Monthly Archive for Settembre, 2007

Lo scalino

Troncon festeggia la meta italianaLa sensazione che il rugby italiano non ce l'avrebbe fatta ad entrare tra i primi 8 al mondo è sopraggiunta quando un individuo tozzo e sogghignante, indicando lo schermo fa notare all'amico seduto in sala a trepidare per Scozia-Italia: "Ma cosa stai guardando, guarda che non è mica calcio questo!"
Peccato, perchè per la cosidetta "crescita del movimento" una vittoria decisiva ai Mondiali sarebbe stato lo scalino (scalone) necessario da salire. Invece ci si ferma a qualche vittoria, quando capita, nel Sei Nazioni, contro avversarie alla nostra portata. Difficilmente gli italiani si appassionano a sport che non vincono le partite volàno, quelle che fanno poi scattare orgoglio e spirito di emulazione. Così il rugby italiano rischia di rimanere ambiguamente a metà strada tra sport di nicchia e sport di massa. Con il calcio-totem, in Italia la deriva per chi non sfonda è un'ipotesi abbastanza plausibile.

Peccato, soprattutto perchè per appassionarsi davvero a questo incredibile sport, basterebbe guardare la faccia di Troncon e compagni durante tutti i momenti della partita. Si va in meta anche così.

For our friends in Burma

burma.jpg
support fight for freedom: today wear a red shirt

Voci in capitolo

C'è un'anomalia nel sistema politico italiano. C'è un problema maggiore di bipolarismi imperfetti e bilanciati, forse causa di tanti mali, dovuto in larga parte ai media e al fatto che ci troviamo in Italia, terra di mafia e bustarelle, spinte, appoggi, raccomandazioni. Sono i partitini, quelli da cinquepercento trepercento, esaltati dalle tv come se davvero avessero voce in capitolo su qualcosa. Spiace far notare che non cel'hanno affatto, in virtù del pugno di elettori che rappresentano. Eppure in questo Belpaese fanno crollare governi, ricattano poltrone, minacciano crisi. L'esperienza insegna di stare attenti ai ribaltoni dei politici più banderuole e nonostante ciò chissà perchè sono sempre presenti in questo o quel governo.

Due i compiti urgenti: per tv e giornali finirla di riportare al telegiornale anche la loro stupidissima opinione in merito tutti i santissimi giorni su ogni cosa, e togliere visibilità a questi politicanti buoni solo ai salotti di Vespa senza che un briciolo di costruttività venga portata da parte loro nelle sale decisionali del Governo. Per chi governa, crea coalizioni, vuol fare davvero politica: a casa i vari Mastella, Diliberto e altri semina zizzania. Un conto è far politica, un conto è governare il Paese. E per quello non c'è trippa per questa gente, punto e basta. Si ammetta che non hanno la forma mentis, non sono adatti, non sono disposti.

Grosso guaio a Viale Mazzini

(A un tavolo lunghissimo sono sedute due persone calve)
- Il caso è serio.
- Certo ma…
- Niente ma. Il caso è serio.
- Tu che ne pensi?
- Di culo...
- Sì ma di culo come?
- Che vuol dire "di culo come"?
- Vuol dire "di culo come". Vuol dire questo. Significa: come lo dobbiamo inquadrare questo culo?
- E appunto! Un culo come vuoi che si inquadri? Di culo! Le fai girare, metti un videowall, non lo so!
- Non funziona...
- Cosa non funziona?
- Il videowall...
- Per Dio, era tanto per dire. Un videowall per inquadrare il culo. Le fai girare, fai venire la giuria... Un modo si trova...
- Te l'immagini?
- Cosa?
- Mike che fa girare 45 miss di culo?
- ...
- Diventa comico... E noi non vogliamo l'effetto comico.
- E quindi?
- ...
- ...
- Non lo so... Serve un'idea.
- Siamo qui apposta.
- Sì ma serve un'idea per la stesura della prossima scaletta, vale a dire entro questa sera...
- Merda...
- Già.
- Che dice il Direttore?
- Che vuoi che dica...
- Che dice?
- Niente dice. Come sempre. Sta di là a farsi i bigodini o quello che cazzo fa tutte quelle ore in sala trucco…
- Merda.
- ...
- Potremmo...
- Cosa?
- No, niente.
- Dimmi.
(Fuori, intanto, crolla a terra un uomo. Un laureato suicida dal settimo piano: non ne poteva più di un contratto a tempo determinato da 650 euro lordi)



