anche mentre facciamo il bagno...Staccarsi dalla Grande Rete diventa ogni giorno che passa più difficile proprio per l'incapacità di fare a meno di una fonte di notizie immensa, di un mezzo di comunicazione ormai troppo diffuso. Ma se riflettiamo anche solo un attimo ci accorgiamo che abbiamo fatto a meno di internet per tantissimi anni...non si può davvero rinunciarci per un mesetto di vacanze? Non credo. La verità è che ci fa comodo usare tutto quello che la tecnologia ci mette a disposizione, senza farsi tanti scrupoli. Internet affascina quasi come la tv, perchè c'è tutto quello che vogliamo, le risposte che cerchiamo, le cose che vogliamo sapere. Chiunque di noi è schiavo di internet perchè dentro la Rete trova ogni suo bisogno, e appagato non riesce a smettere. Ora fate uno sforzo. Pensate a voi dieci anni fa, senza internet. Si stava così male? Ora invece pensate a voi tra dieci anni. Non oso immaginare...


Il recente programma televisivo "Veline" dimostra ancora una volta come il popolo italiano sia dipendente da un paio di cosce quotidiane nella fascia pre-serale, quando cioè l'italiano medio siede a tavola con la famiglia e, frustrato, racconta le disavventure con il capoufficio. La presenza, spesso inutile, di veline e vallette di sorta diventa quindi una specie di analgesico per l'utente televisivo stressato dal lavoro, e che della tv sembra apprezzare più il contorno che non il contenuto...Peccato però che le suddette pulzelle si montino la testa troppo facilmente, ritenendosi delle vere e proprie intellettuali...mah! Colpa della troppa notorietà o di qualche giornalista che lancia addirittura giovani vallette alla conduzione del tiggì? Ogni riferimento è casuale.
 

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Raccolta di pensieri ed aforismi del nostro tempo


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L'IMPERO DEL MALE, OVVERO GUIDA ALL'AMMINISRAZIONE BUSH di Giulia Piccolino
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L'ITALIA ASSERVITA  di Eugenio Ciccone

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* A CHE PUNTO E' IL PROGRAMMA DEL GOVERNO BERLUSCA? E POI...CHI CA**O ABBIAMO AL GOVERNO? thanks to Bigo
* I SONETTI DEL CAVALIERE
di Vox - thanks to Trascendentale.org
* LA BERLUSCONEIDE. RACCOLTA DI HUMOUR SU... di Giuseppe Scano
* IL MERAVIGLIOSO MONDO DEI NANI PELATI
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* GLOBAL CRACK  (Commenti e idee non allineate) di G.Piccolino, L. Cantarelli e
A. Canella
* MANIFESTI TAROCCATI
L'ormai celebre raccolta di Ciccsoft.com











Ciao!haimaipensatosesiamonoi
cheguidiamoiltrenodellavitaosiamosolo
passeggericheattendonol'arrivo?
risp 3489210538
>>LE RISPOSTE


Scarica il Berlusclock...l'esclusivo screensaver che ti ricorda da quanto tempo non è stato risolto il conliftto d'interessi! [thanks to Clarence]
 


Se quella notte, per divin consiglio
Donna Rosa che concepiva Silvio,
avesse dato al marito di milano
invece della gigia il deretano
l'avrebbe preso in c#l quella stessa sera
Donna Rosa sol e non l'Italia intera!


 

 

 

 

 

 


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  Affondiamo lentamente... di Eugenio Ciccone
Cari amici e amiche, tornata da due intensi giorni genovesi, il desiderio più grande è quello di fare il mio dovere di “chi c’era”, raccontandovi la mia esperienza. Desidero estrarre da quella strana vertigine che provo ogni volta che sento, che vedo Genova 2001 e ricordo Genova 2002 qualche fotogramma, qualche frammento di ciò che ho potuto provare, respirare in quei giorni, tra quella gente…
Desidero raccontare la Genova che mi girava intorno, quella che ho sentito vibrare sotto i passi di un corteo in festa, il gelo di chi era rimasto suo malgrado al posto di lavoro, al servizio di un’orda di perfidi terroristi, la curiosità malcelata del controllore che forandomi il biglietto ha atteso un istante prima di distogliere lo sguardo e passare avanti (ora potrà dire di avere avuto un incontro ravvicinato con una no-global…), ma soprattutto la città solidale, che ci ha accolti col sorriso sulle labbra e la cortesia di tutti i giorni… Vi dirò di questo, le riflessioni a voi. Le mie sono quelle che mi hanno portato fino qui. Riconfermate, rinvigorite...



