"...Roma Termini scendiamo, srotoliamo le bandiere,
ci fermiamo in piazza Esedra per il solito caffè...
...Con i fazzoletti rossi ma le facce tutte scure,
non c'era tanta voglia di parlare tra di noi..."
Una telefonata: "Dai, arrivi fino a Firenze e ti vengo a prendere, poi andiamo giù assieme,sarebbe bello ricordarli così...". Fa piacere, soprattutto sapendo da chi viene quella telefonata.
Sorrido sentendo quella voce riecheggiareare nella mia testa dicendo che sono unla "piccola rifondarola in incognito", avevi bisogno di dirlo a voce alta che mi sentivi dalla "tua parte". Io ancora adesso un po' mi offendo, un po' ci rido su e un po' ne vado orgogliosa, anche se a me le etichette stanno strette. Io da brava sognatrice ho sempre vissuto per le idee.
"...Con le tue foto ed i tuoi filmati,
Con i tuoi slogan e pugni alzati
Credi davvero che ancora qualcuno
Voglia ascoltare la tua voce...? "
E' sempre stato questo ad accomunarci, la voglia di gridare, di parlare, di farsi sentire. E se si andava assieme a manifestare, lo si faceva senza bandiere, l'idea davanti a tutto sempre e comunque.
Ci abbiamo sempre creduto facendo delle divergenze d'opinione un punto di forza, si lavorava in coppia, io battendo un fianco, tu l'altro. Ce l'hanno insegnato loro, giorno dopo giorno, abbiamo imparato a ritagliarci a vicenda gli articoli dei giornali, tu da Manifesto ed Unità, io da Repubblica e Corriere.
"A volte bisogna infrangere qualche regola per riuscire a cambiare le cose".
Se ne sono andati entrambi, chi ci ha insegnato tutto questo non c'è più. Ma ci siamo noi adesso qua, due cori differenti che cantano all'unisono. E ci crediamo ancora, entrambi.
"Another world is possible - un altro mondo è possibile..."
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