- Pensavo che potremmo demandare la cosa alla Goggi. Sai com'è: una donna che chiede ad altre donne di mostrare il culo agli spettatori sembrerà meno maschilista...
- ...
- Che te ne pare?
- E' una stronzata...
- Perché?!
- Perché è una cazzata! Mike non accetterà mai. Non dopo quello che è successo...
- ...
- Ci mancava solo la soubrette isterica in diretta...
- Dai, la Goggi non è una soubrette.
- Quello che è... Ha firmato un contratto da...
- Se la chiami soubrette fai il gioco della sua polemica, no? S'è sentita insultata proprio perché Mike l'ha trattata da soubrette...
- E invece cos'è?
- Chi?
- La Goggi!
- Ebbè, la Goggi, dai, è una che ha fatto carriera in televisione, è una che ha lavorato con... Come si chiama... E pure quell'altro lì... Una delle prime donne a fare le imitazioni in scena... Insomma, la Goggi non...
- Dai...
- Ad ogni modo...
- Già...
- Come si risolve la questione?
(S'ode uno sparo in lontananza: un pensionato non ha sopportato che Mastella abbia potuto acquistare un intero palazzo al centro di Roma a 800mila euro, mentre lui dovrebbe pagare 750 euro mensili di affitto per un bilocale da 45 mq in periferia)
- Te l'immagini il Moige da domani sera? Già hanno rotto i coglioni...
- Eh...
- Far girare le miss di Culo...
- ... Dobbiamo trovare un modo per...
- ... Ce ne diranno di tutti i colori...
- ... E se le facessimo girare di culo, però più vestite? Semmai in jeans? Anche la Cassazione ha detto che se c'è il jeans non è violenza. Quindi figurati se...
- ... E il maschilismo, e il femminismo, e le quota rose e le pari opportunità...
- .. Potrebbe sembrare meno... Meno... Come dire...
- ... Vedrai se non tireranno fuori le statistiche sulle violenze sulle donne... Lo fanno sempre. Tirano sempre fuori quelle cazzo di statistiche...
- Se il problema è il rapporto Mike-Loretta, sbattiamocene le palle... Siamo noi gli autori, in fondo... O no? Facciamo fare alla Goggi e...
- ... Come se le Miss concorressero per diventare donatrici di organi. O giudici di pace... E' o non è un concorso di bellezza? E allora fuori il culo, perdio. Lo dice anche Tinto Brass...
- ... Cerchiamo di centrare il problema...
- E qual è il problema?
(I due si spazientiscono non appena dalla finestra trapela puzza di gas. E' quello utilizzato da un insegnante che dopo 8 anni non riesce ancora a diventare di ruolo. La finestra viene chiusa)
- Il problema, seguimi adesso, il problema non è il culo o il non culo. Il problema è come farlo vedere senza che questo sembri maschilista, volgare, offensivo o altre menate.
- ...
- Allora. Se dare la responsabilità alla conduttrice femminile non funziona, allora potrebbe essere tutta questione di inquadratura...
- Di inquadratura?
- Di inquadratura!
- Come di inquadratura?