 


Quelli che stavano giù dal palco di Mimmo Marini
Sono stato al Girotondo di piazza S.Giovanni, ma non era un girotondo... d'altra parte anche l'Italia ufficialmente è ancora una democrazia.
Era una folla immensa, che il mio orizzonte non riusciva a racchiudere. Per raccoglierla non c'è stato bisogno di una grande pubblicità, non è stato necessario l'impero mediatico che solo LUI possiede e nemmeno la violenza o il terrore che raccoglieva le masse a piazza Venezia.

Sul palco non c'era nessun leader politico, sindacale, militare, sportivo, niente del genere. Era solo una "Festa di protesta" di cittadini, organizzata dai cittadini.
Ai microfoni c'era solo gente che aveva davvero qualcosa da dire, non persone ormai associate a qualcosa di "sporco" come la politica, ma gente che tuttavia si "sporca le mani" quando ce n'è bisogno come Gino Strada, che sa cosa è la guerra, quali le sue conseguenze e non riesce a sopportarle se non
intervenendo a soccorrere le vittime. Quelli che qualche anno prima avevano ratificato il nostro intervento al fianco della NATO contro la Serbia di Milosevic, quelli che alle manifestazioni dei cossiddetti "NoGlobal" (che rivendicavano spesso le stesse cose di Gino Strada) prima di Genova, già a Napoli avevano permesso comportamenti vergognosi della polizia, erano in mezzo alla folla oppure a Modena, a loro non è stato permesso di salire.
Ha parlato la sorella di una vittima della Mafia, il giudice Borsellino, per quanto uomo di destra. Quelli che hanno permesso con la loro incompetenza, inconsistenza, mollezza, codardia e forse corruzione che un "sospetto" colluso con la Mafia arrivasse a capo del potere esecutivo e controllasse quello legislativo e giudiziario sono rimasti in silenzio.
E' intervenuta una donna, avvocato, ma non come un amico di LUI, celebre per le sue peripezie giudiziarie ancora inconcluse. Lei ama la sua professione perchè può far trionfare la giustizia, non perchè può permettere di compiere ogni malefatta senza pagar pegno. Lei ha avuto il coraggio di manifestare all'apertura dell'anno giudiziario con cartelli che dicevano "La legge è uguale per tutti, anche per il presidente del consiglio", ed è stata arrestata per questo. Quelli che nonostante fossero stati delegati da metà degli italiani solo sottovoce hanno detto che ciò che faceva LUI era ingiusto, quelli che hanno lasciato che passasse un'intera legislatura senza fare una legge sul conflitto d'interessi, essi si sono limitati a fare presenza.
Per primo c'è stato il discorso di Nanni Moretti, un regista famoso anche per un suo film in cui dice "Reagisci, reagisci, di' qualcosa di sinistra!". Quello che era il destinatario di tale esortazione era Modena a far tutt'altro.
Una ragazza di nemmeno 18 anni ha avuto la possibilità di parlare davanti a quasi un milione di persone. Era diventata famosa perchè era scoppiata a piangere cercando di parlare col ministro dell'Istruzione. Quelli che nella scuola avevano fatto poco meno di quello che sta facendo l'attuale governo, quelli che dichiarandosi di sinistra hanno cercato di dare sovvenzioni alla scuola privata come nemmeno la vecchia DC aveva avuto il coraggio di fare, queste persone non hanno invece avuto la possibilità di parlare ancora.
Ha fatto un discorso Veltri, ex vicedirettore del Giornale, che ha collaborato al fianco di Montanelli, altro uomo di destra. Quelli che si sono spacciati per avversari della "destra di LUI" e poi non lo hanno dimostrato coi fatti hanno dovuto tacere.
Hanno avuto il microfono anche un immigrato extracomunitario e una rifugiata curda. Quelli che qualche anno prima hanno permesso che Ochalan fosse consegnato alle autorità turche rischiando la pena capitale, quelli che stavano per allearsi con il Senatùr neoxenofobo sono rimasti a guardare.

