GIOCANDO CON LA METAFISICA
Sarei contento di veder sbucare un orribile mostro dalla nebbia di un bosco durante una notte oscura. Perchè vorrebbe dire che l'impossibile esiste. E come non c'è male senza bene, se comparisse il mostro "impossibile", vorrebbe dire che esistono anche mirabili creature benevoli. Non la paura albergherebbe in me, quindi, ma la consapevolezza che esiste il sovrannaturale, ciò che non può accadere uscirebbe dagli antri della fantasia umana per camminare (finalmente?) tra noi. Ecco perchè sarei paradossalmente contento (oltre che umanamente spaventato a morte) di quel pericoloso incontro notturno. Tutto l'universo a noi noto si regge sulla dicotomia: si può curvare a destra o a sinistra, non esiste un'altra direzione di fronte al bivio. Di conseguenza, esiste il reale e l'irreale. Non c'è via di mezzo. E infatti finora mostri innaturali non se ne sono visti. Vederli, sarebbe il crollo delle nostre percezioni, il crollo di tutto il sistema. Sistema che con i nostri sogni, le nostre invenzioni letterarie, cinematografiche e in generale con i mezzi a disposizione delle nostre menti, mettiamo costantemente in discussione, sempre alla ricerca di un evento (cos'è Dio, per esempio, se non qualcosa di "innaturale"?) che evochi l'impossibile (dalle fiabe per i bambini ai film), che faccia scricchiolare la monolitica struttura imperforabile. Ma devo anche ammettere altro. Sono talmente schiavo delle mie congetture, che dopo lo sgomento e il sollievo sopracitato, proverei quasi dispiacere: se l'irreale si materializza, i sogni e le nostre costruzioni mentali (il nostro fantisticare) svanirebbero. Cosa ci resterebbe da sognare? E non diciamo sempre che se smettiamo di sognare, smettiamo un pò di "vivere", romanticamente parlando? La concretizzazione degli artifizi della nostra mente vale la loro sparizione? Forse per noi umani l'irreale può esistere solo nella nostra mente. Abbiamo bisogno di "pensarlo". Non di vederlo realizzato. Non lo potremmo capire.
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