- Tipo: un culo in primo piano cos'è? È volgare? È maschilista? Va bene. E una panoramica, invece? Un totale su una decina di culi tutti insieme? Cos'è questo? Potrebbe sembrare meno volgare?
(All'improvviso un grande fracasso. Niente di grave: è solo la macchina di un parlamentare che procedeva da oltre un chilometro contromano. Stavolta è andata male è l'infrazione è costata la vita a una famiglia di quattro persone. Lui, il parlamentare, ovviamente sta bene e ha chiamato un'ambulanza col telefono "aziendale". L'ambulanza è già arrivata)
- Potrebbe sembrarlo, ma è volgare lo stesso...
- E qui casca l'asino! Perché a noi non interessa! Se non sembra volgare, allora non è volgare! C'è appeso questo cartello, no, nell'ufficio del Direttore? O non c'è appeso? E sotto c'è una tavola di Milo Manara che richiama alla masturbazione femminile. Allora facciamo così!
- Facciamo masturbare le miss?
- Lo facciamo sembrare meno volgare, anche se in realtà lo è tantissimo!
- Quindi?
- Quindi inquadriamo i culi delle cazzo di Miss quando escono dalla scena, vestite in bikini o quello che è. Loro escono di spalle e noi facciamo vedere i giurati che prendono appunti... Si soffermano LORO sui culi delle miss, non noi. Noi facciamo solo capire che LORO si stanno soffermando sui culi delle miss.
- Prendono appunti sui culi delle miss?
- Massì! Funzionerà. Niente primi piani: faccio stampare subito i meme per i cameraman e poi vado dal regista.
- E' un po' macchinoso...
- Senti: o così o lo facciamo fare alla Goggi...
- Per carità. A Mike gli prende l'ictus.
(Un altro corpo precipita a terra. Stavolta è un operaio senza casco. Il suo lavoro non era considerato affatto usurante dallo Stato. Invece il barbiere del Parlamento sì. C'è una copia aperta del giornale su un tavolo e si legge che il barbiere del Parlamento è stato inserito nella categoria dei lavori usuranti – notizia vera ndr)
- Allora siamo d'accordo. Culi sì, ma non in primo piano.
- Benissimo.
- Ti vedo dubbioso...
- No, è che...
- Cosa?
- Mah... A me 'sti culi mi piacevano.
- Tanto te li becchi quanti ne vuoi in camerino. Dal vivo. Non è meglio?
- Massì.
- E allora?
- Niente. Però facciamo vincere la 256.
- Siamo già d'accordo, mi pare.
- La 256 è stupenda.
- ...
- Cosa?
- L'hai vista struccata?
- No.
- E' sputata a Mike Bongiorno.
- ...
- ...
- Ok, passiamo al prossimo ordine del giorno.
- Qual è?
- Nella puntata di Porta a Porta dedicata all'arresto di Alberto Stasi, la bicicletta ci deve essere nello studio o non ci deve essere?
(Il sole si oscura per l'ultima volta: stavolta è un giornalista precario, perfino in regola con l'Irpef. Ha appena saputo che l'ex calciatore Coco ha percepito 1   m i l i o n e   d i   e u r o  per partecipare all'Isola dei Famosi)