Poi c'è stato lo spettacolo, le canzoni, le parole di Vittorio Foa, Dario Fo, Pardi, Flores d'Arcais, Furio Colombo, Daria Colombo e tanti altri. Intellettuali e gente dello spettacolo che ha una coscienza politica, ma per cui la politica non è una professione.

E infine c'eravamo Noi, giù dal palco ad ascoltare, a sventolare bandiere e ad agitare cartelli per dire "Ci sono anche io e non ci sto". Eravamo forse un milione, riempivamo la piazza e tutte le strade intorno, venivamo da tutta Italia, e qualcuno anche da Svizzera e Austria.

E stavamo alla stessa altezza di quelli che nonostante tutto molti di noi avevano votato con l'illusione di essere rappresentati. Alla stessa altezza di quelli che, mentre LUI prometteva l'impossibile, rimanevano con le mani in mano e lo rincorrevano nella sua follia mediatica usando slogan quasi uguali a quelli di LUI.

Manifestavamo tutti contro di LUI, il Signore degli Inganni: Silvio Berlusconi.


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Cari amici,
"Fuori l'Italia dalla guerra", firmato ormai da oltre duecentomila persone, non è più soltanto un appello, ma diventa una iniziativa per sensibilizzare i cittadini, le famiglie italiane.
Siamo convinti - e ne abbiamo ogni giorno nuove conferme - che la grande maggioranza dei nostri concittadini sia contraria alla guerra, in particolare alla nuova guerra contro l’Iraq che è ormai all’orizzonte.
Per rendere visibile questa "opinione pubblica" che crediamo trascurata e oscurata da molti giornali e televisioni, chiediamo un gesto, una testimonianza: appendere stracci bianchi, bandiere di pace, alle finestre e ai balconi delle nostre case e dei luoghi di lavoro ma anche annodare un piccolo straccetto bianco al polso, alla borsetta, allo zaino, alla bicicletta, al guinzaglio del cane: ovunque sia visibile.
Uno straccio di pace è un modo semplice per far sapere che vogliamo trovare nuove forme di stare insieme, nuovi modi per risolvere i problemi che non siano la violenza, il terrorismo, la guerra.
Dobbiamo vincere una sorta di pudore, di timidezza, e dobbiamo credere che sia possibile: se i duecentomila che hanno firmato l’appello di Emergency - e ogni giorno diecimila persone si aggiungono all’elenco - esponessero uno straccio di pace - la cosa non potrebbe più essere ignorata o censurata.
Duecentomila stracci di pace potrebbero addirittura rappresentare una massa critica capace di innescare una reazione a catena.
E’una scommessa difficile, ma non dobbiamo perderla. O riusciamo a tenere "Fuori l'Italia dalla guerra" o non sarà possibile neppure tenere la guerra fuori dall'Italia.
E' un impegno che vi chiediamo, è la prima di tante iniziative che, insieme con altre organizzazioni, vi proporremo per i prossimi mesi.
Tenere l’Italia fuori dalla guerra è davvero nelle nostre mani.
Buon lavoro a tutti noi

Gino Strada

 

 

 


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Ho voglia di realizzare dei progetti. Di fare cose. E voglio che ci sia altra gente che abbia voglia di fare. Non voglio risultati, per ora, né premi, né pacche sulle spalle. Voglio fare. Voglio giocare, non vincere. Voglio fare cose. Pensarle. Dirle. E farle. Voglio che questo sito sia fatto così. Fatto di gente così. Che si interessi al proprio pensiero. E al pensiero degli altri. Una specie di solidarietà mentale. Facciamo le cose per il FARE le cose, facciamo le cose per farle per NOI. Io voglio questo. Anzi, lo vogliamo. 

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