L’aiuto di Zio Bill

Mi trovavo ieri a riparare l'ennesima adsl non funzionante di un grosso operatore telefonico. A differenza del solito il cd dei driver non era sufficiente a far andare la connessione, che dopo il primo tentativo andato a buon fine ripresentava lo stesso tipo di errore e non si collegava più. Ebbene l'ho fatto e sono qui oggi a testimoniare che a volte, si badi bene a volte, serve a qualcosa. Nella finestra di errore ho cliccato sull'inutile pulsantino ? di Windows. E' comparsa una nota giallina con le indicazioni per risolvere il problema a me nuovo. Gli ho dato retta, risolvendo magicamente in zona Cesarini il problema grazie a Zio Bill. E io ingrato che ne parlo sempre male con tutti i clienti.

Palinsesto, finalmente

Stasera, dopo 36 anni di assenza dagli schermi televisivi, è stato finalmente trasmesso Arancia Meccanica.
Tra l'altro su La7.

Qualcuno di Mediaset e Rai abbia il coraggio di venire qui e spiegarmi perché ogni sacrosanto anno trasmettono film come Pretty Woman e Ghost e invece i capolavori o non passano mai (come in questo caso) o vengono relegati alla terza serata anche se in prima visione assoluta (cito come esempi Magnolia e Eyes Wide Shut, che sono assolutamente da vedere nonostante l'ingombrante presenza di Tom Cruise).

Dammi solo un minuto

Al mattino suonano sveglie circa ogni due minuti. La prima, quella di mia madre, che si alza per le colazioni e il tiggì mattutino. Poi il primo richiamo di mio padre, ritardato di altri 15 minuti di crogiolamento a letto. Poi la mia, ritardata di 10 minuti in 10 minuti fino all'impossibile, tanto che alla fine mia madre spazientita si affaccia a svegliarmi chiedendomi a che metto a fare un allarme se poi non mi alzo. Infine mia sorella: che ne punta due o tre ad orari diversi ma solo una (lo sa bene lei!) è l'ultima ineluttabile ultima chiamata.
Tra le coperte tiepide e un sogno morbido, alzarsi ricomincia ad essere faticoso. E' tornato l'autunno.

Alice nel paese delle meraviglie

La mia connessione adsl di Alice è ridotta a uno stato pietoso, ha più buchi di un emmenthal mitragliato. Da sempre diffidente verso i call center, dopo settimane di connessioni mordi e fuggi decido finalmente di rivolgermi al centro assistenza del 187. Ad accogliere le mie istanze premurosi operatori, che risolvono ogni volta il problema con un pizzico di ironia.

10 giorni fa
Attimo: Pronto, buongiorno...
Operatore: Centro Assistenza 187, buongiorno.
A: Salve, la chiamo per un problema alla mia linea ADSL, è soggetta a frequentissime disconnessioni, da cosa può dipendere? So che il livello di rumore della mia linea è particolarmente elevato, è una linea vecchia sa...
O: Ora controlliamo!
A: Ok grazie.
O: Vediamo un po'...
A: ...
O: ...
A: Sa, cade di continuo, sono mesi ormai che fa così...
O: Sì, sì, stiamo dando un'occhiata...
A: Bene...
O: Uhm... Provi a connettersi ora... Si è connesso?
A: (dubbioso, sapendo benissimo che la connessione va e viene, mi connetto) sì, in questo momento sì, ma...
O: Ah bene, allora la saluto! Buona giornata!
<clic>


Alice ovviamente sta continuando ad assumere ancora le sembianze di un colabrodo. Ho il sospetto di essere vittima di un upgrade a mia insaputa della linea dai 4mega ai 20mega, e che questi sia la causa di tutti i miei mali. Scelgo quindi un approccio più velato:

10 minuti fa
Attimo: Pronto, buongiorno, volevo sapere se la mia linea ADSL è a 4 o 20 mega.
Operatore: Buongiorno, un attimo che controllo.
A: ok grazie.
O: ...
A: ...
O: il 5 settembre ha fatto una variazione?
A: no, mai toccato nulla della mia ADSL da quando ce l'ho.
O: qui dice che il 5 settembre è stato fatto un intervento... comunque attenda ancora.
A: ok.
O: ...
A: ...
O: un secondo che devo fare un controllo incrociato.
A: ok
<clic>

Ha riattaccato. Seconda volta che mi riattaccano in faccia, millantando chissà quali soluzioni. Telecom mi odia, e il sentimento è reciproco.

Due righe su Repubblica, due

Repubblica, ormai il maggior quotidiano nazionale secondo alcuni, il secondo maggiore secondo altri, ha lanciato come forse avrete visto pochi giorni fa la sua nuova veste grafica. Una voglia di rinnovamento generale di tutto il gruppo editoriale, che muta l'aspetto oltre a L'Espresso (la cui grafica era ancora attuale e piuttosto recente), al popolare quotidiano La Repubblica e all'allegato Il Venerdì, a partire dal prossimo numero. Transizione fortemente voluta da Ezio Mauro, sempre attento a rapportarsi con gli altri giganti europei dell'informazione per essere moderno, popolare, internazionale.
Una strizzatina d'occhio al Guardian nemmeno troppo velata, a partire da quella che è stata pubblicizzata come novità e novità non è affatto, quell'R2 che suona tanto come il G2 inglese seppur in parte diverso nella forma. Anche la prima pagina non lesina nel copia-incolla: i richiami sopra la manchette della testata hanno il sapore anglosassone del giornale popolare, tra il Resto del Carlino e il Sun, e pure son presenti nel Guardian che ha però una grafica in generale più moderna. Se Dio vuole ci siamo tolti dai piedi quell'orrido color ocra, sostituito da un grigio elegantissimo che però porta con se' scarti del vecchio Espresso: il font usato per i titoletti di richiamo è anticheggiante proprio come i titoli del settimanale e forse stride un po' con quest'aria di moderno, ma sarà questione di abitudine probabilmente.

L'avvento del colore, che pochi anni fa ha progressivamente coinvolto tutte le sezioni del quotidiano, lo porta ad avere l'aspetto quasi di un magazine più che di un vero e proprio giornale serio. Grafica, uso di tabelle, schemi, disegni, persino titoli colorati e fuori allineamento per essere accattivanti proprio come in una rivista di settore campeggiano ormai da tempo nelle pagine di "Cultura e Spettacoli" e "Sport".
Si alleggerisce anche il font generale dei titoli di prima pagina. Ora il carattere tipografico è più stretto, più sottile e fine, mai strillato e grassetto come certi titoloni post elezioni o morti celebri.
Inutile invece a mio avviso, questa smania di mettere link dappertutto, mostrando una connessione tra il quotidiano e la rete praticamente inesistente nella realtà. Sappiamo bene quanto i media siano restii a linkare le risorse a cui attingono, e lo spazio in alto dove ogni articolo riporta alcuni link utili si rivela in realtà un riempitivo con i soliti due o tre siti istituzionali e privi di alcun riferimento alla notizia in questione. Se non servono, non metteteli. Se non ci sono siti utili su quella specifica notizia, è inutile linkare il sito di Camera e Senato ogni giorno quando si parla di semplici boutade politiche.

Ma veniamo ad R2. Quello che dovrebbe essere il fiore all'occhiello del nuovo quotidiano è ahimè una minestra riscaldata di roba già esistente. Una pagina di Cultura allargata, che include opinioni, commenti ed editoriali prima sparsi tra le pagine. Fuori: le notizie e basta, anche in maggior numero grazie a box con brevi pillole dal mondo. Dentro: quelle che loro chiamano le idee. Approfondimenti e dossier, speciali e interviste già esistenti da un pezzo e banalmente riunite al centro. Più che una rivoluzione o un nuovo "giornale", a me par sempre e soltanto un accorgimento editoriale e grafico. Una buona scelta, a conti fatti, specie per il fatto che cambiando l'ordine degli addendi (e quindi non cambiando il risultato) Repubblica ha fatto parlare di se' proponendo una cosa nuova che nuova non è. E quanto a lanciare iniziative e raccolte pacco di libri e enciclopedie, dischi, nuovi inserti e boiate varie, Repubblica non la batte nessuno.

Killing Moore

Secondo me Micheal Moore è la risposta americana nazional-popolare ad Antonio Ricci di Striscia la Notizia.

Non a caso Antonio Ricci piace alla gente che io reputo più insopportabilmente di destra, (Beppe Grillo compreso) esattamente come Michael Moore piace alla gente che io reputo più insopportabilmente di sinistra. Significherà qualcosa questo fatto? Forse no, ma provo a spiegarmi.



Entrambi, Moore e Ricci, hanno un obiettivo molto preciso, vale a dire catturare consensi denigrando il potere della classe politica, (per esempio) attraverso presunti scoop relativi a malgoverno, scandaletti, superscandali, abusi sessuali, vallettine, maxi-condoni, agevolazioni fiscali. MA per arrivare a questo fine entrambi ricorrono al medesimo mezzo: prendono l'obiettivo della loro critica e la ridicolizzano mettendone in risalto soprattutto i difetti carnascialeschi, le sproporzioni fisiche, gli errori grammaticali, le idiosincrasie, le fisime, le gaffes pubbliche, i vizietti innocenti ma ridanciani, insomma, perdendo completamente di vista l'oggetto della critica, però arrivando ugualmente al loro scopo finale: rendere quell'obiettivo inviso agli occhi degli spettatori.

Il George Bush di Moore è il Silvio Berlusconi di Ricci.
Entrambi sono personaggi di una pericolosità sociale unica, entrambi sono personaggi colpevoli dei più grandi disastri sociali, storici, umani che la recente storia politica dei due Paesi ricordi, eppure il George Bush di Moore è un simpatico signore di mezza età che in 9/11 non fa altro che giocare a golf, sbagliare riferimenti storici, incappare in gaffes macroscopiche con i giornalisti, sbagliare tutti i tempi degli interventi pubblici, ripetere in sequenza - grazie a un montaggio naturalmente truffaldino e deontologicamente aberrante - la locuzione, "li staneremo!", "li staneremo!", "li staneremo!", "li staneremo!", dove, si sa, la ripetizione ossessiva è uno dei meccanismi comici più funzionanti e, infatti, è lo stesso meccanismo comico utilizzato da Antonio Ricci: il suo Silvio Berlusconi è un uomo gioviale, simpatico, galvanizzante che fa le corna durante le foto, infila topiche a ripetizione, guarda le scollature delle giornaliste e, soprattutto, proprio come il Bush di Moore, viene ripreso in continuazione mentre pronuncia l'ormai storica frase: "Sono invincibile!", "Sono invincibile!", "Sono invincibile!".

Guardando l'orribile Fahrenheit 9/11, ho notato anche un'altra drammatica somiglianza tra l'operato di Michael Moore e quello di Antonio Ricci: il ricorso al fotomontaggio, sia visivo che sonoro. Il volto del Bush di Moore è continuamente sovrapposto ai volti di cow boy in assetto di guerra e di altri personaggi tipici della filmografia popolare americana, (addirittura nel montaggio c'è un uso ossessivo di non so quale attore, forse Charles Bronson, che ripete indovinate quale frase? Esatto: "Li staneremo"...) così come il volto del Berlusconi di Ricci è continuamente sovrapposto, in quella trasmissione deplorevole qual è Striscia la Notizia, ai volti delle maschere italiane più tipiche. L'effetto comico è il medesimo: squallido, però funzionale, perché il continuo bombardamento di immagini simili serve senza dubbio a dare agli obiettivi della feroce satira quella connotazione negativa desiderata senza fare approfondimento.

In 9/11 non c'è, in tutto il documentario, una chiave d'inchiesta originale: i volti rigati dalle lacrime dei parenti delle vittime dell'11 settembre vomitano le sciocchezze ovvie e legittime di tutti i parenti di vittime del mondo, da quelle del terrorismo, a quelle dei sassi dai cavalcavia; gli interventi di Bush sono, come detto, sempre votati alla comicità involontaria, alla caricatura. Il resto è creato dall'intervento rumoroso di Moore che, proprio come i vari Staffelli e Ghione di Ricci, arriva sul posto con mezzi mediaticamente esplosivi, disturbanti, invadenti, utili a rendere prima di tutto inoffensivo l'obiettivo. (un senatore che si vede arrivare Moore a bordo di un camioncino di gelati, a megafono spianato, con dietro 400 persone preda di crisi di risate, non è il referente ideale per organizzare un botta e risposta onesto, proprio come gli inseguimenti di Staffelli seguito da elicotteri trasportanti Tapiri megagalattici e pesanti 4 tonnellate, non è neanche un po' giornalistico, ma è più che altro una cagata pazzesca)

Nel suo ultimo lavoro, "Sicko", Moore ha fatto qualcosa di talmente aberrante che neanche Ricci ha osato mai. Nel tentativo inutile (perché già si sa) di dimostrare quanto inefficiente sia il sistema sanitario americano, Moore ha preso un tot di ammalati americani e li ha portati alla Havana con il chiaro messaggio di mostrare a cinema zeppi di mangia hot dog inebetiti dalle Marlboro rosse quanto sia indietro l'America, dal punto di vista sanitario, rispetto nientemeno che a Cuba, la stella mancante della bandiera a stelle e strisce, proprio la terra vessata dai Kennedy, da Clinton e dai Bush, l'isola rivoluzionaria devastata dall'embargo americano, proprio Cuba, siore e siori, riesce ad essere più avanzata rispetto all'America, almeno dal punto di vista sanitario. Questo è quello che vorrebbe dirci Moore nel suo ultimo "documentario". Applausi scroscianti dei mangia hot dog e dei compagni italiani con le magliette del Che.

Peccato che questa… Cosa sia totale pornografia. Lo dico da comunista e da amante profondo di Cuba, terra che ho nel sangue come ho nel sangue l'Italia e gli spaghetti cacio e pepe. Moore prende e fa vedere in primissimo piano l'atto della penetrazione, così da eccitare irreversibilmente teenagers, adolescenti e puttanieri. Ma Cuba, dal punto di vista sanitario, NON è affatto più avanti dell'America: non esiste UN americano che preferirebbe farsi curare a Cuba e non esiste UN cubano che non preferirebbe farsi curare in America. I medici cubani sono bravissimi, straordinari, umanamente profondissimi (ma anche i medici italiani lo sono): peccato che il sistema sanitario cubano sia, semplicemente, inesistente. (a parte il fatto che le farmacie sono vuote ed è impossibile trovare perfino i fazzolettini per soffiarsi il naso) Gli ospedali, se non ti chiami Diego Armando Maradona, non esistono, non curano, sono fatiscenti, non hanno le attrezzature, la ricerca non è sovvenzionata, (come l'arte) i medici che possono espatriano, quelli che non possono farlo, come il mio fraterno amico Raul, sceglie di abbandonare la professione tanto amata per scaricare carne ai mercati. E Raul era uno di loro, un bravissimo scienziato, un medico superiore, capo del laboratorio di medicina molecolare, aveva all'attivo convegni in tutto il Sudamerica e l'Italia e se avesse visto Michael Moore con la sua flotta di malati emigranti, li avrebbe presi tutti quanti a calci nel culo, oppure inseguiti con il suo furgone che è adesso diventato lo strumento di lavoro principale.

Il mio amico Raul vuole vedere Fidel Castro morto e sepolto da quando, in uno dei suoi tanti comizi televisivi, il lider maximo annunciò che una certa malattia che colpiva i bambini era colpa dell'embargo. Raul, che stava lavorando alla cura per quella malattia con la sua equipe medica da tempo, e che finalmente aveva trovato la via, si vide tagliati i fondi perché, secondo Fidel, quella malattia era colpa dell'embargo. E invece, naturalmente, no. Si può dire che l'embargo sia l'ultimo dei problemi cubani e il primo alibi di Fidel, ma questo è un altro discorso. Il fatto è che Moore ha messo su una cosa molto comoda e molto pornografica ed è per questo che io reputo Moore un cialtrone grasso e non un grasso e grosso documentarista: Moore è un ciccione furbacchione che fa spettacolo.

(l'avete sentita la storia del suo denigratore? Quello che aveva organizzato un sito Web per affossarlo? Per affossare Moore? L'avete sentita? A un certo punto al denigratore folle è capitata una disgrazia: la moglie stava morendo di cancro. Allora lui, il denigratore, sul sito che usava per denigrare Moore, ha messo un annuncio: per piacere aiutatemi. Mi servono tot soldi per le cure di mia moglie. Tac, Moore ha preso e gli ha fatto un assegno. Però restando anonimo. La moglie s'è salvata e il denigratore di Moore ha messo sul sito un altro annuncio: grazie al mio angelo salvatore. Chiunque tu sia. Moore s'è fregato le mani e che ha fatto? Ha schiaffato questa cosa in "Sicko". Così il denigratore folle, se non si è suicidato, adesso sta schiattando lui di cancro per la rabbia e la vergogna. Vi sembra bello? Vi sembra deontologico? Vi sembra per caso funzionale all'obiettivo del documentario oppure vi sembra funzionale soprattutto per rendere l'autore di quel documentario simpatico a tutti i mangia hamburger dei cinema?)

Come dice il mio amico Andy Capp: ma a che serve Moore? Lo andiamo a vedere noi, quelli come noi, ne parliamo tra di noi e finisce lì. Io aggiungo che pure quelli come noi dovrebbero smetterla di farsi abbindolare dal falso giornalismo d'inchiesta travestito da show del sabato sera. (anzi, scusate, è il contrario: è show del sabato sera travestito da falso giornalismo d'inchiesta) Moore è come Ricci: fa risaltare cose ovvie usando i mezzi sbagliati, quelli più comodi.

(a proposito: non vi viene in mente nessun altro che, saggiato l'anello del potere, sta adesso impazzendo e anche lui comincia a far risaltare cose ovvie ridicolizzando l'obiettivo della sua critica tramite i difetti fisici, di pronuncia, eccetera eccetera, utilizzando parole chiave come "Alzaheimer", "Valium" e compagnia bella? Vi viene in mente nessuno? Che facciamo? Ci svegliamo in tempo o ci facciamo prendere per il culo un'altra volta?)

Buffet

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Si comincia!

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Dicono di noi

Più simpatico di uno scivolone della Regina Madre, più divertente di una rissa al pub. Thank you, Ciccsoft!
(The Times)

Una lieta sorpresa dal paese delle zanzare e della nebbia fitta. Con Ciccsoft L'Italia riacquista un posto di primo piano nell'Europa dei Grandi.
(Frankfurter Zeitung)

Il nuovo che avanza nel mondo dei blog, nonostante noi non ci abbiamo mai capito nulla.
(La Repubblica)

Quando li abbiamo visti davanti al nostro portone in Via Solferino, capimmo subito che sarebbero andati lontano. Poi infatti sono entrati.
(Il Corriere della Sera)

L'abbiam capito subito che di sport non capiscono una borsa, anzi un borsone. Meno male che non gli abbiamo aperto la porta!
(La Gazzetta dello Sport)

Vogliono fare giornalismo ma non sono minimamente all'altezza. Piuttosto che vadano a lavorare, ragazzetti pidocchiosi!
(Il Giornale)

Ci hanno riempito di tagliandi per vincere il concorso come Gruppo dell'anno. Ma chi si credono di essere?
(La Nuova Ferrara)

Giovani, belli e poveri. Cosa volere di più? Nell'Italia di Berlusconi un sito dinamico e irriverente si fa strada come può.
(Il Resto del Carlino)

Cagnazz è il Mickey Mouse dell'era moderna e le tavole dei Neuroni, arte pura.
Topolino)

Un sito dai mille risvolti, una miniera di informazioni, talvolta false, ma sicuramente ben raccontate.
(PC professionale)

Un altro blog è possibile.
(Diario)

Lunghissimo e talvolta confuso nella trama, offre numerosi spunti di interpretazione. Ottime scenografie grazie anche ai quadri del Dovigo.
(Ciak)

Scandalo! Nemmeno Selvaggia Lucarelli ha osato tanto!
(Novella duemila)

Indovinello
Sarebbe pur'esso un bel sito
da tanti ragazzi scavato
parecchio ci avevan trovato
dei resti di un tempo passato.
(La Settimana Enigmistica)

Troppo lento all'accensione. Però poi merita. Maial se merita!
(Elaborare)

I fighetti del pc della nostra generazione. Ma si bruceranno presto come tutti gli altri. Oh yes!
(Rolling Stone)

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